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Alberto De Rossi: "Non allenerò mai Daniele"

di Gianluca Fiume
Fonte: Tuttosport

Alberto De Rossi, in una lunga intervista rilasciata a TuttoSport, ha parlato del mondo della Primavera, della Tim Cup da poco conquistata e anche della prima squadra. Eccone uno stralcio:

L' altra sera durante i festeggiamenti per la vittoria della coppa Italia Primavera, lei si è seduto da solo in panchina e ci è rimasto per qualche minuto. A cosa pensava?
«Mi sono voluto godere il momento, per una volta ho vestito i panni dello spettatore. Vedevo i miei ragazzi gioire, la gente esultare, l’Olimpico pieno. E’ stata un’emozione fortissima anche perché abbiamo vinto contro una squadra formidabile come la Juventus, che ha tanti ragazzi promettenti: da Chibsah a Spinazzola, senza dimenticare Gouano, Beltrame e Untersee».

Cosa ha provato quando ha letto che l’Inter ha vinto la Champions League Primavera?
«Non si tratta di Champions League – sorride – altrimenti la Roma avrebbe partecipato di diritto. Anzi, saremmo stati i primi ad essere invitati visto che siamo Campioni d’Italia e abbiamo il settore giovanile che ha dato più giovani alla serie A. Si tratta di un torneo (Next Generations Series, ndc) di livello ma non è certo la Champions».

Come è cambiato il rapporto con l’allenatore della prima squadra dall’arrivo di Luis Enrique?
«Mi trovo benissimo. Un rapporto del genere in passato ero riuscito ad instaurarlo solamente con Spalletti. Ci confrontiamo spesso».

Quando sarà possibile vedere la Primavera giocare con lo stesso modulo della prima squadra?
«Non lo so ma l’idea è condivisa da Sabatini che ha già voluto inserire nel contesto dei ‘grandi’ sia la Primavera che gli Allievi Nazionali».

Lei non ha mai allenato suo figlio Daniele: un caso o una scelta?
«Un paio di volte ci sono andato vicino ma ho sempre rifiutato. Ritengo che non sia possibile per un padre allenare un figlio. Sarebbe una situazione insostenibile soprattutto per lui. Non allenerò mai Daniele. Il compito di un padre è quello di mettere il figlio in condizione di vivere con serenità e tranquillità. Quindi un padre deve fare il padre, non l’allenatore».

Il suo prossimo obiettivo?
«Rimane il solito: portare più giovani possibili in prima squadra. Lo so, sono strano vero?».

 


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