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De Rossi: "Non ho mai chiesto di andar via, se vorrò farlo lo dirò senza nasconderlo". FOTO!

di Gabriele Chiocchio - Twitter: @Gabrioc

Avrà luogo alle 15:00 l'attesissima conferenza stampa che vedrà protagonista Daniele De Rossi. Vocegiallorossa.it vi proporrà la diretta testuale e fotografica dell'evento.

La verità sul City?
"Sono venuto per fare la conferenza che faccio all'inizio di ogni anno. Non ho parlato ad Irdning perché volevo capire come fossero uscite un po' di cose. Non ho parlato in Nazionale perché volevo farlo con voi. Non sono qui per annunciare la terza guerra mondiale. Comunque come accade ogni estate ci sono offerte e richieste. Io sto bene qui, non ho mai chiesto a nessuno di andare via. Mai, mai. Messaggi, telefonate, frasi di Mancini, non è la prima volta che si scrive di tutto. Mentre alcuni articoli mi fanno sorridere, perché scritti sempre dalle stesse persone con cui magari ci sono cause in corso, altri sono gravi. Posso promettere che il giorno in cui vorrò andare via dalla Roma lo dirò qui, anche se dubito accadrà. Non è mai successo, mai, né in conferenza, né con i dirigenti  né con emissari di altri squadre che io chiedessi di essere ceduto. Poi possiamo parlare di altre cose, immagino sarete belli avvelenati. L'onestà con cui mi sono sempre comportato credo sia una garanzia. Quando volevo più soldi sul contratto l'ho detto, senza ipocrisie. Non ho mai chiesto di andare via".

A Cesena tu parlasti di come servissero grandi giocatori per essere competitivi. Che idea ti sei fatto?
"Ho detto di come servissero investimenti, velocità, organizzazione. Sono stati comprati giocatori ambiti da tutti, e in altre circostanza non era accaduto. L'attaccante voluto da tutti, il terzino, più altri giocatori che non conoscevo ma che sono molto bravi. Dispiace siano andati via giocatori di professionalità, come Heinze, Cassetti, o giocatori importanti per lo spogliatoio come Pizarro e Okaka. Poi si legge di Borriello. Lo zoccolo duro dello spogliatoio si sta sgretolando e sta a noi ora, noi vecchi, ricostruirlo".

Tutta questa storia nasce da una dichiarazione di Sabatini, che non ti ha dichiarato incedibile di fronte ad un'offerta mostruosa. Ti ha dato fastidio?
"C'è chi pensa che la proposta indecente sia 100, chi 0 ed è il bello del calcio. Nel passato sono stati venduti Zidane, Ronaldo, Ibrahimovic, Thiago Silva, i giocatori più forti del mondo, figuriamoci se non posso essere messo in discussione io di fronte ad un'offerta importante. Per la gente ho un valore affettivo notevole, si è visto l'altra sera, anche se vorrei essere sempre apprezzato di più come calciatore e non soprattutto perché sono romano".

Qual è il tuo rapporto con Zeman? Hai mai pensato di poter riconsiderare la tua permanenza alla luce del passaggio dal Luis Enrique al boemo?
"Per questo motivo mai, poi in futuro magari potrei voler giocare, per esempio, in Cina e sarebbe un altro discorso. Si è parlato del cattivo rapporto con Zeman e non è vero. Mi è dispiaciuto sia andato via Luis Enrique e un po' lo sono ancora adesso, sono convinto avrebbe fatto bene. Tra Montella e Zeman inizialmente preferivo Montella, perché lo conosco bene e diventerà un grande allenatore. Avevo un po' paura di come sarebbe stato il rapporto con Zeman e invece ho scoperto una persona che non conoscevo. Temevo fosse musone invece è veramente una persona piacevole. Non ho mai faticato così tanto in vita mia ma va bene".

Quante squadre ti hanno cercato?
"Una, quella che sapete tutti. Ci sono state tante chiacchiere ma l'unica squadra che abbia fatto passi importanti è quella che conoscete tutti".

Ti ha colpito qualche giocatore in particolare?
"Nessuno in particolare, sono tutti bravi. Quelli che mi hanno colpito sono quelli che non conoscevo. Con Bradley avevo giocato contro, vederlo da vicino mi ha fatto scoprire quanto sia bravo. Le scoperte sono Piris, Tachtsidis, ho paura di dimenticarmene qualcuno, spero di averlo fatto. Da non dimenticare sono quelli che c'erano l'anno scorso, basta poco e possono fare cose incredibili. Bojan, Osvaldo e Lamela hanno qualità offensive impressionanti, con questo allenatore potrebbero fare cose incredibili".

Pensi di poter essere utilizzato come centrale?
"Marquinhos non lo conosco, Romagnoli non è una scoperta perché mio padre me ne aveva parlato. Spero siano pronti a fare le loro partite, facciamo finta che mi pagano tanto perché faccio due ruoli, mi pagano un pochino per ruolo".

