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Feltrinelli - De Rossi alla presentazione del libro di Marianella. Il vice-capitano: "Derby? Mi sento tranquillissimo" FOTO! VIDEO!

di Alfonso Cerani
Fonte: dagli inviati Alessandro Carducci e Danilo Magnani

Alle 18.30 alla Feltrinelli di Via Appia 427 a Roma, il giornalista Massimo Marianella ha presentato il libro "Dove ti porta il calcio" con un amico speciale: il vice capitano della Roma Daniele De Rossi. Presenti tra il pubblico, anche i membri dell'AIRC. Ecco tutte le dichiarazioni del numero 16:

19:30 - “Sarebbe tanto bello poter viaggiare e vedere qualcosa oltre lo stadio, ho girato il mondo e ho visto gli stadi, ma questo libro ti racconta quello che non vedo. Mi piace viaggiare, ho viaggiato tantissimo e non ho visto niente, è quello che mi manca”.

 

19:25 - “L’addio di Gerrard è stato di un’eleganza, di una dignità, è stato un momento di dolore, di dispiacere, ti stacchi da un qualcosa che hai avuto attaccata sulla pelle per tutta la vita. Non è stato eccessivo, è stato meraviglioso fino all’ultimo secondo in cui ha vestito la maglia. Io voglio smettere e allontanarmi da Roma quando sarò ancora forte fisicamente, in grado di fare qualcosa di buono per la Roma, che è stato il mio grande amore e lo è tuttora”.

19:20 - “Il libro di Cagnucci? È l’unico altro libro che ogni tanto firmo, tanta gente pensa che l’abbia scritto io, mi sono presentato per la stima che ho di Tonino, ha scritto un bel libro. Credo che il soprannome Capitan Futuro l’abbia coniato lui, non mi fa impazzire (ride, ndr). Non mi dà fastidio”.

19:15 - “Derby? Mi sento tranquillissimo, i giorni passeranno. La tensione salirà, ma è una tensione bella, ho giocato parecchi derby, per cui inizio a gestirla abbastanza tranquillamente”.

19:10 - “Ci sono stati momenti nella mia vita, come in quella di chiunque, in cui ho avuto alti e bassi, momenti in cui ho pensato di poter fare qualcosa e altri in cui ho pensato di poter cambiare. Sono stato indirizzato a fare questo grande passo, ma è andata così. Di indole sono uno a cui sarebbe piaciuto viaggiare, girare, conoscere altre persone e parlare altre lingue. Vorrei migliorare l’inglese e imparare altre lingue e a vivere lontano dagli affetti”.

19:05 - De Rossi: “Gerrard? È stato quello che mi è piaciuto di più quando ero grandicello. Durante la carriera ho visto lui come uno da imitare in campo e fuori, non sbagliava un atteggiamento. Devo prendere spunto visto che ogni tanto sono scivolato, Gerrard, Pirlo e Lampard sono meravigliosi ma hanno mantenuto un certo comportamento senza colpi di testa. Non è precluso avere idoli, lui è stato uno di quelli. Era difficile che lo vedessi da piccolo, sono giocatori legati a quel tipo di calcio”.

19:00 - Sempre il vice-capitano ai microfoni: “Quando ho iniziato c’era differenza tra calcio italiano e inglese, loro in difesa erano più sprovveduti. Adesso la situazione è più livellata. Gli italiani hanno qualcosa in più dal punto di vista tattico, non lo sottovalutiamo. Per essere i più forti bisognerebbe avere anche altro, il Barcellona ha cose che nessuno ha. È questione di DNA che si potrebbe ricreare, non in un anno ma in 10-20. Dovremmo iniziare a crearlo”.

18:55 - Ancora De Rossi prende la parola: “Ci sono i video, le riunioni tecniche, tattiche che ci fanno rivedere le partite dopo, che ci fanno rivedere le partite degli avversari prima di giocarci contro, quindi siamo portati già a farlo e dipende un po' dall'allenatore, quello che è un po' più fissato e quello meno, però a prescindere da questo sì, le rivedo, tendo a rivedere quelle che vanno bene, quelle che, sai la notte dopo le partite, sia che hai vinto sia che hai perso, non si dorme mai. Quando hai perso o la partita che hai giocato male, guardo un film. Per esempio l'ultima che abbiamo fatto l'altra notte alle 3 l'ho rivista, visto che non si chiudeva occhio, cambio camera e la rivedo. La telecronaca è sempre importante, noi calciatori ci facciamo molto caso a quello che dicono loro ed è molto diverso vedere una partita con un telecronista piuttosto che un altro. Lui purtroppo non lavora mai con noi perché fa le finali di Champions... Quello che volevo aggiungere è che è molto importante secondo me anche la seconda voce, da un po' di anni a questa parte, che è sempre un ex calciatore, un persona che sa quello che dice, sa quello che è successo a me mentre sono scivolato. Per noi è molto interessante sentire questi professionisti. Quando sento Adani, non dico mi innamoro, ma mi piace molto sentirlo, diventa interessante perché vedi e senti qualcuno che ha visto la stessa cosa che hai visto tu”.

18:50 - Ecco le parole di De Rossi: "Sembrerà strano, ma adesso non ci faccio neanche più caso perché ci gioco da anni, ma lo stadio che mi ha colpito di più è stato San Siro. È uno stadio che mi è piaciuto particolarmente, a parte l'Olimpico, ma lì scattano emozioni diverse, particolari. Diventi tifoso ogni volta che entri in campo, ma San Siro è uno stadio di una bellezza incredibile, è gigante; anche quando arrivi da fuori e mi ricordavo quando ero piccolo le partite di Italia '90, che è il primo mondiale che ricordo con chiarezza. San Siro era un simbolo del calcio mondiale, per me e giocarci è stato uno shock, positivo ma uno shock. Poi adesso lo è un po' di meno visto che ci gioco due volte l'anno, se non abbiamo Coppa Italia o altri particolari. San Siro mi ha impressionato, poi ho giocato al Bernabeu, però a San Siro anche i ragazzi nuovi rimangono sbalorditi”.

18:40 - De Rossi fa il suo ingresso alla libreria Feltrinelli.


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