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Carboni: "Florenzi? Bisogna accettare le scelte tecniche della società. Valencia è una piazza ottima per lui"

di Alessandro Pau

L'ex giocatore della Roma Amedeo Carboni è stato intervistato da Il Tempo in merito al trasferimento di Florenzi al Valencia, proprio come successo allo stesso Carboni nel 1997. Ecco le sue parole:

Ci sono delle similitudini tra il suo trasferimento e quello di Florenzi?
«Sì, è abbastanza simile. Mi avevano parlato giorni fa di una possibile trattativa, sinceramente mi sembrava un po' strano. Mi sono rivisto in Florenzi. Io venivo da un infortunio abbastanza importante al tendine d’Achille, lui in questo momento, pur essendo il capitano, non era considerato a livello tecnico, era finito dietro a Santon e Spinazzola. Florenzi ha quasi 29 anni, sta per cominciare il meglio del meglio della sua carriera. A questa età si raggiunge l’apice a livello fisico, agonistico, mentale».

È un buon affare per il Valencia?
«Se lo danno via è perché evidentemente la Roma ha fatto i suoi ragionamenti. Il Valencia ha bisogno di un terzino destro, Piccini è infortunato. Florenzi è uno che come me si adatterà benissimo, ne sono convinto. Mi dicono che è un ragazzo per bene, da buoni principi, in campo dà sempre tutto. Sicuramente farà benissimo».

Che cosa vuol dire lasciare la Roma per uno che ne è il capitano? 
«Ultimamente i capitani non sono tanto fortunati a Roma (ride, ndr). È un po' strano, Florenzi, Totti, De Rossi... Però alla base di tutto bisogna saper accettare le scelte tecniche che fa un allenatore e una società. È vero che lui è romano, è romanista ed è il capitano, è difficile, si sta male nei primi tempi. Io non ero di Roma, ma avevo passato sette anni a Trigoria e per due sono stato il capitano, sono stato male. Però poi è stata la mia fortuna, gli auguro di vivere quello che ho vissuto io, si renderà conto che anche stare all’estero è un vantaggio, dà benefici al giocatore e alla persona».

Che esperienza sarà per Florenzi?
«Valencia è una piazza importante della Spagna. A livello europeo e di titoli ha anche qualcosa di più della Roma, soltanto che Roma è Roma... Non si può descrivere o fare confronti con le altre città, ti prende e ti dà tanto. Quando si va via si soffre. Però tutto passerà, non l’amore per la Roma, ma il gusto di giocare lo troverà presto. Lo stadio è bello e sempre pieno, poi giocherà la Champions».

La cessione è in prestito secco, potrà avere ancora un futuro a Roma?
«Dipenderà molto dal giocatore e da come si sarà trovato. Spero che si adatti in fretta, è un ambiente che ti permette di arrivare meglio alla partita, si troverà benissimo».


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