Alisson: "Dobbiamo tornare a essere la squadra che eravamo. De Rossi un esempio per tutti, è sempre presente"
Fonte: As Roma Match Program
Alisson Becker, portiere della Roma e del Brasile, ha rilasciato un'intervista all'AS Roma Match Program in vista della gara di domenica contro l'Hellas Verona. Queste le sue parole:
Alisson, cosa sta succedendo alla squadra?
“In queste ultime gare siamo calati un po’ nel rendimento in campo, abbiamo avuto difficoltà con la Juventus fuori casa, ma era difficile giocare a Torino. Poi però anche in casa abbiamo perso punti importanti, era il nostro punto di forza giocare all’Olimpico e invece anche su questo aspetto siamo calati un po’”.
Crede possa essere una mancanza di concentrazione? Il mister Di Francesco ha parlato soprattutto di questione mentale. Come si spiegano e come accadono questi cali di tensione?
“Il lavoro sulla concentrazione è individuale, ognuno si impegna su se stesso. Io faccio il massimo per rimanere concentrato, ho le mie abitudini per preparare la partita nella maniera migliore. Il lavoro che faccio su di me inizia dal primo allenamento del giorno che precede la gara. La squadra deve crescere per evitare che accadano cali di tensione, noi entriamo sempre in campo per vincere, ma ultimamente stiamo sbagliando tanto. Abbiamo dimostrato nella prima parte della stagione la nostra forza: ci siamo qualificati in Champions, eravamo nei primi posti e si parlava di scudetto. Oggi ci manca solo un po’ di concentrazione”.
Fino ad un mese fa eravate tra le formazioni che incassavano meno gol, cosa è cambiato?
“Eravamo fortissimi dietro e non solo i difensori, i centrali e i terzini. Tutta la squadra lavorava insieme e ne veniva fuori un bell assetto difensivo. Ed era merito anche del lavoro offensivo che non lasciava uscire le altre squadre, non le faceva arrivare fino alla nostra porta. Nelle ultime partite abbiamo subito fino a 30/40 tiri nella nostra porta, dobbiamo migliorare e non lasciare tante occasioni agli avversari. Nella prima parte della stagione ci sono state gare in cui non ho fatto neppure un intervento. È il momento di tornare sulla strada giusta. È un periodo difficile, ma io sono fiducioso, certo manca anche un po’ di fortuna. Ma la fortuna non basta, dobbiamo comunque migliorare su molti punti e dobbiamo mettere più cattiveria in campo per tornare la squadra che eravamo prima”.
La sconfitta contro la Samp in casa davanti ai nostri tifosi sarà lo sprone per cambiare strada sin da subito?
“Speriamo di sì, dipende tutto da quello che faremo in campo la prossima partita. Il nostro pensiero deve essere indirizzato al prossimo appuntamento che è sempre il più importante. La partita con il Verona sarà fondamentale per noi, per ritrovare la nostra forza. Loro vorranno fare la partita ma noi dobbiamo mettere in pratica ciò che sappiamo fare per portare a casa i tre punti”.
Savorani la scorsa settimana ci ha svelato che il suo pregio migliore è rendere semplici le parate difficili. È vero?
“Sì è così, è il mio pensiero fisso. Se il portiere è ben piazzato, riesce a rendere tutto facile. In allenamento Savorani mi aiuta a trovare la misure del campo, della porta e poi in partita mi torna molto utile. Savorani lavora molto anche sull’aspetto mentale, sull’importanza della concentrazione. Lui ha un gran merito per il mio rendimento in campo di questo periodo”.
Sempre Savorani ha detto che lei sta beneficiando del lavoro che hai fatto lo scorso anno: ci racconta come ha vissuto la stagione scorsa in cui non era il titolare fisso?
