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Tre partite per capire quale sarà l'obiettivo della Roma

di Marco Terrenato

Solo mezz’ora da grande squadra. Non è bastata alla Roma di Rudi Garcia per interrompere la serie di pareggi. Quarto di fila a Bergamo, con l’Atalanta di Colantuono, un punto riacciuffato in extremis, colpa anche del primo errore di questa stagione di Morgan De Sanctis. Un pari che ha fatto perdere alla Roma altre due lunghezze nei confronti della lanciatissima Juventus, tornata capolista da un paio di settimane.

La squadra giallorossa invece non riesce proprio più a vincere dopo il record di dieci successi consecutivi, ma a voler rigirare la faccenda, neanche a perdere, anche quando la giornata sembra di quelle assolutamente storte.

Garcia ha rinunciato in partenza oltre a Totti e Destro, affaticato dopo la partita con la primavera, anche a Ljiac e Pjanic, inserendo uno spento Marquinho al fianco di Florenzi e Gervinho. A posteriori un chiaro errore di formazione, lasciando la squadra praticamente priva di fantasia a centrocampo e in attacco, dove lo stesso ivoriano ha brillato solo a sprazzi.

L’Atalanta così ha imposto ritmi bassi e De Rossi e compagni si sono adeguati senza mai forzare e senza riuscire a creare occasioni nitide da rete per oltre un’ora di match.

E’ servita la papera di De Sanctis sulla punizione non certo trascendentale di Brivio a svegliare tutto il gruppo romanista. Un rimbalzo sfortunato ha beffato l’ex portiere del Napoli, finora il meno battuto d’Europa, con solo 4 gol al passivo in questa stagione, per la prima volta protagonista in negativo.

Da qual momento, anche grazie agli inserimenti proprio di Ljaijc e Pjanic e dell’esordiente Ricci, è stata decisamente tutta un’altra Roma. Più determinata nel cercare di rimediare allo svantaggio, e riprendersi l’intera posta in palio, che ora manca esattamente da un mese.

L’assalto durato oltre 30 minuti, un po’ come era accaduto a Torino, non è servito però se non a esaltare ancora una volta il portiere avversario, Consigli, a reclamare l’ennesimo rigore dubbio di quest’ultimo periodo, sull’evidente tocco di mani di Canini, questa volta denunciato anche da Garcia, e a trovare proprio in extremis la rete dell’1-1 con Strootman, servito dall’assist di Ljajic

L’olandese, al terzo centro con la maglia della Roma, ha reso meno amara una prestazione sicuramente al di sotto delle aspettative e, in ottica Champions League, ha consentito ai giallorossi di mantenere invariato il distacco sulla quarte in classifica, l’Inter e la Fiorentina distanti 7 lunghezze.   

Certo questa improvvisa ‘pareggite’ che ha colpito l’ambiente romanista sta in qualche modo offuscando quanto di straordinario fatto in precedenza. Garcia alla vigilia era apparso quasi sollevato dal non sentire più accostare alla sua squadra la parola scudetto, ma la partita dell’Azzurri d’Italia (a proposito da censura la provocazione dei tifosi bergamaschi) ha evidenziato la flessione psicofisica dei giocatori, forse a metà tra il sentirsi in lotta per il titolo e il guardarsi alle spalle. La squadra, che a gennaio potrebbe aver bisogno di rinforzi, non sembra più affrontare i match con quella spensieratezza che aveva contraddistinto l’inizio travolgente del campionato.

Da qui al 6 gennaio, giorno della sfida di Torino con la Juventus, la Roma dovrà affrontare ancora tre partite, con Fiorentina e Catania all’Olimpico e in mezzo la delicata trasferta di San Siro con il Milan. Duecentosettanta minuti per capire effettivamente quale sarà il vero obiettivo della banda Garcia. Lo stesso tecnico francese, riempito di elogi dal presidente americano Pallotta, lo ha detto: “Nel mirino dobbiamo avere solo il ritorno in Europa".

Dalle parti di Trigoria forse c’era la speranza di poter puntare ancora più in alto. Il primato non è impossibile, ma questa improvvisa frenata sta provocando forse un’ingiustificata e non salutare delusione.


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