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Di Francesco: "Cambiata mentalità dopo Chelsea-Roma. Barcellona fortissimo: serve rispetto e non paura"

di Marco Rossi Mercanti
Fonte: Roma TV

Il tecnico giallorosso Eusebio Di Francesco è stato il protagonista di una puntata speciale di Extra Time, format di Roma TV, registrata prima di Bologna-Roma e mandata in onda oggi. Ecco le sue dichiarazioni:

“A noi allenatori piace parlare di tattica durante le conferenza”.

La miglior Roma contro il Chelsea?
“Sono d'accordo, è stata la partita che ha fatto cambiare la mentalità alla squadra, bisogna essere coordinati per fare determinati pressioni, quel match ci ha dato forza. Nel ritiro avrei preferito lavorare con tutti i giocatori, con il tempo però chi non c'era ha assorbito le mie richieste. Abbiamo avuto una ricaduta, speriamo non accada più. Talvolta servono delle palle sporche per uscire da determinate situazioni, poi servono degli uno contro uno. Con il Chelsea abbiamo avuto un grande approccio, Kolarov ha dato grande aggressività, abbiamo cercato di tenere la linea sul terzino opposto".

Aggressività alta?
“Dipende dalla squadra che si incontra, da come si è fisicamente. Non è che uno prepara la partita solo sulla lavagna, ma anche sul campo dove si cerca di limare al massimo il margine di errore. Con il Napoli siamo alti solamente a tratti, forse perché la partita si era messa in un certo modo, noi più aggressivi dobbiamo restare alti. A me non piace essere passivo e accettare il palleggio degli avversari, ti toglie forza e sicurezza”.

Discorso mentale per aggredire gli avversari?
“Esatto, è un qualcosa che si allena durante la settimana e la domenica, con la prestazione, si vede se hai fatto bene. C'è stato un periodo dove abbiamo fatto bene a intermittenza, secondo me abbiamo letto male certe situazioni. Dobbiamo imparare a modulare questa cosa, contro lo Shakhtar Donetsk siamo stati molto bravi nel primo tempo dell'andata, nella ripresa invece no. Quello che ha impaurire il calciatore è la pressione dell'avversario, se la si subisce troppo è finita. Ci sono squadre di qualità che escono dalla pressione e se tu dopo tre pressioni sbagliati non ce la fai, inizi a preoccuparti. Ünder, per esempio, ha sbagliato qualche uscita in Ucraina, Ismaily è un giocatore capace di cambiare gioco facilmente e se non lo pressi è libero di fare ciò che vuole. Serve densità dentro e recuperare prima palla”.

La partita contro il Napoli?
“Venivamo da un periodo un po' così, servivano risultati. Se al Napoli dai possibilità di imbucare, è finita. È chiaro poi che qualche imbucata la devi concedere, ma poi i giocatori fanno la differenza. La nostra è stata una partita intelligente, un po' come nel ritorno contro lo Shakhtar dove siamo rimasto cortissimi e concesso pochissimo. A seconda delle squadre che incontri, dobbiamo essere bravi a leggere i momenti, riconquistare palla e fare le transizioni offensive. Se analizziamo il periodo ottimale della Roma, abbiamo fatto tanti gol riconquistando palla, per capire che i ragazzi hanno trovato vantaggio e acquisito sicurezza”.

Il calo che ha avuto la Roma ha cambiato qualcosa?
“Io voglio che la squadra giochi sempre con personalità, il pensiero è quello di far morire il gioco degli avversari, importante è l'aspetto mentale, devi dimostrare che vuoi dominare. Questo è il segnale per affrontare il Barcellona, bisogna fare il possibile. Se siamo messi bene, possiamo prendere qualsiasi avversario, ogni squadra che si affronta è diversa mentre la tua mentalità è la stessa. Se incontri squadre che si difendono e sviluppano poca manovra, è normale che tu possa dominare con il palleggio ma non tutte te lo permettono. Ogni gara fa storia a sé e noi dobbiamo cambiare atteggiamento se serve, ribadisco che l'importante è rimanere in queste due fasi corti, quello che ci è mancato quando siamo calati, pagavamo in maniera impressionati i minuti fatti male, non eravamo belli nel senso che non eravamo compatti”.

(Gli viene mostrato un video dove Daniele Adani spiega il calcio di Di Francesco)
“Condivido quello che ha detto, si diceva che Fazio non potesse giocare in una difesa a 4 e poi scopriamo che ancora bravo a giocare nell'anticipo. Se si allena una mentalità, un pensiero, attraverso i risultati si può fare tutto. Il gol di Nainggolan al derby? Radu non ha commesso errori, siamo stati bravi noi a farli trovare scoperti, se fosse uscito forte su Nainggolan, Florenzi sarebbe stato solo in porta. Noi vogliamo giocare a calcio, poi capita di fare errori come quello di Fazio contro il Crotone che, pur di non buttare via il pallone, ha rischiato tanto ma quello è stato un errore individuale più che di tattica, il terreno era troppo asciutto e gli è rimasto lì. Io dico sempre che giocare dal basso non significa fare un passaggio fine a sé stesso, bisogna sempre andare ad attaccare la porta”.

