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Benatia: "Giocare a Roma è una fortuna, i tifosi hanno una passione enorme. Totti? E' giovane di testa. Il mio sogno calcistico è di vincere qui"

di Emanuele Melfi
Fonte: Sky Sport

Questa sera su Sky Sport 1 è andato in onda "I Signori del Calcio". Protagonista della puntata il difensore marocchino della Roma Mehdi Benatia. Queste le sue parole:

"Roma è una città spettacolare. Non mi aspettavo una città così bella, è stato bello girare per la città con mia moglie. Sono contento di vivere ogni giorno in una città così bella. Quando giochi nella Roma è una fortuna, c'è sempre il sostegno dei tifosi, sono sempre qua che ti aspettano, quando vinci vedi che sono contenti. Ci sono di tutte le età, questa è una passione enorme e non me l'aspettavo. Ogni giorno sapere che ci sono tanti che mi sostengono per me è importante. Il primo gol? Ho parlato con il mio procuratore, che è anche un mio amico, e mi ha chiesto di fare la mitraglietta in suo onore. Quando ho segnato con la Sampdoria non me l'aspettavo, lo avevo fatto la settimana prima e non credevo di ripetermi. Io sono cresciuto a Marsiglia, non ho avuto la fortuna di giocare con la prima squadra. Della Francia è la tifoseria con più calore ma è totalmente diversa da quella della Roma. Marsiglia è una squadra che in Europa ha lasciato il segno, l'unica ad aver vinto la Champions e non è poco. Ora tocca a noi con la Roma, speriamo di avere qualche soddisfazione perché voglio vedere la città come si comporterà.

Udine? Mi manca la gente, mi mancano i compagni, per me è stato importante. Un calcio nuovo, ambiente nuovo, era una vita nuova. Ho legato con tante persone, quando c'è tempo per andare a fare un salto ci vado, non posso dimenticare chi ha fatto tanto per me. Guidolin? E' più anziano di Garcia, ha più esperienza. L'ho visto freddo all'inizio e ho pensato fosse difficile per me inserirmi. E' sempre concentrato sul lavoro, non ride molto, ma dopo ho imparato a conoscerlo, è fatto così. Lui non molla mai, è sempre nervoso anche nelle annate migliori però è un grande allenatore, mi ha insegnato tanto anche nella vita. Garcia? Lo conoscevo già perché in Francia aveva già una grande reputazione. Ha sempre la battuta, è un po' diverso da Guidolin, ma sono due belle persone. Sono solo sette mesi che lavoro con Rudi e mi trovo bene con lui e il suo staff, sono molto professionali. I risultati arrivano anche per quello.

Di Natale e Totti? Il bianconero è più attaccante, più bomber, anche se Totti ha fatto più gol di lui, ma il giallorosso è più trequartista. Quando ero piccolo guardavo la Roma, me lo ricordo giocare anche sulla fascia. Sono due Campioni, hanno dei colpi che non possono fare tutti. Sono molto giovani di testa, con Checco parlo delle stesse cose di cui parlo con Pjanic, che ha 23 anni. Totti sta bene fisicamente e si vede, quando è disponibile è tutto diverso, per noi è importantissimo. A 38 anni è normale avere qualche piccolo problema, ma lui ti rende le gare facili. Gervinho? E' arrivato e non stava benissimo, aveva perso fiducia all'Arsenal. Con Garcia si è trovato subito bene, ha avuto la massima fiducia del mister e ha fatto benissimo. In Italia non ci sono giocatori con le sue caratteristiche, è molto veloce e salta sempre l'avversario. Poteva fare qualche gol in più, ha qualità superiore e non è mai stanco. E' una forza per noi.

Il campionato? Secondo me si può sempre fare qualcosa in più, stiamo facendo una cosa grande, abbiamo vinto tante partite, ma abbiamo perso anche qualche punto che dovevamo non perdere. Quindi sì, si poteva fare di più. Non abbiamo mai mollato, c'è l'avversario a metterti in difficoltà, non puoi vincere tutte le domeniche. BIsogna fare i complimenti alla Juve, hanno sempre l'atteggiamento giusto, stanno facendo un campionato enorme. Non mi piace giocare senza tifosi, è stata dura senza le Curve. E' ingiusto sentire alcune cose allo stadio ma posso dire che non succede solo a Roma. Quando andiamo in giro, in trasferta, ci sono dei cori sulla Roma che non fanno piacere e non ho visto curve chiuse. Secondo me non devono chiuderle a prescindere, ma se hanno deciso così lo devono fare per tutti. I tifosi devono capire che abbiamo bisogno di loro, io e gli altri, contro l'Inter, avevamo la sensazione di poter vincere ma senza i tifosi è stato difficile trovare le forze in più per fare il gol. Io non posso dirti che se sento un coro contro di me mi fermo, sono 2-3 persone stupide e preferisco far finta di non sentire. La gente che viene allo stadio vuole divertirsi, questi non meritano rispetto e parlare di loro non ha neanche senso.

