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Gregori: "La Roma sta facendo fatica con i portieri. Pau Lopez soffre la pressione, c'è di meglio"

di Marco Rossi Mercanti

Attilio Gregori, ex portiere di Roma ed Hellas Verona, è stato intervistato nel corso di "Altrimenti ci arrabbiamo", trasmissione in onda sulle frequenze di Centro Suono Sport:

La vittoria in Coppa Italia nel 1985/1986?
“Eravamo le cosiddette seconde linee della Roma, c’erano Di Carlo, Tovalieri, quest’ultimo prese il rigore in finale con gol di Desideri. Quella era la stagione di Roma-Lecce, finisce il campionato e tanti calciatori vanno via per giocare con le nazionali, tra i titolarissimi della Prima Squadra c’erano Graziani e Pruzzo”.

Perché non sei riuscito ad affermarti con la Roma?
“L’anno di Eriksson, io avrei dovuto esordire a Bergamo in un match contro l’Atalanta. Il venerdì mi fu comunicato questo dal mister, nella mattinata della rifinitura. Rimasi da solo con Negrisolo, allenatore dei portieri, che mi fece fare 20’-30’ di allenamento. Verso la fine, mi feci male a un dito per parare e non sono riuscito a esordire. La Roma vinse 1-0 e io rimasi fuori per un mese e purtroppo il treno era già passato. In seguito, decisi di andare via e andai al Genoa grazie a Roberto Pruzzo. Nella mia sfortuna, la Roma poi ha trovato Peruzzi che è diventato quello che è diventato, era di un altro pianeta”.

I portieri della Roma?
“Negli ultimi anni la Roma sta facendo fatica, i giallorossi hanno sempre avuto portieri importanti. Negli ultimi tempi non hanno indovinato il guardiano e credo sia prossima a cambiarlo. Parare a Roma non è facile perché ci vogliono qualità, Pau Lopez è un portiere normale che soffre la pressione di Roma, sicuramente c’è di meglio”.

Perché Pau Lopez non para i rigori?
“Ci vuole istinto, tanti portieri sono bravi in questo. Serve anche studiare l’avversario, come si posizionano con il corpo, c’è uno studio dietro soprattutto a questi livelli, sono cose che aiutano molto per parare un rigore. Studiare un calciatore che tira non è impossibile”.

Dopo il Genoa, sei stato sei anni con l’Hellas Verona: che ambiente hai trovato?
“Verona è un ambiente molto tranquillo, ma la tifoseria è passionale, te la ritrovi dappertutto. Sono stato benissimo, in un ambiente dopo sono stato benvoluto, mi hanno accolto benissimo e la gente mi vuole ancora bene”.

Quale portieri consiglieresti alla Roma?
“Silvestri, Cragno e Musso”.


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