La posizione di Nainggolan?
“Gliel'ho cambiata contro il Torino perché la squadra non si stava esprimendo meglio con il 4-3-3, allora per aver maggiore creatività e mettere un giocatore vicino a Schick, ho fatto questa scelta. Il 4-2-3-1 l'ho attuato anche prima di Verona, l'ho fatto per cambiare qualcosa nella testa dei giocatori, ho rialzato un pochino l'attenzione e l'applicazione. Al di là dei numeri che contano relativamente, la differenza la fanno i giocatori che possono giocare con qualsiasi modulo. (Gli vengono mostrati dei dati su Nainggolan) In tante occasioni Radja avrebbe potuto segnare, l'anno scorso ci riusciva con più facilità. Da lui voglio questo atteggiamento, è un destro che può tendere a cercare il cross, mentre a sinistra viene molto dentro. Se voglio affrontare una squadra dove mi serve un piede di parte, lo metto a destra. Lui gioca sempre dove gli chiedo, non mi ha mai chiesto di giocare mezzala o dietro la punta. Sono annate dove magari fai tanti gol, non è che prima facesse tutti questi gol, per segnare tanto devi anche avere certe situazioni favorevoli, però ha fatto anche 8 assist".

Il ruolo del portiere?
“È fondamentale, non serve lavorare sotto la traversa perché sono pochi i calciatori che tirano da lontanissimo per sorprenderti, è un ruolo determinante. Abbiamo lavorato moltissimo con Alisson questa estate, tendeva a restare un po' troppo distaccato dal gioco, io lo faccio partecipare sempre. La sua grande qualità è quella di far diventare semplici le cose difficili, è un portiere forte e di personalità, siamo contenti di averlo”.

La Champions League?
“È una bella soddisfazione essere ai quarti di finale, siamo molto contenti anche perché è un obiettivo che non sempre è stato raggiunto. Potevamo fare tanti punti in più in campionato, però in Europa ci stiamo togliendo tante soddisfazioni e non dobbiamo accontentarci, guardiamo solo noi stessi. Giocheremo con rispetto, sappiamo che il Barcellona è fortissimo ma la paura non aiuta”.

Un tecnico tra i primi otto d'Europa che stima?
“Io sono amico di Montella, se devo scegliere però un tecnico per quello che ha creato negli anni dico Guardiola, mi è piaciuto come ha lavorato con le sue squadre, guardare il City che è totalmente diverso. Inizialmente la squadra ha faticato a interpretare ciò che chiedeva, sono state fatte le cose a metà perché non si è andati insieme. Guardiola adesso ha davanti Aguero, ma lo spazio e il tempo nel calcio sono importanti e Guardiola è bravo ad allenare questi aspetti”.

(Gli viene mostrato un video dove Alberto Aquilani si complimenta per i recenti risultati del mister)
“Gli sono stato molto addosso ed è cresciuto molto con il Sassuolo, si è messo a disposizione della squadra. Abbiamo pagato l'Europa League per inesperienza, poi abbiamo anche perso una partita a tavolino in campionato (ride, ndr). Alberto è stato veramente in gamba”.

Come scardinare le difese chiuse?
“Si studiano diverse giocate, lo Shakhtar veniva su con il pallone e noi andavamo in fuorigioco per pochissimo. Questo tipo di giocate le deve fare il centrocampista centrale e viene facilmente con le due punte che con la sola punta, in questo caso viene avvantaggiato l'esterno. Con questa squadra, potevamo far male in questa maniera”.

Schick?
“Schick deve continuare a lavorare, le opportunità sono sempre dietro l'angolo. Lui predilige smarcarsi dal centro-destra e mandare in porta i compagni, gli ho fatto fare un po' l'esterno ma non come ala perché non è un'ala. Non sempre è stato facile, soprattutto perché si è allenato con il contagocce, ha avuto diversi infortuni ma sul talento non si discute. Giocare dietro Dzeko? Non c'è un centravanti che predilige a giocare in una zona del campo, tipo Dzeko predilige a smarcarsi sul centro-sinistra. Schick può giocare benissimo dietro Edin, ci sono tante partite ancora e lui ha le caratteristiche anche per fare il centravanti. Non riesce ancora ad attaccare bene la profondità, fa un giro un po' troppo largo, deve essere bravo ad attaccarla”.

Ünder?
“Il gol contro l'Hellas Verona nasce dalla continuità negli allenamenti e dalla posizione che ha preso, ha ricevuto una palla tra le linee e tira. È stato determinante e ha ammazzato gli avversari. Ha una capacità impressionante di prepararsi al tiro, una velocità di esecuzione pazzesca. Ha fatto gol simili a Montella, la sua qualità maggiore era la velocità nella preparazione al tiro e Ünder, per rapidità di esecuzione, gli somiglia”.

Una qualità di Spalletti, Simone Inzaghi e Gattuso?
“Spalletti ha la grande qualità di preparare bene le partite, è sempre stato un grande estimatore di Zeman, non so se l'abbia mai detto in giro. Lui è bravo con gli attaccanti. Inzaghi è cresciuto tantissimo, grandissima gestione del gruppo e non mi aspettavo che ci riuscisse così in questo ambiente per la giovane età che ha, mi sembra esperto rispetto all'età che ha. Su Gattuso dico che ha trasmesso senso di appartenenza ai giocatori, la squadra gli somiglia molto, hanno concetti giusti”.

 


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