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Capello: "Mourinho ha bisogno di un anno di ambientamento, è una sfida per lui. Zaniolo? Non gli manca niente"

di Redazione Vocegiallorossa

Fabio Capello, ex allenatore, è stato intervistato ai microfoni de “il Diabolico e il Divino”, trasmissione radiofonica in onda su New Sound Level 90FM. Ecco, di seguito, le sue parole:

Cosa pensi dell’operato di Josè Mourinho?
“Mourinho ha bisogno di almeno un anno di ambientamento, la Roma è una sfida per lui. L’ho sempre ammirato e rispettato. La Roma è stata una sfida anche per lui, io credo debba capire dove sta lavorando e credo abbia bisogno di almeno un anno per entrare nei meccanismi e dopo possiamo discutere sul suo operato. Sia Sarri che Mourinho credo si stiano prendendo un anno di studio. Per quanto riguarda i suoi atteggiamenti ritengo che ognuno esprima la propria trance agonistica come meglio crede.”

Un ruolo in società per Fabio Capello?
“I Friedkin non mi hanno mai cercato. La mia sfera di competenza da dirigente sarebbe l’area tecnica. Non sono mai stato contattato dai Friedkin, neanche uno spifferino di qualcuno che sia venuto da me a chiedermi qualcosa per la Roma. La mia parte comunque sarebbe un ruolo nell’area tecnica dove credo di avere l’esperienza e la capacità per esprimermi al meglio. La cosa più importante, come per i giocatori, è stare in un posto in cui rendono al meglio.”

Zaniolo?
“A Zaniolo non manca nulla. Potrebbe essere l’uomo in più per la Nazionale. A lui non manca niente, gli manca solo di star bene con le ginocchia. Io ho lavorato una vita per mantenere una muscolatura per giocare fino a 34 anni dopo i miei infortuni. L’unica cosa che gli auguro è stare a posto con le gambe per esprimere tutto il suo talento. Anche per la Nazionale, soprattutto per le assenze di Chiesa e Spinazzola, Zaniolo rimane l’unico che può dare quel qualcosa in più alla manovra offensiva dell’Italia, così come Chiellini sarebbe l’arma in più dietro.”

Cosa pensa della volata a tre per lo Scudetto?
“Se si punta a tutti i trofei le energie si spendono e poi i risultati si vedono in campo. Non siamo abituati a giocare a certi ritmi e a certe intensità e non possediamo rose ampie come quelle delle altre squadre che permettano agli allenatori di mantenere sempre lo stesso livello anche coi cambi. Comunque è chiaro che il turno internazionale infrasettimanale faccia spendere tantissimo alle squadre italiane.”


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