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Bojan: "Sono ad un livello più alto del previsto. Il futuro? Io voglio dare tutto per la Roma" FOTO! AUDIO!

di Redazione Vocegiallorossa
Alessandro Carducci

Sta per avere inizio la conferenza stampa di Bojan Krkić. Come di consueto, Vocegiallorossa.it vi proporrà la diretta testuale e fotografica!

 

Un primo bilancio di questa Roma? Sei un pochino deluso?
"Sono molto contento. La squadra sta lavorando, certo abbiamo perso contro qualche buona squadra ma non perché siamo stati inferiori ma perché stiamo iniziando questo nuovo progetto".

Ibrahimovic dice che Guardiola ha paura e non ha la personalità di Mourinho...
"E' un tema di cui preferisco non parlare. E' un tema personale".

Quali progressi stai facendo?
"Il mister punta sulla squadra. Ci saranno opportunità per tutti di crescere insieme, voglio crescere come giocatore per dimostrare di essere un giocatore improtante".

Quali sono gli obiettivi?
"Credo la squadra possa fare molto bene, non dobbiamo drammatizzare quando si perde, né esaltarci quando si vince, per esempio parlando di scudetto,  dobbiamo aver fiducia in ciò che facciamo".

Cosa vorresti dire a Guardiola?
"Non voglio parlare di lui né del Barcellona, sono un giocatore della Roma".

C'è un grande feeling con Heinze...
"E' una persona straordinaria, aiuta sempre i giovani, in particolare me e José Angel. Ci aiuta moltissimo".

Quanto abbiamo visto del vero Bojan? Ti senti un titolare?
"No, né titolare né panchinaro. Non ha senso poi parlare di percentuali. Sono ad un livello più alto del previsto, considerando che negli anni passati ho giocato poco".

Il rapporto tra Totti e Luis Enrique?
"Con Francesco tutti miglioriamo. È un elemento chiave dentro e fuori dal campo, è l'elemento attorno a cui ruota il progetto".

Gli spagnoli pensano che il nostro calcio sia solo difesa e catenaccio, le tue impressioni sul calcio italiano?
"Sicuramente è diverso, è un calcio più tattico ma questa è la filosofia che avete sempre avuto, diversa dagli altri campionati, tutte le leghe sono diverse. E' un calcio che mi piace, mi piace stare in Italia e giocare in Serie A".

Nel 2008 potevi andare all'Europeo ma hai rinunciato, pensi di aver perso un treno non rispondendo alla convocazione o non potevi fare altrimenti?
"Ne ho parlato già tante volte, non è una cosa di cui ho rimpianti. Più avanti si saprà il vero motivo. Non ho rinunciato per andare al mare. Avevo bisogno di riposo, avevo 17 anni e sarebbe stato un sogno per me".

Entrando dalla panchina sembri dare di più come era già successo a Barcellona, pensi possa essere un limite?
"Al Barcellona non ho mai sentito dire che fossi un giocatore decisivo solo dalla panchina. E' normale che ora qui si dica così perché con Palermo e Novara ho fatto bene giocando pochi minuti. Se fossi stato quel giocatore non credo sarei arrivato alla Roma".

Oltre a migliorare come squadra a livello di gioco, avete un obiettivo?
"Ne abbiamo molti, abbiamo molti obiettivi, uno di questi è vincere lo Scudetto, poi entrare in Champions League o in Europa League. Siamo qui per raggiungerli ma per permettere a queste illusioni di realizzarsi dobbiamo lavorare tantissimo, duramente e pensare giorno dopo giorno. Manca troppo tempo a maggio e per arrivarci dobbiamo lavorare molto".

Conoscendo il calcio del Barcellona, si può riprodurre o si può fare solo lì?
"Credo sia un errore comparare il nostro gioco con quello del Barcellona. Noi siamo la Roma e giochiamo secondo il nostro stile con la filosofia imposta dal nostro Mister. Dobbiamo trovare la nostra strada e arrivare il più in alto possibile, e questo non dipende dal Barcellona".

Ti hanno ritirato la patente, com'è andata?
"E' strano, sono quasi due mesi che me l'hanno ritirata, la prossima settimana me la riconsegneranno e nessuno mi aveva ancora chiesto nulla (ride, ndr). Era un venerdì prima della trasferta contro l'Inter e non sapevo che il GRA fosse così trafficato, ero in ritardo e visto che il Mister tiene molto alla puntualità ho preso la corsia d'emergenza".

La scarsa finalizzazione dipende da voi o manca qualche variante perché il calcio italiano è molto tattico?
"E' un problema unicamente nostro se gli attaccanti non segnano. Il calcio italiano è tattico, non si creano molte occasioni da gol, poi contro di noi le squadre si chiudono di più. Sono cicli del calcio in cui un attaccante può attraversare un periodo più o meno positivo. Possiamo comunque segnare di più e per farlo sarà importante curare i dettagli in allenamento".

Ti stai innamorando di Roma in base alla formula contrattuale con cui sei arrivato? Pensi a Roma come meta fissa o consideri già di tornare a Barcellona?
"La mia squadra è giallorossa. Questo è cio che sento e penso. Io voglio dare tutto per la Roma, nutro questi sentimenti molto forti. Non penso al Barcellona, né al passato. Ora sono della Roma".

Qual è la cosa più complicata che cerca di imporre Luis Enrique e le difficoltà incontrate in campo possono scoraggiarvi?
"Credo che la cosa più difficile sia assimilare questa filosofia per ottenere i risultati che stiamo cercando. Non ci scoraggiamo perché l'importante in campo è avere la palla, più si ha il possesso più è facile creare occasioni e imporre il gioco. Può risultare frustrante creare così poche occasioni da gol ma serve da stimolo per migliorare".

E' difficile per voi sapere la formazione solo a pochi minuti dal match?
"Nel mio caso non ho fatto molta fatica ad adattarmi perché a Barcellona era uguale. Non so qui com'era prima, magari c'è chi preferirebbe saperlo ore prima".

E' opportuno intervenire nel mercato di gennaio?
"Credo che siamo una buona squadra, con giocatori che vorrebbero in molti. Non sono io a dover dire se comprare nuovi calciatori o meno. E' importante dare fiducia a chi è in rosa, mancano solo piccoli dettagli, poi il calcio è strano, se avessimo fatto più attenzione ad alcuni dettagli non saremmo qui a parlare di mercato".

Similitudini tra Guardiola e Luis Enrique? Il secondo è cambiato nel passaggio a Roma?
"Di Guardiola non voglio parlare. Parlo solo del mio Mister, è una persona diretta, con grande personalità e che mantiene un contatto costante con i propri calciatori".

Dopo dieci giornate con questo andamento ti aspettavi un comportamento così maturo dei tifosi?
"Io mi sento un privilegiato per giocare nella Roma. La tifoseria qui è meravigliosa, non ho mai vista nulla del genere e ti dà la forza da dentro, parlo io perché sono qui ma posso estendere questo concetto a tutta la squadra. Anche nei momenti difficili ci hanno sempre dato il loro sostegno".

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