Il punto di Bacconi: "La copertura della fasce il punto debole della Roma, tanto possesso ma zero tiri"
La pioggia blocca le sofferenze della Roma che dopo una partenza baldanzosa soffre il ritorno dei padroni di casa.
C'era curiosità intorno a questa partita, sia per la striscia positiva degli uomini di Luis Enrique, in crescita nel gioco e nella consapevolezza oltre che nei risultati, sia per la presenza di Vincenzo Montella sulla panchina del Catania.
E la gara non tradisce le attese. L'ex aeroplanino cambia assetto per l'occasione passando alla difesa a quattro, per avere sempre la superiorità numerica contro il tridente giallorosso. Di conseguenza tutto il baricentro della squadra etnea è risucchiato all'indietro, col risultato di rientrare con tutti i suoi effettivi dietro la linea della palla.
Un atteggiamento che paga. In attacco la Roma risulta imbrigliata. Anche nel primo quarto d'ora, quando Totti illumina il gioco, gli spazi stretti e i raddoppi anche in extremis ben dentro l'area di rigore sporcano i tentativi di Bojan e Lamela.
La scelta di Montella è premiante soprattutto una volta recuperata palla. Lodi è lucido, così come Almiron, a non tergiversare, riproponendo subito l'azione in verticale su Gomez da una parte e Barrientos dall'altra che vanno a sfidare in velocità rispettivamente Rosi e Taddei. Si enfatizza così il punto debole della Roma, la copertura delle fasce. Il finale di primo tempo è quasi un tiro al bersaglio. Ogni ripartenza è una palla gol per il Catania. Dai piedi dei due esterni rossoblù nascono i maggior pericoli. Luis Enrique rivede i fantasmi della prima parte della stagione, tanto possesso e zero tiri. Gli errori sotto porta di Bergessio e le pozzanghere del Massimino lo salvano da un brutto passo falso, dandogli un'altra possibilità, ma tra un mese per l'ultima mezz'ora servirà una Roma diversa.
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