.

ESCLUSIVA VG - Garzya: "La Roma non ha un'alternativa della portata di Dzeko, ma non far giocare Schick non avrebbe senso"

di Gabriele Chiocchio
Fonte: VG Radio - Alessandro Carducci, Danilo Magnani

L'ex giallorosso Luigi Garzya è intervenuto nel corso di VG Radio, la trasmissione di approfondimento a cura della redazione di Vocegiallorossa.it in onda su TMW Radio.

Vendere un giocatore come Džeko quanto può condizionare il rendimento di una squadra?
“È normale che se dovesse succedere è a causa di una situazione economica non eccelsa. Se cedi un giocatore di quella caratura vuol dire che qualcosa manca nelle casse. Non è che hai un’alternativa della stessa portata, la Roma ha bisogno di fare cassa”.

Schick potrebbe prendersi il peso di guidare l’attacco?
“Il problema è semplice, sai quel che lasci ma non quello che trovi. Džeko è una certezza assoluta a livello internazionale. Schick è uno dei più pagati, ma deve dimostrare ancora. In futuro potrebbe farlo, ma bisogna usare sempre il condizionale”.

Sarebbe un ridimensionamento?
“È chiaro che il grosso investimento è stato fatto con Schick ed è necessario entrare in Champions League, si è consci del fatto che davanti ci sono squadre più forti e attrezzate. Per arrivare al raggiungimento delle altre squadre bisogna costruire, loro l’investimento l’hanno fatto, al posto di Džeko giocherà Schick, non farlo giocare dopo quanto speso non avrebbe senso”.

Quanto è difficile preparare Inter-Roma in una situazione del genere?
“Questo è il problema di tutte le squadre, questo è il periodo del calciomercato. C’è una partita tosta, se avessi giocato con il Cagliari o col Crotone non staremmo a parlare di problemi psicologici. Eusebio è una persona talmente intelligente che entrerà nella testa dei giocatori, facendo capire che viene prima la Roma dei fatti personali. Tra 10 giorni si saprà tutto quanto, sono professionisti”.

Di Francesco ha dichiarato che potrebbe passare presto al 4-2-3-1, sarebbe favorevole?
“Entrare nella testa degli allenatori non è facile, fare una cosa del genere sarebbe per il bene della squadra. Dipende dai giocatori che hai a disposizione, se fa una cosa del genere avrà le sue ragioni. Al giorno d’oggi, tutti gli allenatori sono preparati, devono saper giocare in tutti i moduli. Il problema è che da fuori possiamo parlare quanto vogliamo, ma è lui che allena i giocatori e conosce problematiche, pregi e difetti. Se fa una cosa del genere, l’avrà studiata per il bene della Roma”.

Che partita si aspetta? Le squadre avranno più paura di perdere o giocheranno a viso aperto?
“C’è tutto il girone di ritorno, Inter e Roma se la giocheranno a viso aperto. Negli anni passati si sapeva che le squadre per la Champions erano 2-3, ora non è scontato. C’è anche la Lazio al pari di Inter e Roma”.

Cosa servirebbe alla Roma a livello di acquisti per entrare nei primi quattro posti?
“La Roma è una squadra che può puntare alla Champions League, ma non è facile. È coperta in quasi tutti i settori, io prenderei giocatori che possono fare la differenza, prendere tanto per prendere è inutile. E per farlo bisogna avere i soldi. Un terzino per poter alzare Florenzi? Peres ha sempre giocato terzino destro, evidentemente Di Francesco non lo vede. Florenzi è messo lì perché dà maggiori garanzie rispetto agli altri, ma non nasce come terzino. Trovare un terzino destro non è facile, come un centrocampista o un attaccante. Chi ha quelli bravi se li tiene. Quando giocavo io i difensori abbondavano, c’erano giocatori fortissimi che rimanevano fuori dalla nazionale. Adesso, purtroppo, c’è una carenza di difensori. La maggior parte sono tutti stranieri”.


Altre notizie
PUBBLICITÀ