La Roma parte per vincere? Come la vedi rispetto a Milan, Inter, Juve e Napoli?
"L'anno scorso il problema non è stato non partire per vincere. Mi dava fastidio che venisse considerato un anno di assestamento, cosa che crea inconsciamente un alibi. Fino all'ultimo siamo stati lì lì per giocarci la Champions e con qualche punto in più avremmo centrato obiettivi importanti. Ci siamo rinforzati più di altre squadre, se c'era un divario tecnico si è assottigliato. La Juve è ancora un pochino più forte, ma non sempre la più forte vince. L'anno scorso dicevamo che il Milan avrebbe stravinto. Tutto si può fare, non me la sento di dire che vinceremo il campionato ma possiamo fare una grande stagione".

Pensi che il tam tam mediatico possa aver creato crepe tra te e la tifoseria?
"La tifoseria ha dato una risposta l'altra sera. Sicuramente ci sarà chi uscirà fuori come un gufo quando giocherò male o quando non andranno bene le cose. I giornali hanno parlato di cifre, non so se sia arrivata un'offerta, ma leggere certe cifre mi ha fatto ridere, con quelle cifre si può fare una squadra di fenomeni, ed erano numeri inventati. La pressione ci sarà anche per questo motivo, come l'anno scorso dopo il rinnovo. Il tifoso ce l'ha di fare il commercialista, ma è anche il calcio moderno che è diventato molto basato sulla finanza".

L'offerta importante ti ha fatto vacillare? Chiuderai la tua carriera qui?
"Ho parlato molto chiaramente quando ho rinnovato. E' un discorso di avere personalità anche per campare, quando vorrò andare via lo dirò. Non mi celerò dietro società o ambiente, dirò che voglio andare via perché voglio andare via, non accollerò la cosa a terzi. Come abbiamo detto, il mercato è strano e a volte può portare a mille altre soluzioni. Che io stia bene qui non c'è bisogno di ribadirlo, non voglio la medaglia ma ho fatto 18 giorni di vacanza, mi sono presentato qui e non ho saltato un allenamento senza mai fermarmi, questo è sintomo di esserci con tutto me stesso. Ho fatto solo il mio dovere, ma credo che uno che pensa di andar via non si sarebbe comportato così".

Se la società ti volesse vendere asseconderesti questa richiesta o ti ribelleresti?
“Ho sempre risposto alla società e al mio procuratore che voglio stare qui. Quando i dirigenti mi diranno che dovrò andare via in base alla motivazione che mi daranno ragionerò. Vedi ad esempio il caso di Nesta, con quei soldi la Lazio ha risanato una situazione economica difficile e lui ha anche fatto una scelta di cuore, ma non credo sia il caso della Roma”.

L'obiettivo minimo è la Champions?
“Non mi sento di mettere obiettivi precisi; dire vinceremo lo scudetto è una follia, l'ho detto anch’io all'inizio di alcune stagioni, ma poi se non accade si fa brutta figura. Non c’è da mettere paletti, certo la mia speranza è quella anche se sarà una lotta difficile, ci sono tante squadre forti, ma il mio sogno è tornare in Champions, perché è una competizione troppo bella".

Mancini avrebbe detto che se avessi scelto di restare a Roma avresti fatto la fine di Totti...
“Non me l’ha mai detta una cosa del genere. Mancini stima in maniera incredibile Francesco e lui finirà la sua carriera con minimo uno scudetto; è poco per uno come lui anche a livello personale, avrebbe potuto vincere premi importanti come il pallone d’oro. Io sono un giocatore forte ma non un talento indiscutibile come lui, vincere uno scudetto nei prossimi cinque anni sarebbe il massimo per me".

Cosa ti aspetti da Zeman a livello professionale?
"Non lo so, io spero di avere un giovamento. La cosa più lampante è che gli attaccanti fanno mille movimenti, magari potrei fare più assist o fare più gol se gioco più avanti, poi starà a me. La sua impronta è quella, poi sta ai giocatori interpretarla".

Senti più adatto a te il gioco di Luis Enrique o quello di Zeman?
"Non posso fare paragoni, con Luis Enrique mi trovavo benissimo a livello umano e calcistico; lui si toglierà tante soddisfazioni, se le merita. Io spero di essere adatto al gioco di Zeman, ma il calcio poi è quello. Ho cambiato tanti allenatori, ma mi hanno fatto giocare tutti, forse perché come dicono sono romano…".

Zeman risponde sempre alle domande sulla Juve: può essere un impedimento?
"Non credo che le sue frasi possano precluderci vittorie, almeno non più. Si comincia con un clima bello acceso anche per quello che è succeso in Supercoppa. C’è rivalità con la Juventus per me anche da tifoso, però non ho odio per i giocatori, sono tutti miei amici. Dopo la stagione deludente c’è grande entusiasmo e credo che il 90% del merito sia il suo, ha riacceso qualcosa che si era assopito".

Il tuo contatto diretto con il Manchester è Mancini? Hai avuto molta pressione per questa vicenda?
"Il mio contatto è il procuratore e lui fa il mio interesse, ho parlato una sola volta con Mancini e gli ho detto quello che pensavo, non ci sono stati frequenti scambi come ha detto qualche tuo collega; ho stima di lui ma non è un amico o un referente da chiamare ogni tanto, non è quello il rapporto. Se c'è stata pressione? Quella mediatica è stata forte, io qui ho cominciato a lavorare ho detto a tutti che volevo restare. Se ci sono pressioni di questo tipo, poi, sono anche piacevoli, ma finora non ho avuto mai nessun dubbio".


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