Il Marocco? In Francia ho avuto difficoltà con gli infortuni, sono stato in seconda divisione per tre anni. Loro mi hanno chiamato in un momento molto difficile, per me è stata una grande cosa poter giocare in Nazionale A, quindi non ci ho pensato due volte e sono andato. Ci sono tante cose che non vanno, abbiamo cambiato sempre l'allenatore, non lasciano il tempo di lavorare e sono un po' arrabbiato. Abbiamo la Coppa d'Africa in casa, non abbiamo ancora un allenatore, un presidente, questo non mi sembra normale. Sono il capitano e mi è sembrato giusto dire che bisogna fare qualcosa, se non possiamo giocare per vincere la Coppa in casa preferisco lasciare il posto ad altri. Vedremo quello che faranno, per il Marocco il calcio è importante. Non possiamo andare lì e uscire al girone, vogliamo fare felice i nostri tifosi.

Nasri? E' come un fratello, ero in seconda divisione, avevo appena recuperato dall'infortunio al crociato. Lui mi chiama perché l'Arsenal cercava un difensore, magari per fare una prova. Io l'ho ringraziato e gli ho detto di no. Ho parlato con Wenger dopo il preliminare di Champions con l'Udinese, lui già mi conosceva perché Nasri gli aveva parlato di me. E' stato un momento bello, ho capito che era un amico e mi ha fatto piacere. Non so se ha parlato di me al City, ma io sono alla Roma e non ci penso. Dobbiamo finire la stagione come abbiamo iniziato e dopo parleremo di tutto. In Italia ho la sensazione che si fa di più di quanto si fa dalle altre parti. Si parla sempre di mercato, io sono accostato sempre a squadre diverse e non capisco perché. Non mi fa piacere, io sto qui e sto benissimo, dobbiamo andare in Champions. Poi deciderà la società, vediamo come vogliono fare, se loro mi dicono che devono vendermi perché c'è un'offerta importantissima io andrò. Ma per quanto riguarda me io non penso ad andare via. Zidane? Mi è sempre piaciuto più di tutti. Non c'è nessuno che abbia fatto come lui in Francia: era elegante, ha vinto tutto. Come difensore mi piaceva molto Maldini. Ha giocato sempre al Milan, ha vinto tutto anche lui, era una macchina da guerra e ho grande rispetto per questo tipo di giocatori. Il tempo libero? Mi piace stare con la famiglia, cose semplici, siamo sempre in ritiro e quando abbiamo la possibilità di stare a casa mi piace stare con i miei figli, loro sono particolari non si fermano mai. Anche quella del papà è un'attività difficile (ride, ndr). Leggo il Corano e piano piano lo finirò, ci sono i principi fondamentali della mia vita. Faccio sempre di tutto per rispettare le regole, vivendo in Europa non è facile, ma per adesso per lavoro sono qua e quindi faccio quello che posso fare. La religione è una cosa privata, a parte Pjanic, che è il mio compagno di stanza, gli altri non sanno nulla. Siamo sempre insieme, abitiamo vicino, andiamo sempre a mangiare insieme, abbiamo un bel rapporto. E' più giovane di me ma è molto maturo, è semplice, non ha l'atteggiamento che possono avere i giovani di oggi e questo mi piace molto. I miei figli? Quando vedo loro che guardano un mio video sono felice, hanno capito che gioco a calcio e che sono particolare: quando li porto fuori mi fermano sempre tanti tifosi e stanno realizzando che non abbiamo la vita di tutti, a volte non posso andare con loro perché mi assalgono. Il sogno calcistico? Vincere almeno un titolo con la Roma, c'è un gruppo di lavoro fantastico, c'è tutto per fare bene. Se possiamo vincere qualcosa sarà un'enorme soddisfazione per me".


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