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Sheriff Tiraspol, Bordin: "La Roma non avrà difficoltà a dimostrare che sarà la più forte del girone"

di Andrea Gonini

Roberto Bordin, tecnico dello Sheriff Tiraspol che affronterà la Roma nel girone G di Europa League, ha rilasciato un'intervista a Radio Romanista. Queste le sue dichiarazioni:

Stiamo cercando di scoprire questa trasferta che è una novità, nonostante lo Sheriff sia conosciuto. Qual è la situazione da quelle parti?
"State tranquilli, da queste parti si vive bene. Sto qui da sei mesi con mia figlia quindi si sta benissimo".

Spesso ci si ferma alla formazione che scende in campo, ma come si fa a lavorare in un club con così tante nazionalità?
"È importante la comunicazione, io ho due interpreti che parlano portoghese e spagnolo e che comprendono il russo: mi aiutano perché non tutti capiscono l’inglese. Negli anni ho imparato a fare frasi brevi e corte in modo che sia facilmente traducibile e che arrivi il messaggio. Dal punto di vista motivazionale ed emozionale è difficile, io mi preparo delle frasi da dire velocemente prima e ho comunque un collaboratore che parla russo".

Come si vive il calcio da quelle parti?
"C’è trasporto e molto seguito, c’è meno gente in campionato rispetto alle coppe ma qualche fan club c’è e abbiamo anche la curva. Il club è seguito, poi quando si gioca con squadre come la Roma per noi è importante".

Ha visto la partita di ieri sera?
"Ho visto un pezzo, perché stavo viaggiando e l’aereo ha fatto un ritardo di un paio d’ore. Avrò modo di studiare la Roma con più calma, così come gli altri avversari".

Ha allenato due volte lo Sheriff, con lei la squadra vince il 75% delle gare in campionato e non credo sia mai semplice. Come si tiene così alta l’attenzione sempre?
"Sono fortunato perché ho sempre cercato il massimo nei miei compagni e giocatori, bisogna trovare la chiave giusta e capire che il lavoro è quello che rimane alla fine della stagione. La gestione è difficile per via delle molte nazionalità, ma un po’ di esperienza ce l’ho: non è semplice, ma amo questo lavoro e mi piace farlo".

Nel prossimo futuro pensa di tornare in Italia?
"La mia prima esperienza fu in D con la Triestina ed è stata l’unica in Italia. Nonostante una carriera lunga in Italia da calciatore non ho avuto neanche un colloquio. All’estero sto molto bene perché sono apprezzato e considerato, ci sono buone strutture sia qui che in Azerbaigian dove ho allenato, ma tornerei volentieri in Italia perché è casa mia. Ma ora sto all’estero e sto bene qua".

Qual è l’obiettivo in Europa dello Sheriff?
"Cinque anni fa facemmo l’UEL e arrivammo a pari punti col Copenaghen per la differenza reti: facemmo tanti punti per essere lo Sheriff. La Roma è la più forte e non avrà difficoltà a dimostrarlo, anche lo Slavia è forte. Col Servette ci giocheremo altre posizioni, ma ci sono sempre le sorprese che andremo a cercare lavorando tutti i giorni e giocandocela fino alla fine".

L’ha imparato un po’ di russo?
"Un po’ lo capisco perché mia moglie è russa, ma uso di più l’inglese


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