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Alisson: "Il primo anno a Roma mi sentivo un po' abbandonato. So calciare i rigori"

di Marco Rossi Mercanti
Fonte: SportWeek

Il portiere giallorosso Alisson ha rilasciato un'intervista a SportWeek. Ecco uno stralcio delle sue parole:

È impossibile per un tifoso comprare una sua maglia: non è in vendita! 
«Lo so. Tante persone si lamentano e mi scrivono sui social. Mi spiace sentire che i tifosi che mi vogliono bene la vorrebbero ma non possono, é una cosa brutta che non ci sia quella del portiere!».

Nella prima stagione alla Roma era una riserva, si è sentito un po’ abbandonato?
«Sì, un po'. Però ho passato più tempo con mia moglie: un mese dopo l'arrivo a Roma, lei era incinta. E così ho pensato meno alle cose che andavano male. Però ho lavorato e imparato tanto, anche insieme a un portiere grandissimo come Szczesny: quando sono arrivato a Roma ero pronto come calciatore, adesso sono pronto anche per il calcio italiano».

La parata che ricorda più volentieri?
«Brasile-Argentina 3-0 nel 2016, qualificazioni al Mondiale: sullo 0-0 ho preso un tiro da fuori area di Biglia e, subito dopo, abbiamo segnato il gol del vantaggio. Con la Roma ho fatto una bella partita contro l'Atletico Madrid all'Olimpico, in Champions. Ma non bisogna pensare troppo alle belle parate perché magari la mandi in angolo e prendi gol un secondo dopo».

Quanto fa male quanto la palla entra in porta?
«È brutto anche quando vinci, mi viene una rabbia... Ho fatto tante parate. però ho preso tanti gol. Il peggiore è stato annullato, contro l'Ecuador nella Coppa America 2016. L'attaccante ha fatto un mezzo tiro dalla linea di fondo verso la porta, la palla ha deviato sul primo palo, ha colpito il mio braccio ed è entrata. Ma per l’arbitro era uscita e ha ordinato la rimessa».

A cosa pensa quando stanno per battere un rigore?
«A pararlo! E il momento in cui sono più solo che mai. Studio come tirano i calciatori e cerco di ricordare quello che ho visto. ma ho la mia idea già prima che inizi la partita. Il più bello che ho parayo è stato contro il Palmeiras nella Coppa del Brasile. Eravamo 0-0 e lo tirava il paraguaiano Lucas Barrios. Quando ho parato è venuto giù lo stadio. Anche io so batterli, ma lascio fare agli altri».

In cosa invece è rigoroso?
«Nel lavoro. Sono serissimo e non scherzo mai in campo. Mi diverto, perché faccio un lavoro che amo ma il calcio si risolve nel dettaglio. si lavora per arrivare alla perfezione».

Roma è in trepidazione per la sfida con lo Shakhtar.
«Sarà una partita dura tra due squadre che vogliono vincere e che hanno qualità. Nello Shakhtar ci sono miei connazionali che conosco e la squadra ha le caratteristiche del calcio brasiliano. Con Taison siamo cresciuti nel settore giovanile e con Fred abbiamo proprio giocato insieme in prima squadra».

La papera peggiore?
«In campo qualcuna. nella vita troppe. Una tremenda alla tv brasiliana. in un talk show: avevo appena firmato con la Roma e il conduttore mi chiese se avevo già imparato le parolacce in italiano. Ho detto delle cose terribili senza rendermi conto della gravità. Quando l'ho capito, era troppo tardi».


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