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AS Roma - Dieci domande a Marco Seghi

di Gabriele Chiocchio
Fonte: asroma.it

Continua la nuova rubrica sul sito ufficiale della Roma nella quale i tifosi giallorossi possono conoscere tutti quelli che lavorano a Trigoria, dagli impiegati ai dirigenti. Il protagonista della puntata è Marco Seghi, responsabile dei rapporti con i Roma Club coinvolto anche nell’organizzazione delle gare interne dei giallorossi

1. Da quanti anni lavori con la Roma?
"Da 29 anni, precisamente dall’ottobre del 1983, pochi mesi dopo la conquista dello storico secondo Scudetto del club. Entrai come assistente al segretario generale, che all’epoca era Gilberto Viti".

2. Ci descrivi invece il tuo attuale ruolo?
"Ora faccio parte dello staff dell’organizzazione per quel che riguarda le partite interne della Prima Squadra e sono il responsabile dei rapporti con le due associazioni esistenti di Roma Club, l’AIRC e l’UTR (Associazione Italiana Roma Club e Unione Tifosi Romanisti, n.d.r.)".

3. Il momento più bello vissuto personalmente da quando sei alla Roma?
"L’evento più intenso, anche se ebbe un finale amaro, è stato sicuramente la finale di Coppa dei Campioni del 1984 all’Olimpico contro il Liverpool: vivere quella serata e le settimane che la precedettero “dall’interno”, come membro della società giallorossa, fu un qualcosa di unico, di emotivamente straordinario, a prescindere dal doloroso finale".

4. Oltre a quell’evento unico e drammatico, quale altra partita ricordi con più intensità?
"Vado ancora nel passato: cito la vittoria nella finale di ritorno di Coppa Uefa del 1991 contro l’Inter. L’1-0 finale non ci consentì purtroppo di alzare il trofeo, vista la sconfitta dell’andata, ma lo stadio Olimpico quella sera, pieno e colorato, fu davvero magico, da brividi".

5. Qual è il giocatore a cui sei rimasto legato di più nei tuoi 29 anni di Roma?
"Ne cito due: Rudolf Voeller e Ruggiero Rizzitelli. Con loro è nata, dai tempi in cui vestivano la maglia giallorossa, un’amicizia davvero forte, che prosegue tuttora al di fuori del nostro coinvolgimento nel mondo del calcio".

6. Tu che ne hai fatte tante per lavoro: qual è stata la trasferta più bella?
"Quella a Lione nel marzo del 2007: buttare fuori dagli ottavi l’OL che era tra le favorite di quella Champions League fu bellissimo. Quel giorno c’erano tanti tifosi dei Roma Club al seguito e segnò poi il ritorno della società tra le prime otto d’Europa dopo tanti anni".

7. E quella più triste?
"Purtroppo è facile da scegliere: quella del 7-1 di Manchester… che atmosfera lugubre sul volo di ritorno a Roma!"

8. Il giocatore giallorosso più simpatico incontrato durante questi anni?
"Vincent Candela, sempre sorridente e gioviale, con tutti".

9. Con chi vai a prendere il caffè più spesso a Trigoria?
"A dir la verità non prendo il caffè, ma mi intrattengo a fare due chiacchiere indistintamente con tutti".

10. Il posto del centro sportivo che ami di più, legato magari a un particolare ricordo?
"La stanza del presidente Dino Viola, a cui sono stato molto affezionato conservandone tuttora un ottimo ricordo, che si trovava dove adesso ci sono le stanze dei giocatori, nella palazzina che guarda sui campi da gioco".


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