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Una giornata assurda, una sconfitta cocente ma Piris e Stekelenburg non devono essere i capri espiatori

di Alessandro Carducci

Ci sono momenti, situazioni, occasioni che segnano in maniera indelebile. Si dice che questo sia anche il bello del calcio e, soprattutto, di Zeman. Da una vittoria facile e pulita, il tifoso della Roma è passato velocemente ad una sconfitta cocente, una sconfitta assurda che ha rintronato l'ambiente e che lascerà qualche strascico nei prossimi giorni. Le ire dei tifosi si stanno velocemente concentrando su Piris e Stekelenburg, come un tornado che acquista forza ogni minuto di più. Il primo è stato protagonista di un ottimo primo tempo prima dell'harakiri di sessanta secondi, nei quali ha consegnato due gol al Bologna. Il paraguaiano, andato evidentemente in confusione, è stato poi subito sostituito da Zeman: "Una bocciatura? Non lo so, anche questa è una cosa plausibile" il commento di Sabatini a fine gara. Che i capitolini abbiano una lacuna sulla destra è cosa nota e la dirigenza aveva anche provato a piazzare un colpo negli ultimi giorni di mercato, proprio per rinforzare la fascia, ma addossare tutte le colpe a Piris e a Stekelenburg sarebbe un errore. Un grosso errore. Non va dimenticato che la Roma è tornata in campo nella ripresa quasi svogliata, quasi come si fosse accontentata dei due gol, come se si sentisse sicura del risultato. Pioli ha invece operato i giusti correttivi e il Bologna è tornato in campo famelico, voglioso di rimontare e di rimediare ad un primo tempo disastroso. Questi due fattori, uniti allo spreco di occasioni dei giallorossi e al miracolo di Agliardi su Totti, possono forse dare un senso a questa gara anche se questa gara, direbbe Vasco Rossi, un senso non ce l'ha.


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