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Falcao: "Lo stadio renderà la Roma una squadra di prima grandezza. Garcia può aprire un ciclo"

di Gabriele Chiocchio
Fonte: La Gazzetta dello Sport

Paulo Roberto Falcao è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport. Ecco uno stralcio dell'intervista:

Falcao, ma lei se la spiega tanta gratitudine a distanza di trent’anni?
«Francamente no. E tutte le volte mi dico: “Da quando ho lasciato questa gente, la Roma ha vinto uno scudetto, ne ha sfiorati altri due o tre, ha cono­sciuto grandi giocatori, oggi ha una proprietà americana e fi­nalmente può sognare uno sta­ dio degno della propria passio­ne”. Eppure, l’amore per me è immutato e, forse, immutabile. Essere rimasto nel cuore dei ro­ mani è il mio orgoglio più gran­de. Trent’anni fa ci speravo, ma non lo immaginavo così».

In questi giorni si sarà reso conto che i romanisti sono... felici.
«Ne hanno tutti i diritti. Ho respirato l’atmosfera in cui è stato presentato questo proget­to dello stadio: si ha la consapevolezza, a ragione, che ren­derà la Roma una società di prima grandezza. E poi c’è la squadra, che fa cose straordi­narie».

Merito di…?
«Tutti, perché la bellezza della Roma di Garcia sta nella sua visione d’insieme, oserei dire nel suo collettivismo, C’è questa interdipendenza tra i reparti, tutti si aiutano per il bene comune e poi la rosa è un mix riuscito di giocatori che corrono e di bravi giocatori, con Totti che continua a fare la differenza per 40’-­50’ a partita. L’allenatore è molto intelligen­te, mi hanno detto tutti che con lui si sentono tranquilli. A me questa squadra ricorda la mia prima Roma, quella del cam­pionato 1980­-81. Una squadra bella, simpatica, rivoluziona­ria con quella difesa a zona. Solo per questi motivi, avrem­mo dovuto vincere lo scudetto già quell’anno, a parte il famo­so gol di Turone…».

Invece arrivaste secondi. Come questa Roma, pare.
«Con un distacco in classifi­ca più ampio, però. È un pecca­to, perché se questa Juventus marziana avesse gli stessi punti dello scorso campionato, la Ro­ma sarebbe ancora pienamen­te in corsa per lo scudetto. La mentalità vincente dei bianco­neri è un’altra delle cose im­mutabili e, in fondo, quello che noi romanisti gli abbiamo sem­pre invidiato. Ma io ho fiducia nella Roma di Garcia: può apri­re un ciclo, come quella di Lie­dholm negli anni Ottanta».


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