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Boni: "Bisogna lasciare tranquillo Pisilli"

di Redazione VG

Loris Boni, ex calciatore della Roma, è stato intervistato da Centro Suono Sport durante "Bar Forza Lupi". Ecco uno stralcio delle sue parole:

Il primo incrocio della Roma con una squadra svedese avvenne contro l'Oester nella stagione 1975/76, ai sedicesimi di Coppa UEFA, in cui fu decisivo un tuo gol.
“Fu l'unico gol che feci con la Roma. In seguito il presidente mi disse che con quel gol gli avevo garantito l'incasso della partita, dal momento che gli ero costato tanto (800 milioni di lire, ndr)”.

Quella fu la prima esperienza della Roma in Coppa UEFA, perché prima c'era la Coppa delle Fiere.
“Sì, ma abbiamo perso al turno successivo contro il Bruges”.

La Roma di allora non era da primo posto in campionato, ma in Europa avrebbe potuto farsi valere di più.
“Penso che avremmo potuto fare qualcosa contro un'altra squadra, ma il Bruges allora era molto forte. Molti dei suoi giocatori giocavano in nazionale”.

Anche il Belgio all'epoca era molto forte e fece bene agli Europei in quegli anni.
“È vero. Fummo castigati da un tiro incredibile partito da un'azione da un giocatore che si chiamava Lambert. Era un'attaccante molto in gamba che segno molto anche in nazionale”.

In carriera hai segnato pochi gol ma di valore. Oltre a questo con la Roma nella precedente esperienza alla Sampdoria, che ti ha lanciato in Seria A, ti sei dato da fare. Ricordo un gol valevole per la salvezza.
“Onestamente meriterei una statua per quel gol. Vincemmo contro il Torino 1-0 salvando il campionato. Eravamo la prima squadra a dover retrocedere, ma per una serie di risultati incredibili riuscimmo a ribaltare la situazione”.

Che ne pensi di Pisilli?
“È un giocatore che sa impostare bene e sa anche inserirsi, va negli spazi. Non va con la palla al piede, si posiziona per riceverla bene. Mi auguro che resti tranquillo e che lo lascino tranquillo. Pisilli si sta mettendo in mostra a Roma. È un momento in cui è facile arrivare in nazionale e lui può bruciare i tempi con la sua personalità”.

Nella Roma il settore giovanile sembra funzionare sempre bene, anche ai tuoi tempi. Una volta era un serbatoio per la Prima Squadra, mentre ora è solo un mezzo per fare plusvalenze, come Bove e Frattesi.
“Per me e la cosa più sbagliata del mondo. Io in prima squadra vorrei sempre almeno 4 giocatori provenienti dalla mia primavera. A ogni allenamento includerei 2 della primavera per capire se possono essere utilizzati. La Roma di oggi è una squadra che punta in alto e pensa che i giovani non servano.

Come esperto di calcio nordico, cosa pensi dell'Elfsborg, una squadra che si tende a sottovalutare? In situazioni come questa si tende al turnover.
“Guai a pensare in questo modo. Gli svedesi, poi, tecnicamente sono superiori ai norvegesi. Si rischia di fare l'errore che fecero contro il Bodø/Glimt”.


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