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DiBenedetto: "Sono venuto per far crescere il calcio a Roma. Totti? Un campione. Luis Enrique? Con lui al 100%. Prevedo un grande futuro per noi"

di Alessio Milone

L'intervista integrale di Thomas DiBenedetto rilasciata a Sky Sport.

Cosa rappresenta per lei sedersi in questo studio che è stato di Franco Sensi?

La Roma ha una storia importante, di successo. E' una squadra che ha vinto tanto, da sempre è competitiva. Per questo è un onore per me potermi sedere su questa sedia che per i nostri tifosi è come un trono.

Iniziare questa esperienza con uno sciopero. Che significa per lei?

Lo sciopero per me non è mai una cosa salutare. Per quanto ho potuto capire adesso ci sono ancora un paio di questioni in sospeso, ma penso che l'accordo si possa trovare. Se lo sciopero si risolve in fretta le conseguenze non saranno gravi.

In America come si reagisce quando c'è sciopero?

Negli Stati Uniti c'è innanzitutto una situazione economica molto difficile, per questo i cittadini non sono solidali con i giocatori, perché questi guadagnano tantissimo. L'impatto negli USA è enorme: in passato quando ci sono stati scioperi c'è stato bisogno di tempo affinché i tifosi tornassero ad appassionarsi alle proprie squadre. Questo tipo di scioperi può fare molti danni al mondo dello sport. La maggior parte di imprenditori che hanno a che fare con lo sport nutrono una forte passione. Potrebbero fare altri investimenti, invece scelgono lo sport: questo dimostra vera passione. Credo che questa sia la maggiore caratteristica che accomuna dirigenti e presidenti delle società sportive di tutto il mondo.

Perché ha scelto Roma?

Roma per me significa molto: il mio cognome è DiBenedetto, mio padre è nato in Italia. Ho sempre voluto fare affari in Italia, e non ho mai avuto prima d'ora molte opportunità per altri progetti che ho dovuto fare in altre parti del mondo. Ma quando ho avuto questa chance ho subito accettato: Roma e la Roma sono marchi di risonanza mondiale. Questo è un elemento che può essere veramente appetibile per sponsor e investitori di tutto il mondo.

Lei ha definito la Roma una "Media Company"

Lo credo davvero: nei media oggi e nella tv in generale lo sport ha un ruolo predominante. Nello sport le persone sono disposte a pagare, perciò è fondamentale la gestione dei contenuti, e al giorno d'oggi, con i nuovi media e il mondo digitale, ci sono nuove opportunità commerciali. Già ora è possibile interagire, stabilire un rapporto con tutti i nostri fan in giro per il mondo, e dar loro un prodotto che non sia solo calcio, ma una vera cultura e tradizione della loro squadra del cuore. Per noi è molto importante comunicare la cultura di una squadra, di una città: tutte cose che producono interesse in tutto il mondo.

Quali sono le sue considerazioni sui tifosi del calcio italiani rispetto a quelli americani?

Credo sia molto importante avere propri addetti alla sicurezza sul posto, per i vari problemi che potrebbero sorgere con i tifosi. Vorrei creare un ambiente per portare le famiglie allo stadio, che possano portare i loro figli alle partite: abbiamo istituito un settore apposito, un "settore per famiglie", e sono contento per il successo che ha avuto nell'ultima partita (con lo Slovan, ndr) nonostante il risultato.

Cosa dirà agli altri presidenti di Seria A? Le prime tre priorità che suggerirebbe loro per far crescere il calcio italiano?

Non sono venuto qui per cambiare il calcio in Italia, ma per far crescere il calcio a Roma. Ma secondo me sarebbe bellissimo vedere tutte le società italiane in salute: se la Lega è in salute, di conseguenza lo siamo anche noi. E i diritti aumentano di valore. Per quanto riguarda la Serie A, credo che debba avere stadi migliori. Lo stadio deve essere un ambiente accogliente: quello della Juventus è un buon esempio di come dovrebbero essere gli stadi in Italia.

Roma avrà il suo stadio?