“È stata una annata particolare per me, venivo da un calcio dove giocavo 50/60 partite all’anno e sono passato a giocare due partite in due settimane e poi nulla per due mesi… non è facile per un portiere gestire questa situazione. Ho sfruttato quei mesi per imparare la lingua e studiare il campionato italiano dove si gioca un calcio diverso dal Brasile, è molto più tattico. Il pallone è lo stesso ma il calcio non è uguale. Ho imparato anche ad avere pazienza, ed è stato molto utile”.
In cosa pensa di essere migliorato di più dal suo arrivo a Pinzolo lo scorso anno?
“In tutti gli aspetti; il giorno che sono arrivato mi hanno chiesto quale fosse il mio punto debole e la mia risposta è stata che dovevo migliorare in tutti gli aspetti. E a distanza di un anno e mezzo è avvenuto così, sono migliorato in tutto: l’aspetto fisico, mentale, tecnico, sulle uscite alte e basse, sui piazzamenti. La continua ricerca di migliorare è il mio credo della vita. E sarà sempre così, voglio migliorare sempre di più per aiutare la squadra ad essere sempre più vicino alla vittoria”.
Tutti dicono che sta disputando una splendida stagione, lei che voto si dà?
“Siamo a metà stagione, risponderò a questa domanda a fine anno. Fino ad ora sta andando bene ma spero che migliori ancora sia il mio rendimento che quello di tutta la squadra. Meritiamo qualche cosa in più, ora siamo in un punto difficile, ma speriamo di uscirne fuori al più presto”.
Qual è la sua miglior parata fino ad oggi?
“Quest’anno sono tante… forse la punizione di Caprari contro la Sampdoria. Un tiro difficile, una punizione da posizione ravvicinata. Lui ha tirato benissimo una palla angolata, ho dovuto essere molto veloce per fare l’intervento”.
Ad un anno e mezzo dal suo arrivo in giallorosso, chi è il compagno che ti ha colpito di più quest’anno?
“De Rossi, sempre. lo studiavo già da quando ero piccolo, è sempre stato un calciatore cattivo, forte, sempre voglioso di vincere. Quando sono arrivato e lo ho conosciuto personalmente ho scoperto essere una persona bellissima anche fuori dal campo. Daniele è un esempio per la tutta la squadra, in modo discreto, senza fare il fenomeno, è sempre presente nel modo giusto”.
E tra i nuovi arrivati invece?
“Ünder sta facendo molto bene; per un calciatore che non parla quasi per nulla l’italiano è stato davvero difficile, ma migliora ogni giorno le sue prestazioni in campo. Farà molte cose belle per la Roma”.
Cosa le chiede in particolare Mister Di Francesco?
“Abbiamo un rapporto bello, il mister è bravissimo, e mi chiede di fare il mio lavoro… prima di tutto parare e poi aiutare la squadra negli sviluppi. Lavoriamo su questi aspetti ogni giorno. Cerco di migliorare nelle uscite e sulle palle in profondità. Cerco di dare il mio massimo… e anche un po’ di più”.
Prossimo appuntamento Verona, i gialloblù sono penultimi in classifica: quali potrebbero essere le insidie della gara?
“Incontrare chi è nei ultimi posti in classifica è un aspetto complicato. Tutti si aspettano da noi che si vinca per forza, ma non sarà facile. Noi dobbiamo arrivare lì con i piedi per terra, umili e fare la nostra partita, Dobbiamo correre e come si dice in Italia… pedalare”.
Il Verona nell’ultima gara di campionato ha vinto 4-1 a Firenze contro la Fiorentina, nonostante avesse alle spalle 4 sconfitte consecutive…
“Certamente loro hanno più entusiasmo dopo una vittoria in trasferta contro una squadra forte. Dobbiamo solo occuparci di noi”.
Dopo il Verona, il Benevento, l’Udinese e poi lo Shakthar. Può essere l’occasione per recuperare in campionato e dare nuovo impulso alla stagione?
“Guardando al futuro dobbiamo ripartire subito per arrivare all’impegno di Champions con fiducia e giocando il nostro vero calcio. Quello che abbiamo giocato contro Chelsea e Atletico. Dobbiamo tornare ad essere la squadra che eravamo…”.