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Cervone: "L'esonero di Zeman? Segnale di debolezza da parte della società"

di Marco Rossi Mercanti
Fonte: ilsussidiario.net - Claudio Ruggieri

Giovanni Cervone, ex portiere della Roma, ha parlato della situazione della squadra capitolina:

Cosa devono fare i calciatori della Roma per uscire da questo momento di crisi?
“Devono solo lavorare e parlare meno, basta chiacchiere. Bisogna dare il massimo per la maglia perché i tifosi vogliono questo”.

Crede che qualche giocatore non dia il massimo per la Roma?
“Se il momento è delicato, si vede che qualcuno non sta facendo il proprio dovere”.

Che idea si è fatto dell'esonero di Zeman?
“E' stato uno sbaglio, un segnale di debolezza da parte della società. Si sapeva perfettamente com'era fatto Zeman, bisognava appoggiarlo in pieno altrimenti era meglio non sceglierlo”.

Crede che abbiano pesato le incomprensioni con alcuni giocatori?
“Ma pensate davvero che il boemo mettesse in panchina Stekelenburg e De Rossi per pura antipatia? Non scherziamo, lui mandava in campo i giocatori che gli servivano quel momento”, ha affermato in un'intervista rilasciata a ilsussidiario.net.

Con Andreazzoli i due sono tornati titolari ma la musica non è cambiata...
“Infatti, quindi il problema non era Zeman”.

A proposito di Stekelenburg, non è che abbia dimostrato grande sicurezza a Genova...
“Eppure parliamo di un portiere di livello internazionale, che è arrivato secondo ad un Mondiale giocando da titolare”.

Che succede allora?
“Succede che l'ambiente Roma è pieno di pressioni, quindi bisogna dimostrare di avere personalità. Tutti devono sudare e conquistarsi la maglia, se si è arrivati a questo punto è colpa di tutti”.

Qualcuno se la prende con la mancata figura di un presidente presente ogni giorno a Trigoria. Può essere un problema per i giocatori?
“I giocatori non hanno nessun problema di questo tipo perché l'ingaggio a fine mese lo prendono sempre. Il problema è semmai dei tifosi che non sanno chi contestare, visto che manca una figura sempre presente, ma i giocatori non devono trovare alibi che non esistono”.


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