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Di Francesco: "Oggi deve essere un punto di partenza. Contento della crescita di El Shaarawy. Florenzi? Era morto e ha chiesto il cambio"

di Simone Ducci

Di Francesco a Premium a fine partita

"Sapevamo che avremmo potuto soffrire per come stavano loro, siamo stati bravi a soffrire quando necessario e questo fa parte del processo di crescita. Io vi dico che questa partita deve essere un punto di partenza. I ragazzi ci hanno messo un pochino a capire ciò che voglio, questo percorso deve continuare, chi sta in campo sa cosa deve fare. Florenzi? Mi ha chiesto il cambio perché era morto, ci può stare quando giochi sempre, ho rivisto il Florenzi dei vecchi tempi. El Shaarawy? Ha continuità, non sta rimanendo isolato come fatto in passato, ha fatto due gol ed è quello che voglio dai miei due esterni, sono contento della sua crescita. Mi piace che i miei esterni vadano dentro a giocare e oggi l’hanno dimostrato".

Di Francesco in conferenza stampa (a cura dell’inviato all’Olimpico Gabriele Chiocchio)
“Sorpreso delle chance create contro la difesa del Chelsea? No, però sapevo che potevano darci difficoltà con questo sistema di gioco. Potevamo rischiare qualcosa, ma in ripartenza siamo stati sempre pericolosi, sono stati bravi a ballare tra il quinto e il terzo centrale. Nel primo tempo abbiamo incontrato una squadra con qualità importanti, siamo stati bravi a soffrire per poi chiudere la partita. Cosa ho pensato dell’assenza di Kanté? Sapevamo che veniva da un infortunio, se non ha giocato un motivo c’è. Mi aspettavo questa formazione, ero convinto dei due trequartisti, abbiamo preparato la partita su questo. Sapevamo che potevamo fare male. Consacrazione internazionale? È una grandissima serata, che meritavamo. Ho messo tanti ragazzi dell’anno scorso, loro se l’erano conquistata sul campo, lo meritavano. Al di là di tutto le scelte sono legate a questo, a livello motivazionale ero convinto che facessero grandi cose. Abbiamo consapevolezza, per consacrarci dobbiamo fare tante battaglie. Non si smette mai di dimostrare, abbiamo dimostrato di essere cresciuti con questo pensiero collettivo che può fare la differenza. La trasformazione di El Shaarawy? la testa fa la differenza, ha capito che per essere il giocatore che è deve avere continuità e fare le due fasi in un certo modo. Ha fatto due gol andando sempre in taglio, cercando la palla che a me piace da morire, sempre dagli esterni. L’aspetto che voglio sottolineare non è solo la fase offensiva, ma quella difensiva che lo ha portato a diventare un giocatore completo. Se mi sarei aspettato di essere primo alla quarta giornata? È una squadra che ci crede, ci crede adesso, ma bisogna continuare su questa squadra. Siamo passati anche attraverso Qarabag, che ha dimostrato di dare problemi a tutti. In Europa non è mai facile vincere, stiamo acquisendo una grande mentalità che deve proseguire nel nostro campionato, gli altri cercano sempre la vittoria e noi faremo altrettanto. Vittoria più bella? È una grande vittoria, ma non è mia. Di Roma, della Roma, dei tifosi. Sono convinto che sia un punto di partenza per me, voglio togliermi qui tante soddisfazioni. Si passa da questo, dalla consapevolezza e non dalla presunzione. C’è ancora tanta strada da fare. Soddisfazione personale? Sto vivendo questa esperienza con grandissima serenità, consapevole di cosa posso dare ai ragazzi. La cosa difficile è entrare nella testa dei giocatori, il resto è conseguenza. Sono sereno dei vostri giudizi, lo sarò anche successivamente. È un momento che mi godo, ma so che ce ne possono essere di differenti. Devo continuare su questa strada e basta”.

Di Francesco a Roma TV
“La partita? C’è stata qualità, oltre ai momenti di sofferenza devo dire che la squadra non si è mai disunita. Questo spirito deve accompagnarci sempre, ci toglieremo delle soddisfazioni. La vetta del girone? Ci avevano messo fuori da tutto, il lavoro sta pagando, Nella mia scelta stanno giocando tutti i calciatori che se lo sono guadagnati l’anno scorso con Spalletti. I ragazzi hanno meritato la vittoria. La grande attenzione di oggi? Questo è quello che cerco di trasmettere: bisogna aiutarsi nei momenti di difficoltà. Questa compattezza alla lunga paga. Loro ci potevano creare difficoltà con le imbucate. Inizialmente non siamo stati bravi a leggere le traiettorie mentre siamo stati eccellenti nel seguire gli avversari. Cosa non mi è piaciuto? Il lavoro paga e sono contentissimo. Vivo con grande serenità. La cosa più difficile è trasmettere a chi sta dentro, ora ci sto riuscendo. Trovo poche cose negative: non abbiamo lavorato bene nelle letture tra le linee anche se loro avevano cambiato qualcosa in impostazione. Nella ripresa ho rifatto 2-3 uscite sugli esterni e abbiamo trovato equilibrio. Il sacrificio degli esterni? Se Buffon fa i complimenti a Higuain per l’aiuto difensivo, figuriamoci se i miei esterni non possono aiutare in difesa. Le pressioni degli esterni permettono alla linea di poter leggere meglio le situazioni. Il lavoro dispendioso degli esterni è inevitabile per essere aggressivi. Cosa si prova a essere il migliore allenatore giallorosso esordiente in Champions? La strada è ancora lunga, bisogna rimanere umili e lavorare tanto. Se loro lavorano con questa umiltà ci possiamo togliere grandissime soddisfazioni anche in Champions”.

 


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