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Ancelotti: "Un giorno allenerò la Roma. I giallorossi devono mantenere i nervi saldi"

di Gabriele Chiocchio
Fonte: Sky Sport

Carlo Ancelotti, ex giocatore della Roma e due volte Campione d'Europa da allenatore con il Milan, ha rilasciato un'intervista che andrà in onda alle ore 22:00 su Sky 3D:

Un ricordo da giocatore di Roma-Juventus?
"Ce ne sono tanti, uno su tutti, l’infortunio che ho avuto, era un Juventus-Roma, poi c’è stato un Roma-Juventus 3-0. Anche Roma-Juventus dello scudetto del 1983, quando vincevamo 1-0, siamo andati sotto 2-1 e Brio fu morsicato da un cane nel sottopassaggio. Insomma, tantissimi ricordi perché, diciamo, era la sfida scudetto degli anni '80".

Vissuta anche da allenatore, ma a colori invertiti
"Si, poi sono stato allenatore delle Juve, Devo dire che credo che il tifoso romanista non mi ha mai pienamente considerato l’allenatore della Juventus, mi ha sempre considerato un po’ romanista e in fondo è così".

Dall’esterno che idea ti sei fatto della Roma? Cambiamento, nuova gestione, adesso quasi crisi
"E’ una situazione difficile, perché è cambiato un po’ tutto, è cambiata la società, sono cambiati tanti giocatori, è cambiato l’allenatore, la filosofia di gioco. Non dico che era tutto prevedibile, perché credo che la Roma poteva fare meglio in questo inizio, ma si poteva pensare che avessero delle difficoltà e ora le stanno vivendo. Credo sia importante mantenere i nervi saldi, soprattutto la società, l’allenatore e i giocatori, perché la strada intrapresa, certamente molto difficile, credo sia anche quella giusta, che in un futuro può dare risultati".

Prima o poi andrai ad allenare la Roma?
"Un giorno andrò, credo, perché, come ho detto, rimane una piazza nella quale sono stato bene da calciatore. Il mio desiderio, adesso, rimane sempre lo stesso, quello, dopo aver toccato la Premier League, di rimanere ad allenare lì".

Cosa vedi di te in Antonio Conte e se ti aspettavi già Conte grande allenatore così presto, avendolo avuto da giocatore
"Per me è stato un grande capitano, con grandissima professionalità, che fa parte inevitabilmente del suo carattere, questa sua serietà, che è riuscito a trasmettere facendo l’allenatore. Come allenatore, rivedo in lui, tutto quello che aveva ampiamente dimostrato da giocatore, quindi, serietà, impegno, volontà, dedizione. Nella sua squadra vedo questo, grande impegno, grande entusiasmo, una grande dedizione nel fare le cose al meglio. Questo è il carattere dell’allenatore".

Cosa rivedi di te in Allegri e se c’è qualcosa del tuo Milan in quello di oggi
"Credo che Allegri è stato bravissimo, perché al primo anno ha vinto lo scudetto, mettendoci certamente del suo, in una piazza, e in un ambiente, non difficile, perché il Milan è una grande società, molto organizzata, e credo che ognuno lì, dai giocatori all’allenatore, può dare il meglio di se proprio per l’organizzazione. Però, ha portato delle cose nuove; il fatto che, ad esempio, un giocatore come Nocerino si riveli goleador, vuol dire che c’è la mano dell’allenatore. Il fatto che i centrocampisti abbiano questa facilità di inserirsi a segnare, credo che sia quello che si vedeva nel Cagliari di Allegri, ed è quello che è riuscito a portare al Milan".

Juve e Milan sono divise da due punti in classifica: in questo momento cosa diresti, la qualità del Milan o la grinta della Juve per lo scudetto?
"Se fossi dalla parte del Milan, sarei preoccupato della Juve perché, come ho detto, c’è entusiasmo, ha giocatori in grande forma, non è impegnata in altre competizioni. Quindi, direi che è l’avversario più pericoloso per il Milan. Nello stesso tempo, la Juve deve giocare contro una squadra che ha esperienza, qualità, ha un po’ tutto. E’ abituata a lottare fino alla fine, non ha problemi di pressione quando è in testa. Direi un duello molto avvincente".

Tu hai visto Tevez da vicino
"Tevez è un grandissimo. Se il Milan riesce a prendere Tevez fa un grandissimo salto di qualità, perché pensare a Ibrahimovic e Tevez davanti, credo sia preoccupante per gli altri".

 


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