Baldissoni: "Stamattina ho detto che il nuovo stadio sarà senza barriere nelle curve, non capisco come qualcuno abbia frainteso"
Fonte: Radio Uno - Roma Radio
La Roma è prima in classifica, ai microfoni di Radio Anch'io Sport sulle frequenze di Radio Uno parla Mauro Baldissoni, DG dei giallorossi: "Sì, è un buon momento, ma non si valutano solo i momenti, il campionato è iniziato da poco però siamo già a nove giornate, la classifica esprime quanto fatto da ciascuna squadra ma anche un equilibrio tra tutte le squadre, è presto per fare valutazioni consuntive. Ognuno si gode il primo lavoro, noi abbiamo raggiunto il primo posto dopo credo due anni".
Garcia era sul banco degli imputati, ora ha ottenuto risultati.
"Garcia lo è stato molto, ma siamo stati un po' tutti oggetto di critiche, credo faccia parte del lavoro che facciamo e dipende dalla grande attesa che c'è in città. La squadra non vince da tanti anni e ora si è attrezzata per farlo, alzare le aspettative vuol dire alzare le critiche, anche più dure, ma che accettiamo volentieri se spingono a fare meglio".
A cosa si deve la differenza nei risultati tra Champions e campionato?
"Giocare in Champions League implica l'utilizzo di energie maggiori, soprattutto se si vuole vincere in campionato, sicuramente una squadra meno abituata come la Roma può pagare il dazio. Però poi dipende dagli episodi, se non ci fosse stata la traversa di Florenzi e avessimo fatto risultato a Leverkusen staremmo parlando di un'altra classifica, non demordiamo di certo".
Garcia è stato mai in discussione?
"Lo siamo tutti quando facciamo questo lavoro, ma non è vero che il rapporto fosse agli sgoccioli: abbiamo un rapporto franco e diretto, siamo contenti di quanto ha fatto da quando è arrivato. Alcune cose, come le dichiarazioni di fine stagione, non sono state fortunate ma glielo abbiamo detto in maniera chiara attraverso il presidente: non scordiamo che Garcia ha fatto il record di punti, portando la Roma due volte al secondo posto. Ci aspettiamo di migliorare".
C'è ancora spazio per Totti in questa Roma?
"Totti non può non esserci, quello che rappresenta è così grande che occupa la Roma pienamente. Oggi è fuori per infortunio, a inizio anno ha avuto la possibilità di scendere in campo; considerata la sua età non può essere impiegato in tutte le partite, ma la sua partecipazione è quella di sempre. Finché Francesco può dare qualcosa siamo felici di averlo con noi ed è al centro del nostro progetto".
Tornando indietro, avrebbe preso un difensore centrale in più?
"È un'osservazione che ci può stare, però devo premettere che a calcio si gioca in 11 e la fase difensiva non dipende solo dai difensori. Però non dobbiamo dimenticare che la Roma si è approcciata al mercato con restrizioni concordate con l'UEFA, che non riguardavano solo il numero di giocatori impiegabili in Champions League, che comunque va considerato, ma anche restrizioni di natura economico-finanziaria, che riguardavano anche i costi degli stipendi sulle due gestioni. Fatto questo calcolo non certo semplice si è deciso di puntare sulle esigenze espresse dal nostro allenatore e il resto è stato utilizzato per completare la rosa. Poi abbiamo ottimi giocatori in ripresa come Castan e Strootman che nel corso dell'anno potranno dare il loro contributo. Colmare dei buchi comprando giocatori di primissima fascia sarebbe stato non solo impossibile per quelle restrizioni ma anche poco strategico".
Tornando su Totti, c'è un futuro da dirigente come fu per Rivera ed è stato per Nedved, oppure succederà come per Del Piero, bandiera fuori dalla società?
"Con Francesco c'è già un accordo per proseguire con un ruolo dirigenziale quando deciderà di smettere. Ha un rapporto molto stretto con il presidente, spetta a lui decidere quando smettere e dove esprimere la parte successiva della sua carriera, se a livello tecnico, dirigenziale o di rappresentanza. Ovviamente considerato il suo potenziale saremmo contenti di potergli far svolgere un ruolo di rappresentanza a livello internazionale".
Un'eventuale uscita dalla Champions interferirà con il mercato invernale?
"Le valutazioni che si fanno sono indirizzate ad aumentare la competitività, se servirà qualcosa lo si farà. Noi nel budget annuale abbiamo previsto l'uscita dal gruppo di Champions League, solo per prudenza ma non contiamo su quelle risorse che però speriamo di avere".
Per quanto visto finora, tra le inseguitrici quale teme di più?
"Io temo la Roma, non è retorica ma è giusto guardare a noi stessi. Sappiamo che la Roma è attrezzata per vincere e quindi non ci nascondiamo, ma la differenza con la vittoria è molto ampia. Serve consapevolezza e fiducia, che si trovano vincendo partita per partita, cercando di mantenere un livello da protagonisti come stiamo cercando di fare".
Roma e Napoli si contenderanno il titolo fino alla fine?
"Io credo che ci siano più squadre attrezzate per vincere, la Roma lo è ma lo è anche il Napoli, come la Juventus, l'Inter o la Fiorentina. È un campionato più equilibrato rispetto al passato, evidentemente può essere più difficile ma la capacità di migliorarsi nel corso della stagione e di ottenere continuità farà la differenza".
