FourFourTwo, Sella, Spinosi, Rizzitelli, Giannini, Zeman e Batistuta raccontano Francesco Totti
Fonte: FourFourTwo
Il numero di febbraio della rivista FourFourTwo ha dedicato un lungo articolo alla carriera di Totti, all'interno del quale sono presenti delle interviste a ex allenatori e compagni.
Ezio Sella: "L'ho avuto per un mese prima che andasse a giocare con la Primavera. Ha attirato subito la mia attenzione. Non vedi mai un giocatore capace di cose così speciali. Dalla prima sessione di allenamento, sapevo di avere una leggenda che si stava formando. Creava cose dal nulla. Gli dicevo di non sentirsi arrivato, perché continuavano a esaltarlo. L'ha dimostrato ancora e ancora. Il titolo degli Allievi sul Milan? Impediva ogni tackle a prescindere da quanti tentavano di fermarlo. Provarono a ingaggiarlo più di una volta. Io lo feci giocare centrocampista e attaccante, creò entrambi i gol della vittoria per 2-0. È stato il miglior giocatore che abbia mai allenato. Non gli serviva allenamento tecnico, era uno spreco di tempo".
Luciano Spinosi: "Dopo 10 minuti chiamai il DS Giorgio Perinetti e gli dissi di non lasciare mai andar via questo campione. Colpiva il pallone come nessun altro. Ho visto un sacco di giocatori giovani, lui era speciale. Trascinava la squadra con lui, io gli dicevo solo di giocare. Non avevo mai visto un sedicenne come lui, ha reso il mio lavoro più facile".
Ruggiero Rizzitelli: "L'esordio? Ci aspettavamo tutti che lo facesse quel giorno. Molti giovani si allenavano con la prima squadra, ma Totti era diverso. Aveva personalità, oltre al talento. Gli dissi di stare calmo e di godersi il debutto. Scherzando, sono orgoglioso di essere la persona che ha permesso a Totti di esordire, ogni anno qualcuno mi chiama per parlare di quel Brescia-Roma! Il record di Piola? È troppo lontano, dovrebbe giocare 30-34 gare stagionali".
Giuseppe Giannini: "Tutto sembrava facile per lui. Quello che ha fatto per il calcio italiano ha un valore inestimabile. È il migliore che abbiamo mai avuto. Era il mio compagno di stanza, ho visto in lui una versione di me più giovane, perché ha fatto le stesse cose che feci io precedentemente. Provava a imparare molto dagli altri, mi sento il suo fratello maggiore. Conoscevo sua madre Fiorella. Ricordo quando stava cercando la sua prima macchina: Francesco voleva una Volkswagen GTI e i genitori mi chiamarono preoccupati. Dissi loro che la mia prima macchina era una Mercedes! Ritiro? Non penso sia arrivato il momento, è il migliore e vuole giocare. Deve andare avanti, anche se non gioca è un punto di riferimento".
Zdenek Zeman: "In realtà, non sono stato io a sceglierlo come Capitano. Lo fece la squadra, dopo una votazione. Aldair aveva più voti di lui ma non voleva quella responsabilità. In quel momento i giocatori hanno riconosciuto Francesco come loro leader. Era e ancora è molto calmo, quasi introverso. Può non essere uno che urla nello spogliatoio, ma è il leader perfetto in campo. La sua posizione? Dall'esterno poteva tagliare dentro più facilmente. Farlo giocare al centro era troppo pericoloso per via dei falli che riceveva. Non ha mai protestato per la sua posizione, il ruolo in cui lo facevo giocare lo teneva al centro dell'azione. Al mio ritorno ho trovato lo stesso giocatore, con più chiodi nelle caviglie! Preferiva fare assist, ma i suoi allenatori gli hanno detto che per essere considerato un grande doveva segnare di più. È diventato più individualista. Non so se stia pensando al record di Piola. Per me è il calcio, i tifosi potranno dire di averlo visto giocare per 20 anni e io potrò aggiungere di averlo allenato due volte".
Gabriel Batistuta: "Sa tutto. È il miglior partner d'attacco con cui abbia mai giocato. Pensa velocemente e sa cosa vuole l'attaccante, perché anche lui lo è. Questo è un gran vantaggio. Nessuno gode nel fare assist come Francesco. Era indecifrabile per i difensori e anche per me, ha indolenzito le mie ginocchia!"