Andreazzoli: "Sono romanista. Finale di Coppa Italia? Ero un allenatore di supporto"
Fonte: Tele Radio Stereo
Aurelio Andreazzoli, ex collaboratore della Roma che ha anche allenato nel 2013, è intervenuto sulle frequenze di Tele Radio Stereo analizzando la prima parte di stagione dei giallorossi:
Pregi e difetti della Roma di quest’anno?
“Ne vedo pochi di difetti. Mi sembra che abbia fatto un po’ di fatica all’inizio a ritrovare l’identità, ma l’ha fatto dopo poco tempo, lo dimostra in larga parte la gara di ieri sera. Anche i se i risultati numerici sono un po’ striminziti, ma evidenzia un’identità che è quella del suo allenatore. È una squadra solida, attualmente è la miglior difesa del campionato. Uno ragiona per migliorarla, si può sbagliare”.
Cosa si porta dietro della sua esperienza sulla panchina della Roma?
“Un’esperienza importante che ha dato corpo alla mia carriera, che mi ha visto calcare i campi di tutte le categorie: dai dilettanti alla Serie A. I numeri sono oggettivi, la partita che lei non vuole nominare ha inciso maggiormente. Se va a vedere i numeri sono importanti. In quel periodo, mezzo campionato, noi siamo riusciti a battere le prime tre (Napoli, Juventus e Fiorentina). Anche noi eravamo diventati la seconda difesa del campionato. Sono numeri che rimangono, come rimane la percentuale di vittorie che è superiore al 50%”.
Ci racconta cos’è successo dopo quella gara?
“Il mio ruolo era chiarissimo: ero un allenatore di supporto. Sabatini mi ha fatto un contratto di 5 anni per questo. Quando sono stato chiamato era per un lavoro che voleva la società. Alla fine di ciò sono tornato a fare il lavoro per il quale avevo il contratto, le mie aspettative erano queste. Voi avete parlato di un’eventuale riconferma, ma è normale. Se noi avessimo vinto la Coppa Italia e la società avesse voluto confermarmi di nuovo ne avrei avuto piacere. La finale è stata una brutta botta per tutto l’anno. Avere le possibilità di chiudere con un risultato del genere sarebbe stata una cosa bella”.
Lei è romanista?
“Eh direi… Il tifoso più tifoso non sarebbe stato più amareggiato di me. I punti di vista sono diversi, ma la sofferenza è quella”.
È di Massa Carrara ed è tifoso della Roma. Come mai?
“Dal 2005 lavoro alla Roma, ai tempi non avevo nessuna squadra del cuore. Tu vivi in un ambiente dove stai bene, perché Roma è particolare, dove ho trovato una rete di amicizie che tutt’ora mantengo, ho partecipato ad una squadra che mi ha accolto benissimo. Dentro Trigoria ci ho vissuto 10 anni, a contatto con la Roma. Approfitto di questo argomento per dire una cosa: tempo fa mi è stata fatta un’intervista da un vostro collega, nella quale io ho voluto leggere quello che scriveva, perché non volevo che uscissero delle particolarità. L’articolo andava bene, il titolo no. Nelle radio qualcuno mi ha asfaltato. È uscita fuori un’immagine che non è la mia. Mi è stato chiesto per chi avrei fatto il tifo tra Roma e Inter. Io ho detto chiaramente «La Roma» e lui: «Se vincesse l’Inter?», io ho risposto: «Sarei contento per Spalletti». Il titolo lo hanno fatto così: «Farò il tifo per Luciano, da lì sono fuggiti tutti».
Manca Totti, ora il fulcro della Roma è il gruppo?
“È importante affrontare questo momento. È chiaro che era un momento con il quale Totti doveva confrontarsi. Avendo avuto questo trapasso lo scorso anno, con Francesco che finalmente ha preso questa decisione. Credo che possa partire, com’era doveroso e normale, questo nuovo periodo, che sembra lo abbia preso nel modo giusto”.