Un po' di tranquillità per ritrovare lucidità
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Ci sono momenti in cui le cose riescono a sembrare addirittura più brutte di quelle che sono. Iniziare Roma-Lecce nella metà bassa della metà bassa della classifica, con gli stessi punti di una squadra costruita per provare a salvarsi è uno scenario che fa vedere buio e crea mostri in chiunque, anche in una squadra che aveva segnato 7 gol fino a questo momento, che ha cambiato allenatore (anche se una volta in meno) e che ha una cifra tecnica inferiore a quella comunque non esaltante, non ti fa arrivare allo stadio col sorriso, ma le ultime prestazioni lasciavano sperare in qualcosa di buono, anche se ovviamente non esaltante.
Ritrovarsi 1-1 circa quaranta minuti dopo, con un rigore che si può solamente definire “buffo”, dopo un primo tempo tutto sommato decente, era esattamente uno di quei momenti, che rischiava di far dimenticare quel che, appunto, di buono si stava piano piano rimettendo in piedi. Certo, di cose che non andavano se ne sono viste: attacchi pagati a peso d’oro sul fronte dell’equilibrio, con voragini dietro la linea di pressione colmate solo da un Koné quasi ubiquo, una sterilità finalizzativa - colmata con un finale ad avversario steso - che forse (ma anche senza "forse") andava anche oltre l’assenza di Dovbyk e un ingresso in campo, quello di Saud, che proprio non ci voleva e che ha rischiato, con la collaborazione di un Chiffi molto suggestionabile, di rimandare appunto tutti nel baratro.
La realtà che ha disegnato questo Roma-Lecce è che Claudio Ranieri sta mettendo quello che ha per dare almeno una vaga sistemata in questa stagione maledetta e che il livello raggiunto evidentemente basta contro quelle squadre di bassa classifica contro cui i giallorossi devono (possibilmente rapidamente) fare punti per mettere in sicurezza la classifica il prima possibile. Unico obiettivo al momento verosimile di un campionato nato male e che non deve finire peggio, ma se c’è una buona notizia è che quel punto preso dieci giorni fa a Londra, sul quale si è deciso di costruire più morale che classifica, insieme ai tre di questa sera può essere la chiave per far sì che questa annata possa essere vissuta ancora con l’attesa di qualcosa e non con la fretta di concluderla. Il primo passo di questo versante dell’operazione è stato fatto oggi, giovedì c’è il Braga e sarà l’occasione (che bella parola, eh?) sia di mettere ulteriore cemento sia nella ricostruzione del morale che, soprattutto, della classifica europea, che oggi è lo strumento più rapido per sorridere un po’. Di più non si può chiedere, nel frattempo un po’ di serenità è senz’altro ben accetta, per ritrovare lucidità e focus.