ESCLUSIVA VG RADIO - D'Agostino: "Nainggolan può essere decisivo contro il Villarreal, i giallorossi devono ambire a tutti e tre i trofei". AUDIO!
Fonte: VG Radio
L'ex giallorosso Gaetano D'Agostino, in campo nell'ultimo precedente tra Roma e Villarreal nel 2003/2004, è intervenuto ai microfoni di VG Radio su TMW Radio.
In quale competizione si troverebbe più soddisfazione?
“Quando ci sono tre obiettivi raggiunigibili non credo che bisogna scegliere, ma provarci e ambire a vincere tutte e tre. La più difficile è il campionato, la Juventus sbaglia una partita ogni 10. Credo che andare avanti in Europa League sia un grande traguardo”.
Come vedi la corsa scudetto e secondo posto tra Roma, Juventus e Napoli?
“Sotto il profilo del gioco e di quello che offrono in campo, Napoli e Roma sono più spettacolari. Sul profilo del cinismo, la Juventus, pur non giocando un grandissimo calcio, dà più continuità. A Napoli e Roma manca quel piccolo tassello per diventare una squadra spietata. Giocando bene a calcio ed essendo spietato puoi dire la tua anche in Europa”.
Quale soffrirà di più l’impegno europeo?
“Quella che andrà più in sofferenza è la Roma, incontra il Villarreal, ma ho avuto l’onore di poter fare quella competizione e si gioca il giovedì. Sotto il profilo del recupero, la Roma può pagare di più rispetto a Napoli e Juventus, fermorestando che il Napoli a livello di consumo di energie nervose ha una partita, quella col Real, che può delinearle la stagione”.
Che ricordo hai del precedente del 2004?
“Intanto un ricordo bellissimo e brutto nello stesso tempo. Il Villarreal storicamente gioca a calcio, lo stadio è bello, il campo è stupendo. La Roma deve approfittarne, seguo il Villarreal e vedo un calo, più fisiologico che mentale. Ha giocatori che saltano l’uomo, ma hanno perso brillantezza. Fermorestando che bisogna vedere se sia strategia, in campionato non può fare nulla e forse sta mettendo le forze in Europa League”.
Chi può essere decisivo?
“In questo momento dico Nainggolan, sta giocando in un ruolo particolare ad altissimi livelli. È muscolare ma gli sta piacendo andare in area a fare gol, è un ruolo che dà garanzie anche sotto il profilo dell’interdizione. Per gli avversari non è facile da marcare. È il giocatore più in forma della Roma”.
Perché Džeko dal dischetto ha questi problemi?
“Il rigore difficilmente si può allenare, se ne provano 2-3, è la routine della rifinitura del sabato. Ho seguito Crotone-Roma per un tempo, ho visto il rigore. Già dalla postura si capisce se uno è convinto di andare e come vuole calciare. Premettendo che Džeko è uno dei più forti d’Europa, il rigore è un gioco mentale col portiere. Se arrivi mani sui fianchi, non dai un’idea di determinazione. Alcune volte giocare con la postura prima di battere un rigore è importante”.
Se Džeko non dovesse più calciarli, chi potrebbe tirarli in assenza di Totti e Perotti?
“De Rossi lo ha battuto in finale mondiale, c’è anche Strootman, c’è Nainggolan. Credo che giocatori di personalità la Roma ne abbia, è un discorso anche di personalità”.
Avresti mai pensato che Totti avrebbe giocato ancora a 40 anni?
“Giocare con Francesco è bello, soprattutto per uno che ricopre il ruolo di regista, lui si mette in modo tale che possa giocare anche di prima, ti viene voglia di dargli il pallone perché stabilisce giocate impensabili per la mente umana, le giocate di prima con le spalle alla porta non son ofacili da leggere sia per gli avversari che per i compagni. Delvecchio ha fatto la sua carriera a Roma anche grazie alle giocate di Totti, a 40 anni la sua velocità di pensiero gli sta dando la possibilità di giocare”.
Quanto sei stato vicino al Real Madrid?
“Molto, molto vicino. Tra molto vicino e averci giocato ce ne passa. Ora che faccio l’allenatore, molto probabilmente ho tanti flash della mia carriera perché cerco di portarmela avanti, da quello che so diciamo che l’Udinese non voleva tantissimi soldi ma contropartite, credo non se ne sia fatto nulla per questo motivo. In quel momento l’Udinese non ha optato anche per la carriera del suo giocatore, ma per i suoi interessi. Ma fa parte del calcio, da allenatore se mi dovessero togliere un giocatore importante mi dispiacerebbe. Ma è un calcio in cui chi offre di più prende il giocatore”.
Spalletti è l’allenatore definitivo per portare una vittoria a Roma?
“Credo che valga lo stesso discorso, di definitivo non c’è nulla, ma Spalletti in questi due anni in una piazza difficile come Roma sta avendo risultati, quasi a marzo è in corsa per tre obiettivi. A Roma vuoi o non vuoi si vede bel calcio. Quando la Roma è concentrata e decide di vincere la partita lo fa giocando bene a calcio”.