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Andreazzoli: "Abbiamo ottenuto un risultato importante in un ambiente non ideale per noi"

di Greta Faccani
Fonte: Radio Anch'io su Radio Rai

Aurelio Andreazzoli, reduce da una vittoriosa trasferta con la sua Roma, è intervenuto questa mattina nella trasmissione Radio Anch’io su Radio Rai. Ecco le sue parole:

Andreazzoli, ieri una bella impresa in un campo difficile, vuoi per l’avversario, vuoi per la neve. La Roma ha imparato a difendere?
"Sì, possiamo dire che abbiamo ottenuto un risultato importante in un ambiente non ideale per noi, sia per le caratteristiche dell’Atalanta che per le condizioni atmosferiche. Noi, abituati al fioretto ci siamo adattati ad usare la spada".

Si può dire che lei sia un tecnico abituato a ragionare in base al buon senso?
"Io credo che il calcio sia un gioco però è allo stesso tempo una cosa seria e va interpretata nell’una e nell’altra maniera. Io ho passato 10 anni a fare il tattico in serie A al fianco di tanti allenatori dai quali ho preso molto. Ma nei 20 anni precedenti ho svolto il ruolo di primo allenatore. Ho maturato esperienza e convinzione, assumendo un’idea di calcio che è la mia e di nessun altro".

È sbagliata l’impressione che l’unico a sembrare ancora non recuperato a livello psicologico sia Stekelenburg?
"Secondo me sì. Io lo vedo lavorare con entusiasmo tutti i giorni. È rinato, mettendo in luce prestazioni importanti. La parata sulla punizione di Pirlo è stata decisiva per non cambiare l’equilibrio di una partita che poi abbiamo vinto. Anche ieri si è messo in mostra con una parata che solo lui poteva fare visto le sue caratteristiche fisiche. Stek sta dimostrando il suo reale valore".

Come si è trovato a passare da tattico ad allenatore?
"Sotto questo punto di vista sono facilitato: io vivo da 8 anni all’interno del Fulvio Bernardini. Conosco vita morte e miracoli, avevo un'idea ben precisa di cosa non funzionasse. Si è sempre detto che Roma sia un ambiente difficile. Ho messo mano ai problemi da risolvere che non riguardavano solo la squadra che poi rimane aspetto più importante, ma di riflesso creare sinergie che portassero linfa ed energia alla squadra, ho chiesto aiuto a tutti e mi stanno aiutando. Anche il pubblico romano di cui non avevo nessun dubbio. La squadra poi è di assoluto valore pensata che ieri avevamo a casa De Rossi, Totti, Castan e Destro e messo ragazzi che poi sono stati migliori in campo lasciando fuori altri giocatori di valore".

Che rapporto c’era tra lei e Zeman?
"Definirmi tattico anche con altri allenatori è un po’ riduttivo perché poi si collabora in tutto. Io ho il ruolo di essere a disposizione degli allenatori che arrivano, poi è a discrezione loro avvelersi di me ma io sono sempre a disposizione".

Difficoltà per De Rossi?
"Ha bisogno di tempo, per il calcio moderno bisogna essere al top lui è di valore quindi anche se non sta bene riesce a fare prestazione: con cuore e tecnica tornerà campione".

Perché Zeman non ha funzionato?
"All’interno di un gruppo di lavoro c’è bisogno di una scintilla. Zeman ha espresso un calcio meraviglioso come ci ha abituato nella sua carriera".

Come vive la lettura quotidiana di tanti nomi per la panchina della Roma nel prossimo anno?
"Io vivo tranquillamente questo momento. So qual è il mio ruolo e sto svolgendo il mio ruolo rispetto a quello che la società mi chiede. Mi sono contornato di ragazzi bravissimi, ho scelto gli ultimi e non quelli in mostra. La società prenderà le decisioni che io accetterò senza problemi".

Problemi difensivi?
"La difesa non è debole, abbiamo ragazzi di valore: Castan è fenomenale, Burdisso una garanzia, Marcos una promessa che fa cose da 30 anni con qualità, inoltre Piris dà affidamento assoluto. Romagnoli è un ragazzino con qualità. Dobbiamo avere più equilibrio senza mancare di essere propositivi e di attaccare la porta. Ieri Balzaretti è stato alto, ha scaricato sui mediani e il cambio di gioco sull'altro esterno Torosidis. La struttura difensiva ci garantisce di essere sempre attenti, in fase possesso e non possesso".


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