Un retrogusto amaro, un sapore nostalgico
Fonte: L'editoriale di Alessandro Carducci
Il countdown era iniziato lo scorso marzo, quando Walter Sabatini si presentò davanti ai microfoni dopo Roma-Inter: “Ho chiesto la rescissione del contratto”. Abbiamo passato intere settimane a cercare di capire chi avrebbe condotto il mercato estivo e, alla fine, è stato lo stesso Sabatini a sobbarcarsi l'onore (onere?) di una campagna estiva senza i soldi della Champions, con l'aiuto di Franco Baldini. Proprio la presenza dell'ex dg giallorosso ha aiutato a farci capire come l'avventura in giallorosso fosse comunque prossima alla fine: "Mi sento più libero di lavorare senza Baldini al fianco, grande amico col quale ho condiviso decisioni e sopportato altre, come lui con me. Mi sento libero solo quando sono da solo e con la gente attorno a distanza ragguardevole. A tavola non voglio la destra occupata. Questo non riguarda il Baldini essere umano, persona magnifica e mio amico, ma se faccio le cose con lui le faccio con tempi e modi sbagliati”. Così parlava Sabatini nel settembre del 2013.
CINQUE ANNI - Giudicare l'operato di Walter Sabatini è impresa ardua. Inquieto e irrequieto, ama fare e disfare immergendosi nel mercato h24, sette giorni su sette. Sotto la sua gestione il valore della rosa è aumentato di circa un terzo: i suoi detrattori gli hanno però sempre imputato una certa propensione a cambiare continuamente le rose, stravolgendo ogni anno interi reparti. Tutto vero, soprattutto considerando che la Juventus, per esempio, ha la stessa difesa da cinque anni mentre i capitolini ogni anno cambiano mezzo reparto. A volte però è stato necessario per salvare un bilancio messo sotto la lente di ingrandimento dell'Uefa, un bilancio che non può competere con quello della Juventus con la Roma chiamata lo stesso a confrontarsi con i bianconeri. Da qui le numerose cessioni, che hanno contribuito a far tirare un sospiro di sollievo a Pallotta, meno magari all'allenatore di turno. Non si possono trascurare i numerosi talenti pescati da Sabatini: alcuni hanno fatto la fortuna della squadra, prima di essere ceduti. Altri sono serviti semplicemente per far cassa. Comprati a poco, rivenduti a tanto, in modo da poter finanziare il mercato della prima squadra. Non piacerà ma è così che funziona se non hai uno stadio di proprietà, uno sponsor che versi una montagna di soldi e altre entrate diversificate che la Roma sta cercando di incrementare (anche se la mancanza di un main sponsor grida vendetta).
AI POSTERI L'ARDUA SENTENZA - In conclusione, errori ne sono stati fatti (qualcuno ha detto Doumbia?), a volte si è ceduto a un istinto barocco del calcio, lasciandosi sedurre dal gusto estetico del calcio senza pensare alla sostanza ma di certo non si può imputare solo a Walter Sabatini la mancanza di trofei in questi 5 anni. Tra qualche anno saremo tutti in grado di analizzare il suo lavoro con più distacco e serenità. Oggi resta un retrogusto amaro, un sapore nostalgico di chi pensa a cosa sarebbe potuto essere e cosa, invece, è stato.