Si prevede un derby senza tifosi, c'è un problema con la tifoseria?
"Sicuramente c'è un problema molto evidente, un derby senza tifosi non può che essere triste. Per quanto riguarda la situazione romana, i responsabili dell'ordine pubblico hanno ritenuto di introdurre delle restrizioni e noi ci siamo dovuti adeguare. Riteniamo però utile raggiungere un punto di normalizzazione, al ministro Alfano abbiamo detto che sarebbe opportuno proporre un programma positivo: se è necessario introdurre misure restrittive come per esempio il DASPO collettivo, questo può essere accettabile nel contingente, ma dovremmo proporre un programma per normalizzare la situazione negli stadi come succede nel resto del mondo, in un tempo relativamente breve dobbiamo ridurre le barriere e le restrizioni all'accesso, responsabilizzando tutte le componenti per meritarsi la normalizzazione nella fruizione dell'evento. Per il nuovo stadio siamo in fase avanzata, la prossima settimana inizierà l'ultimo stadio del processo di approvazione, nella prossima primavera si dovrebbe poter procedere alla posa della prima pietra o allo scavo della prima buca".
Da Roma Radio arrivato altre dichiarazioni del Direttore Generale: "Intanto ribadiamo quello che ha già detto il presidente. Noi stiamo lavorando per cercare di normalizzare questa situazione, perché se è vero che all'inizio della stagione i responsabili dell'ordine pubblico hanno ritenuto necessario introdurre alcune misure un po' più restrittive, tra cui tra l'altro questa separazione (della Curva, ndr) che era una decisione dell'Osservatorio da più di un anno, allo stesso tempo crediamo sia però giunto il momento di tornare alla normalità, perché il calcio senza tifosi, e senza tifosi appassionati, non ha molto senso. Tra l'altro siamo quasi convinti che la Roma senza l'apporto dei propri tifosi non possa vincere, ma anche se vincesse non sarebbe certo la stessa cosa vincere senza i propri tifosi. Perché ripeto, noi lavoriamo per fornire uno spettacolo che loro possano fruire, altrimenti non ha nemmeno senso quello che facciamo. Aggiungerei anche che se c'è un unico alleato che la Roma può avere in tutto il sistema è solo la sua gente, non ne avrà mai altri, da nessuna parte.
Detto questo, ripeto, noi dobbiamo adeguarci a indicazioni di chi è responsabile di decisioni che riguardano l'ordine pubblico, non siamo certamente noi. Quello che aggiungevo stamattina è che noi abbiamo avuto modo in passato di chiedere alla politica di fare però una riflessione più ampia, perché quando la politica ritiene necessario introdurre misure estreme, in alcuni casi anche al limite della legalità costituzionale, come io da avvocato credo sia ad esempio il Daspo collettivo, che è un tema che sfiora i limiti di legalità costituzionale secondo me, se la politica decide di introdurre delle norme che vanno un po' ai limiti dei diritti delle persone, lo deve fare giustificandolo con una necessità reale e contingente. Ma la politica deve farlo però contestualmente proponendo un percorso che possa ripristinare la normalità dei diritti, perché sentiamo spesso che noi dobbiamo perseguire l'obiettivo di far tornare allo stadio famiglie, bambini e gioia, ma è difficile farlo se il percorso di avvicinamento allo stadio è simile a quello per entrare in un compound militare. Questo è evidente che non è tollerabile per un tempo che non sia brevissimo, e questo probabilmente è un tempo che è già stato troppo lungo.
Noi dobbiamo lavorare tutti per tornare a quella che io chiamo la normalità e la normalità è la gioia di andare allo stadio senza dover avere restrizioni particolari. Ma dico di più: come ho detto stamattina, alla politica noi avevamo proposto di riflettere su un percorso che portasse addirittura a una normalizzazione di tipo internazionale, che è senza barriere, senza prefiltraggi e senza tornelli. Quello dovrebbe essere l'obiettivo della politica. Anche se la politica appunto in questo momento o nel recente passato ha deciso di introdurre misure invece più restrittive perché ritenuto dalla politica e dai responsabili dell'ordine pubblico necessario, certo non da noi.
Quando si parla di ordine pubblico loro hanno il privilegio di decidere senza doverci consultare, e noi dobbiamo adeguarci. Ripeto, l'obiettivo dev'essere quello di responsabilizzarci tutti con un obiettivo positivo, che è quello di tornare, o di puntare, a una fruizione dell'evento sportivo nella maggiore libertà possibile. Non a caso lo stadio che stiamo progettando non prevede certamente barriere. Questo è quello che ho detto stamattina, non so chi possa averlo male interpretato.
Se la politica ritiene che sia necessario intervenire per sanare delle situazioni che possono creare delle problematiche di ordine pubblico hanno l'autorità per farlo ma ripeto, lo devono accompagnare con un processo che coinvolga tutti. Noi siamo disponibili, lo abbiamo sempre detto, a un processo di normalizzazione. E per normalità, ripeto, intendo andare allo stadio felici senza dover passare attraverso maglie di prefiltraggio di polizia, perquisizioni, eccetera".