Lavoreremo molto con le autorità competenti, con il comitato olimpico. Speriamo che in futuro ci diano la possibilità di uno stadio interamente dedicato al calcio. Stiamo studiando dove costruirlo, siamo cercando partner italiani. Avere uno stadio di proprietà è importante. Crediamo che sia davvero possibile costruirne uno nostro, con i giusti aiuti.

Sarà un campionato equilibrato? Che tipo di campionato si aspetta?

Diverse squadre hanno la possibilità di vincere lo scudetto. Noi abbiamo una nuova squadra, un nuovo allenatore, stiamo ancora assemblando ogni dettaglio. Stiamo cercando di lavorare insieme, molto duramente, lo stiamo facendo tutti i giorni. Sabatini lavora giorno e notte per portarci i migliori giocatori, per portarli a Luis Enrique: sono ottimista, la Roma avrà un bellissimo futuro.

Le sue sensazioni sulla sua prima volta all'Olimpico?

La passione dell'Olimpico mi ha colpito. Sono stato qui in altre occasioni, ma mai come presidente. Ho riconosciuto la responsabilità di questo ruolo, perché la gente guardava me come simbolo di questa squadra. Sono consapevole del ruolo e non lo sottovaluto, perché so che dal successo della squadra dipende la felicità dei tifosi. Lavoreremo tutti duramente per far diventare la Roma una squadra di cui tutti essere orgogliosi.

Che tipo di gioco vorrebbe vedere in campo?

Abbiamo scelto Luis Enrique perché crediamo nella sua filosofia di gioco. E' molto simile a quella del Barcellona, anche se non proprio uguale; non solo per lo stile di gioco, ma per l'atteggiamento da tenere dentro e fuori dal campo. Penso sia fondamentale far crescere tanti calciatori locali e renderci attraenti ai loro occhi, agli occhi dei loro genitori. Devono ambire a giocare nella Roma, e faremo di tutto affinché questo accada. Il concetto di squadra per noi è molto importante, è quello che fa risultato: è la squadra che vince, non il singolo. Se la squadra lavora insieme e duramente, il risultato non può che essere un successo. Nella mia esperienza sportiva in America, come tifoso e come presidente, ho imparato che nulla sostituisce il duro lavoro. Non solo per i giocatori, ma per tutto l'intero staff. E anche la collaborazione con i tifosi è fondamentale, perché i giocatori ricevono energia dalla tifoseria. Un loro atteggiamento negativo può fare molto male alla squadra.

Cosa rappresenta Totti per il nuovo progetto?

E' uno dei più grandi, se non il più grande giocatore italiano degli ultimi 50 anni. E' sicuramente importante per la squadra, per il progetto, per l'allenatore. Ma è quest'ultimo che decide e io appoggio l'allenatore al 100%.

E' vero che De Rossi è una sua priorità? Vuole che resti a lungo?

Speriamo che Daniele resti tutta la sua carriera a Roma, speriamo che voglia farlo: ma la decisione spetta solo a lui. E' di Roma, è un gran calciatore, gioca in Nazionale, è un grande valore aggiunto per noi.

La sua idea su Bojan e Lamela?

Penso che entrambi avranno un grande futuro, hanno capacità tecniche che pochi giocatori possiedono. Saranno fondamentali per il successo della nostra squadra.

Cosa si aspetta dal ritorno di Franco Baldini in Italia?

Franco è un uomo di valore, molto intelligente, profondo, con una grandiosa visione delle potenzialità della Roma: ho un grande rispetto delle potenzialità di Baldini.

Qual è il vero obiettivo della Roma? Tornare a giocare la Champions?

Stiamo ancora lavorando sulla squadra, ci vuole calma affinché i giocatori si trovino al meglio. Io sono ottimista, faremo dei progressi, diventeremo competitivi: prevedo un grande futuro per noi.

L'eliminazione in Europa League cambia un po' le strategie nel breve termine?

Credo possa anche essere un vantaggio essere stati eliminati: i giocatori più anziani potranno recuperare di più, e l'allenatore potrà preparare con più calma le partite.

Ha detto qualcosa al team dopo la sconfitta con lo Slovan?

Continuate a lavorare con impegno: se lo farete il successo arriverà.


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