Un derby semplice
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Le misure standard di un campo di calcio sono 105 metri di lunghezza e 68 di larghezza: il totale fa 7140 metri quadrati, molti dei quali resi inutili, per incapacità o per scelta, da Lazio e Roma. Chi ha scelto di renderli inutili e chi invece non è stato capace di renderli utili lo dice il tabellone dell’Olimpico, che condanna una Roma incapace di fare cose difficili contro una Lazio perfetta nel fare quelle semplici: coprire la propria metà campo e andare dritta nei metri quadrati utili della metà campo opposta, risultando molto, troppo efficace. Che i biancocelesti (che non andavano oltre il singolo gol segnato da 6 partite di campionato, e che stasera ne hanno fatti 3 insieme) abbiano la profondità nel loro DNA è noto, che calciatori come Federico Fazio e, in leggero subordine, Juan Jesus, non facciano dell’agilità il loro punto forte è altrettanto chiaro. Una situazione, pur terribilmente facile da leggere, che non è stata prevista e per cui non è stato posto alcun tipo di rimedio, come troppe volte è successo nel corso della stagione: avere un’identità di gioco è diverso dal rinunciare - almeno apparentemente - a prendere contromisure anche banali. A cose non banali ha tentato di appendersi la Roma, con il tiro di Florenzi parato da Strakosha a farne manifesto, e tante scelte dei singoli più eroiche che pratiche ad aumentare la pendenza dell’indice di difficoltà fino a renderla non scalabile. Cause e conseguenze, con i giallorossi finiti frustrati dal non riuscire: anche qui, tutto già visto, prevedibile e concretizzatosi con una disarmante semplicità. È questa la parola chiave di una serata che mette sull’aereo per Porto una Roma su cui ora è difficile fare affidamento anche quando la concentrazione dovrebbe venire da sé. E senza quella, con tutti i difetti strutturali non sanati al nono mese di stagione, per i giallorossi è - inevitabilmente - semplicissimo capitolare, un po’ come per la Lazio è stato semplicissimo avvicinare la porta di Olsen. Troppo semplice.