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Tutti contro tutti? No, tutti per la Roma

di Gabriele Chiocchio
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio

Luis Enrique contro Totti. Baldini contro Totti. Sabatini contro Baldini. Sabatini contro l’allenatore di turno. Pallotta contro Sabatini. Spalletti contro Totti. Pallotta contro Totti. E si può andare avanti. È indubbio che a Roma e ai romanisti piaccia quantomeno amplificare contrasti, più o meno idealizzati, tra elementi di squadra e società, schierandosi di volta in volta col beniamino di turno. In questi mesi, Spalletti è passato da salvatore della patria, contro la volontà del perfido Sabatini che non voleva procedere alla sostituzione di Rudi Garcia, a cattivo a sua volta, per aver tenuto Francesco Totti fuori dai convocati per il match contro il Palermo dopo l’intervista rilasciata al TG1. E, a giudicare dall’aria che tira, il toscano sta per tornare altrettanto rapidamente dalla parte dei buoni, alla vigilia di una sessione di calciomercato che vedrà l’allenatore costretto a difendersi dal fuoco amico della sua dirigenza e della proprietà, pronta a cedere uno dei pezzi grossi della rosa.

Tutto questo fa parte di una dialettica tanto appassionante per i tifosi quanto lontana da quelle che sono le reali dinamiche di una società (non solo di calcio), nella quale i componenti non possono non avere contrasti, ma remano nella stessa direzione per un obiettivo comune. Sarebbe ingenuo pensare che Spalletti abbia firmato un contratto con la Roma non conoscendo i delicati equilibrismi di bilancio che deve mantenere per poter comunque competere ai livelli da lui stesso desiderati nonostante una forza economica ancora non eccezionale e degli accordi ben precisi stipulati con l’UEFA, così come ipotizzare che si stiano mettendo in atto strategie non condivise tra tutte le parti in causa, che dialogano ogni giorno e non vivono in compartimenti stagni. I numeri non possono mentire: quanto patteggiato un anno fa stabilisce che la Roma deve rientrare di una certa somma (30 milioni il passivo complessivo concesso nei bilanci 2015, chiuso a -39, e 2016, scremati da alcuni costi considerati virtuosi, e pareggio di bilancio richiesto per la stagione 2017/2018) per evitare di pagare altri 4 milioni di multa e di rimanere sotto l’occhio vigile del board, se poi per arrivare a questo risultato la Roma genererà ricavi imprevisti o monetizzerà su esuberi, giovani o titolari ancora non è dato saperlo, ma, pur con questo fardello, sono state messe in piedi squadre che hanno portato  due secondi posti e circa 120 milioni di ricavi portati dalle partecipazioni in Champions League, che non daranno la gioia di una vittoria ma importantissimo ossigeno per continuare a inseguirla, senza cui la situazione sarebbe stata ben peggiore.

E qui si arriva all’attualità: da Genova ricomincia la rincorsa a quel secondo posto che Radja Nainggolan ha reso possibile, seppur ancora non molto probabile, con la sua stoccata al minuto 89 di Roma-Napoli. Una possibilità sudata, per cui si è lottato per un girone intero e che però svanirà al primo inciampo: per evitarlo non dovranno esserci buoni o cattivi, amici o nemici, dovranno essere tutti per la Roma, per il suo presente e per il suo futuro.


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