Gerolin: "A Roma è difficile lavorare, la piazza va educata con discorsi corretti. Quest'anno la squadra è partita bene"
L’ex giallorosso Manuel Gerolin è stato intervistato da Centro Suono Sport all’interno della trasmissione “Bar Forza Lupi”:
Che ricordi hai del 5-0 al Bordeaux?
“Fu una giornata importante per noi, siamo anche arrivati in finale contro l’Inter. Fu una bella escalation, feci una doppietta e, vedendo la partita contro il Cluj di giovedì, ho avuto la conferma che erano tanti anni che non si verifica un 5-0 da parte della Roma”.
La tua parentesi alla Roma?
“Venivo da 5 anni all’Udinese e poi sono stato 6 anni alla Roma. Sono approdato in una città e in una squadra importante a 25 anni, ho vinto due Coppe Italia, siamo stati a un passo dalla Coppa UEFA e dallo scudetto. Sono sempre arrivato tra il secondo e il quarto posto, è stata una bella avventura”.
Hai vissuto stagioni da protagonista…
“Sì, abbiamo vinto le due Coppe Italia quando abbiamo perso scudetto e Coppa Italia. Ricordo che abbiamo perso lo scudetto quando le vittorie valevano 2 punti e non 3”.
Il passaggio da Liedholm a Bianchi?
“Giocavamo un calcio spettacolare che, secondo me, è ancora molto attuale. Avevamo una squadra molto offensiva e molto corta. Da Liedholm siamo passati a Bianchi e la rosa è sempre stata importante, siamo sempre rimasti sulle prime posizioni. I risultati sono arrivati lo stesso”.
Che rapporto hai con i tifosi della Roma?
“Ho avuto la fortuna di fare l’esordio nell’ultima partita di Paulo Roberto Falcao, era un’amichevole con l’Ajx dove andai anche a segno. Il pubblico si affezionò molto a me perché davo tutto in campo, lo stesso potevano essere Piacentini, Desideri, tutti quei calciatori che mettevano qualcosa in più. Ancora oggi, a distanza di 30 anni, ho sempre tanti elogi da parte dei tifosi”.
Quali margini di miglioramento può avere la Roma?
“Sono quelli che sta costruendo la Roma, l’annata è iniziata con il piede giusto. Fonseca è al secondo anno nella Capitale, ha preso calciatori su sua indicazione, si sta costruendo una squadra attorno e deve continuare a rafforzare la mentalità che si crea solo vincendo”.
Il nuovo DS della Roma?
“Oggi si va molto alla ricerca di profili stranieri, sembra si vada su questo lato. Tra l’altro, bisogna dire che i DS stranieri stanno trovando difficoltà perché c’è differenza tra il calcio italiano e il calcio spagnolo per esempio, bisogna stare attenti alle figure che si prendono. Costruire una squadra interessante forte al Lille, al Lipsia o al Monaco è molto più facile rispetto a farlo alla Juventus, alla Roma, all’Inter. In Italia non c’è tempo per aspettare la crescita del giovane, delle volte certi personaggi non lo sanno”.
Difficile lavorare a Roma?
“Assolutamente sì, la conosciamo. È una piazza, però, che va educata con discorsi corretti che bisogna fare all’inizio della stagione. Sento sempre che i giocatori vengono venduti, probabilmente andava fatto. La Roma deve fare i risultati e non si possono ottenere subito, gli acquisti devono essere mirati. I giovani devono essere importanti se si vuol fare plusvalenza e, soprattutto, arrivare prima degli altri. Importante è anche la posizione contrattuale del calciatore, se poi ti ritrovi con calciatori con contratti molto anni può diventare un problema”.