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Curci: "Vi racconto l'esordio in Champions con la Roma: Doni aveva la febbre, secondo me voleva evitare un'altra figuraccia..."

di Marco Rossi Mercanti

Gianluca Curci, ex portiere della Roma, è stato intervistato da calciomercato.com. Ecco uno stralcio delle sue parole:

Torniamo indietro nel tempo: dicembre 2004, debutto in Serie A con la Roma di Delneri.
“L’ho saputo due ore prima della partita, quando si fece male Zotti con Pelizzoli già infortunato. Non me l’aspettavo, ero emozionato. Il preparatore dei portieri mi tranquillizzò dicendomi che non avevo nulla da perdere. E alla fine abbiamo vinto 5-1 contro il Parma di Gilardino”.

Altra tappa importante, ottobre 2007: esordio in Champions League all’Old Trafford.
“Venivamo dall’1-7 della stagione precedente. Doni aveva la febbre, anche se secondo me era solo la paura di fare un’altra figuraccia. Fatto sta che avrei dovuto giocare io. L’esordio contro Giggs, Scholes, Ronaldo e gli altri campioni. Il mio obiettivo era non prendere più di tre gol, alla fine perdemmo solo 1-0 con un gol di Rooney. Durante la partita mi sono anche imbattuto in un dribbling su di lui, avevo i brividi: non l’ho mai più fatto”.

All’inizio della carriera eri considerato l’erede di Antonioli alla Roma, poi le cose sono andate diversamente. Hai qualche rimpianto?
“Quando sono rimasto tre anni in panchina con Spalletti pensavo fosse meglio giocare qualche partita ad alto livello piuttosto che fare il titolare in un piazza meno importante. Ripensandoci, forse sarebbe stato meglio andare via per fare esperienza e magari poi tornare in giallorosso da protagonista”.

Qual è il rigore più importante che hai parato in carriera?
“A Miccoli nei quarti di finale di Coppa Italia 2005 contro la Fiorentina. Se segnava quel rigore era finita e sarebbero andati in semifinale. A fine partita mi chiamò Rosella Sensi per farmi i complimenti”.


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