.

Amelia: "A Roma si vive sulle montagne russe, da altre parti no: fa la differenza. A Olsen serve un periodo di adattamento"

di Gabriele Chiocchio

Marco Amelia, terzo portiere della Roma nella stagione 2000-2001 e ora allenatore della Lupa Roma, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport. Eccone uno stralcio.

Il primo in discussione è Di Francesco. Che cosa ne pensa?
«Ricordo come fosse ieri l’inizio della stagione 2000-01. Per l’eliminazione in Coppa Italia fuori Trigoria c’era qualche migliaio di persone a contestare. Pochi mesi dopo festeggiavamo lo scudetto. I conti facciamoli alla fine e lasciamo lavorare questo gruppo».

Possibile sia già svanito l’effetto semifinale di Champions?
«A Roma si vive sulle montagne russe. A Milano c’è un clima molto ovattato intorno alle due squadre, a Torino ancor di più. E questo alla lunga fa la differenza, in una stagione. E nella possibilità di aprire un ciclo».

La cessione improvvisa di Strootman può aver creato problemi nel gruppo?
«Questa è una squadra matura, che ha superato e metabolizzato anche l’addio del più grande calciatore della storia della Roma. Ogni anno si fanno gli stessi discorsi, poi il campo parla e dice che i calciatori passano e la Roma va avanti».

Un giudizio su Olsen…
«Esperto, con personalità, bravo con i piedi. Come per tutti gli stranieri serve un periodo di inserimento e adattamento».

Si parla di enigma Pastore…
«Un fuoriclasse, lo conosco da quando eravamo a Palermo. Deve solo trovare i tempi e gli spazi per essere al massimo».


Altre notizie
PUBBLICITÀ