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Providence: "Petrachi ha scommesso su di me e sono fiducioso per il futuro. In Italia è più difficile che in Francia"

di Ludovica De Angelis

Ruben Providence, attaccante della Roma Primavera, ha rilasciato una lunga intervista al sito francese lestitisdupsg.fr. Il giovane, classe 2001, ha parlato anche dell’esperienza in giallorosso e del PSG, sua ex squadra. Queste le sue dichiarazioni:

Sull'addio al PSG: 
"Ho lasciato il club perché sentivo che avrei potuto progredire altrove. Quando giochi al PSG, ricevi regolarmente proposte di club. Il progetto di carriera che mi ha offerto la Roma mi ha convinto. Il PSG voleva tenermi, ma c'era molta meno certezza di salire in prima squadra. La mia scelta è stata quella di unirmi alla Roma, dove mi aspettava un progetto ottimale per facilitare i miei progressi. Non denigro il PSG che è un club molto grande con molti talenti, ma sfortunatamente non può promettere di mantenere tutti".

Sulla scelta di firmare con la Roma: 
"Sono consapevole che questa è una scommessa rischiosa, perché la Roma è un grande club con giocatori giovani molto bravi. Ma il presidente e il direttore sportivo mi hanno mostrato un vero interesse. Hanno voluto veramente scommettere su di me per farmi crescere sempre di più e questa linea, per il momento, non è cambiata. Sono contento della mia scelta e sono molto fiducioso per il futuro".

Sull'esperienza a Roma: 
"Qui ci sono diversi francofoni, che hanno facilitato molto la mia integrazione dato che non parlavo una parola di italiano. Appena arrivato, ho percepito una grande attenzione intorno a me perché venivo dal PSG. Sono stato anche sorpreso perché il club mi ha fatto entrare dalla porta principale. Ero molto lusingato e anche un po’ imbarazzato considerando quanto sono timido. Il direttore sportivo non voleva che parlassi in una conferenza stampa, ed è stato meglio perché non avrei voluto. La stampa ha scritto molti articoli su di me, i media hanno parlato molto del mio arrivo. Improvvisamente, i tifosi si sono davvero interessati a me e ho percepito gli occhi della gente sono su di me, soprattutto da quando mi sono unito al gruppo della prima squadra in allenamento. Vivo ancora nel centro sportivo, ma la prossima settimana avrò il mio appartamento. Ovviamente, mi trasferirò dopo il mio rientro. Ho un amico allenatore che sarà al mio fianco per gestire in particolare la mia alimentazione".

Sulle differenze tra il PSG e la Roma
“Tutti a Roma amano la Roma, è più di una passione, è un amore per questa maglia. Sono quasi fanatici, con molta passione inclusi i miei compagni italiani. Il calcio è una religione qui, è un'istituzione a differenza di Parigi".

Il rapporto con Pastore: 
"Lui è tornato a giocare dopo due mesi, dopo alcuni problemi fisici. Lo incontro sempre in allenamento. Non sapeva che venivo dal PSG. Ci siamo scambiati qualche parola in francese".

Sulla Primavera della Roma: 
"Sto crescendo molto con la Primavera. Ho giocato 15 partite in campionato. Siamo al quinto posto. Le prime sei squadre partecipano ai playoff alla fine della stagione per l’assegnazione del titolo. Questo campionato riunisce l’U19, e anche alcuni giocatori nati nel 1999 e nel 2000. È comune tra i professionisti che alcuni giocatori, che hanno bisogno di minutaggio, scendano a giocare con noi. Di recente, Amadou Diawara è venuto a giocare con noi. Questa competizione è molto difficile perché è un campionato chiuso ai club professionistici. È più difficile di quello in Francia. I ragazzi dell’Atalanta e dell’Inter mi hanno colpito molto. Anche la Juventus ha un’ottima squadra. Il nostro team ha talento, ma ci manca la continuità nei risultati".

Sulle ambizioni e il futuro:
"Il mio sogno più grande è quello di rendere orgogliosi mio padre e tutta la mia famiglia. Voglio diventare un giocatore di punta e giocare in Champions League. Quando vado allo stadio Olimpico per vedere la prima squadra della Roma vorrei tanto scendere sul prato. I tifosi sono eccezionali. Spero di essere lì in campo il prima possibile".


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