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Gerolin: "Juventus-Roma? Importante uscire anche con un pareggio. Monchi? Bravissimo, ma fare il ds nella Capitale è difficile"

di Marco Rossi Mercanti
Fonte: tuttomercatoweb.com

La Juventus per dare continuità, la Roma per cercare di insidiare i bianconeri. "Una partita importantissima", dice a tuttomercatoweb.com l'ex giallorosso Manuel Gerolin, l'anno scorso ds del Palermo. "La Juventus è e rimane la squadra di battere, però la Roma s'è ripresa e quest'anno ha ritrovato il centravanti che aveva già in casa. Dzeko oggi è un attaccante di ottimo livello. Forse oggi la Roma è l'unica antagonista della Juventus".

Se la Roma riuscisse a vincere potrebbe impensierire la Juventus...
"Sì. Davvero. Ma anche in caso di pareggio. Per la Roma l'importante è non perdere. Non dimentichiamo che la Juventus a febbraio dovrà affrontare la Champions League, che porta via energie. Vincere per la Roma sarebbe un'impresa fantastica".

Monchi verso la poltrona di ds della Roma: come lo vede?
"Ha dimostrato di essere bravissimo. Ma fare il direttore alla Roma è molto difficile, non è come farlo a Siviglia. La Roma aveva un grandissimo direttore sportivo come Sabatini, che però s'è scontrato con il dover far quadrare i conti. Walter ha fatto degli errori, magari puntando su tanti giovani. Ma meglio puntare sui giovani piuttosto che su gente già andata. Sostituire Sabatini non sarà facile. Chi va alla Roma ha l'obbligo di vincere".

Che mercato sarà quello di gennaio?
"Da due-tre anni prendiamo gli scarti dei campionati inglese e spagnolo. Le squadre vanno organizzate prima di gennaio. Una grande squadra sa già prima che deve muoversi. Gennaio è fatto per chi ha sbagliato o deve rimediare. Mi aspetto protagoniste le squadre in difficoltà, per esempio il Palermo che è ultimo in classifica e deve risalire. Tre devono retrocedere, le quattro squadre in lotta per la salvezza devono rinforzarsi e sbagliare poco. Salvarsi vuol dire restare in Serie A e questo è basilare, fondamentale".

E lei invece?
"A me è rimasto un rammarico".

Cioé?
"Non essere rimasto al Palermo. Nove cambi di allenatore, ma alla fine ci siamo salvati. Se non dai continuità agli allenatori e ai direttori sportivi diventa difficile. Non è più il Palermo di dieci anni fa che comprava giocatori fortissimi e spendeva, però bisogna avere un certo equilibrio. Sono andati via Dybala e Belotti e ci siamo salvati lo stesso. A parte gli ultimi due-tre mesi abbiamo fatto un campionato dignitoso. Quando fai un campionato con molti giovani ci vuole anche un po' di pazienza. Sono stato un anno, ma ho amato e apprezzato la Sicilia: sembrerà strano, ma essere a Palermo mi riempiva d'orgoglio, mi sentivo bene. M'è dispiaciuto non aver dato continuità. Avrei potuto fare cose interessanti. E oggi vedo in tv giocatori che potevano essere del Palermo, c'ero arrivato prima".

Per esempio?
"Beh, Giovanni Simeone. Un anno e mezzo fa. Ma anche Calleri, seppure adesso non stia facendo benissimo. Erano state intavolate alcune trattative. Anche Defrel sarebbe potuto essere nostro. L'anno scorso non è stato fallimentare. Bisognava dare un po' di continuità, con me ma anche con gli allenatori".

Poteva andare a Parma...
"Se n'era parlato. Ma il Parma voleva un profilo che conosceva più la categoria".


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