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GIORGIO ROSSI, SPECIALE VG - Le parole di Mazzone, Rizzitelli, Di Francesco e Losi

di Gianluca Fiume

Dopo 55 anni di onorata e lunga carriera, Giorgio Rossi lascerà la Roma e la gara di stasera contro il Catania sarà l'ultima per lui da addetto ai lavori. Una vita spesa per la Roma, una passione riversata nel lavoro, quello da massaggiatore, che lo ha portato a farsi conoscere ma soprattutto amare dai calciatori giallorossi. Più di un semplice massaggiatore, Giorgio è una colonna del club capitolino, una "guida" per molti. Vocegiallorossa.it ha intervistato in esclusiva alcuni ex che hanno militato in giallorosso e che hanno quindi conosciuto e condiviso esperienze con lo storico massaggiatore.


Cosa rappresenta una figura come quella di Giorgio Rossi in un calcio dove i rapporti non sono più così longevi?

Mazzone: "Moltissimo, per di più è rimasto sempre umano e premuroso. Nei momenti difficili della squadra, quando c'era aria di crisi, lui era sempre quello che tirava su il morale e che sosteneva i giovani ragazzi. Insomma uno di quelli che non ci sono, ma che sono sempre presenti".

Rizzitelli: "Esatto, è una bandiera. E' la bandiera dei massaggiatori, un amico di famiglia, tra le figure principali e più presenti nell'ambiente giallorosso. Era un personaggio completo sempre disponibile, non solo quando si trattava di parlare di calcio quindi".

Di Francesco: "Mi auguro veramente tanto che Giorgio venga preso a modello da tutti i massaggiatori, i calciatori e le società di calcio. Ciò che ha fatto non va dimenticato ma, anzi, ricordato come esempio da seguire".

Losi: "Questa è sicuramente una cosa speciale. Lui è un esempio perfetto da seguire dato che rappresenta la Roma di tanti anni fa e anche quella attuale. Giorgio è la Roma e al tempo stesso un suo tifoso".

Come definirebbe Giorgio Rossi ed il suo rapporto con lui?

Mazzone: "Un uomo eccezionale ed un grande professionista. Io sono stato davvero bene con Giorgio; a Roma abbiamo vissuto un rapporto intenso, anche se poi quando finivano gli allenamenti io andavo a destra e lui a sinistra".

Rizzitelli: "Dire padre sembra scontato, ma lo è stato veramente, specialmente per i giovani calciatori che arrivavano. Anche io quando arrivai a Roma ero giovane ed una figura paterna come Giorgio è molto importante. specialmente quando stai in una grande città, una grande società ed una grande squadra come la Roma; è sicuramente una grande persona disponibile a 360 gradi".

Di Francesco: "Come Totti è la storia in campo della Roma, Giorgio lo è stato fuori dal rettangolo di gioco. E' stato non solo un vecchio massaggiatore, ma come un padre per me; sicuramente ho un grande ricordo personale. Questa che verrà sarà una grande perdita lavorativa, ma d'altronde è giusto anche così dopo il suo lungo impegno alla Roma". Come lo definirebbe in una parola? "Paterno. Almeno personalmente".

Losi: "L'ho conosciuto che non era ancora il mio massaggiatore perché lui si occupava ancora del settore giovanile a Tre Fontane. Quello che posso dire è che era indispensabile sin da allora alla Roma".

Può raccontarci un aneddoto curioso che lo ricorda o che avete vissuto assieme?

Mazzone: "Mi ricordo un giorno a Cagliari quando venne la Roma, che è la mia storia. Io allenavo il Cagliari e ci affrontammo da avversari. Finita la partita incontrai Giorgio e scoppiammo a piangere tutti e due. Quel giorno vincemmo, eppure io non sapevo se essere felice o scontento".

Rizzitelli: "Dirne uno in particolare è difficile perché ce ne sono stati veramente tanti. Ti aiutava dal pallone alle cose più comuni, che so, i documenti da fare o per la casa. Se ci è stato per cosi tanto tempo non lo ha fatto per interesse economico ma per volere e amor suo; ora come ora è difficile trovare nel calcio persone simili, massaggiatori che, come lui, restino per così tanti anni nella stessa squadra".

Di Francesco: "Un aneddoto importante è quando mi sono operato al polmone. Durante l'operazione Giorgio mi teneva per la mano, dall'inizio alla fine. Mi diede moltissima forza e di questo gli sono ancora riconoscente".

Losi: "Aneddoti particolari non ce ne sono poiché il rapporto non è stato appunto molto ravvicinato, ma comunque dopo, quando ho smesso di giocare e andavo a Trigoria per vedere gli allenamenti e salutare i vecchi amici, l'ho incontrato più volte. Mi fa piacere che la Roma ora gli renda il giusto omaggio".


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