Katerina Fonseca: "Roma ci ha accolti calorosamente. Paulo non voleva affrontare la sua ex squadra, ma è felice di tornare in Ucraina. L'ho visto particolarmente amareggiato dopo la sconfitta nel derby"
La moglie di Paulo Fonseca, Katerina, ha rilasciato un'intervista al portale ucraino Segodnya.ua
Cosa ha pensato quando hai visto il sorteggio tra Roma e Shakhtar?
"Ho visto il sorteggio sola, le immagini mi arrivavano in ritardo quindi ho scoperto il sorteggio da un messaggio di mio marito, Shakhtar. Non poevo crederci, poi qualche secondo dopo Hakan Yakin ha "confermato" sulla schermo. Ho avuto sentimenti davvero contrastanti".
Come ha reagito Paulo?
"Da una parte Paulo era preoccupato perché non voleva giocare contro la sua vecchia squadra e i suoi vecchi giocatori. Dall'altra era felice di poter tornare in Ucraina, dove siamo stati davvero felici. E dove io ho un milione di cose da fare! Ci sono amici, posti preferiti, la casa più comoda del mondo che non abbiamo avuto il tempo di goderci. Verrò a vedere la partita e sarò felice di tornare a casa con mio marito e mio figlio, anche se per pochi giorni".
Le dispiacerebbe di più se passasse la Roma o lo Shakhtar?
"Lo Shakhtar è la squadra della mia città. È un club fantastico, con cu ho lavorato fianco a fianco per diversi anni, che ho sempre tifato. Ho molti amici lì ancora. Però, ad essere onesti, mi dispiacerebbe per qualsiasi squadra uscisse. Per la prima volta nella mia vita ci troveremo contro lo Shakhtar. Indipendentemente da come andrà, il mio cuore sarà spezzato".
Come si trova a Roma?
"Mio figlio la sente come casa sua. Vive in Italia da quando ha tre mesi, ama la pasta, la mozzarella, si rivolge alle signore con “signora” e , a volte, quando si meraviglia, mette le mani insieme e dice mamma mia! La sua casa è qui, non in Ucraina né in Portogallo. La nostra famiglia si è innamorata dell'talia e Roma ci ha accolti calorosamente. Però mi manca l'Ucraina, è inevitabile per chi vive lontano da casa".
Gli svantaggi di Roma?
"Roma bellissima, ma come ogni cosa ha i suoi lati negativi. Come le zanzare, sono spietate. Al di là degli scherzi, sono cose piccole. È un privilegio vivere in una città del genere".
La riconoscono quando gira per la città?
"Fortunatamente no. Paulo è l'unico responsabile della notorietà della nostra famiglia".
Che impressione si è fatta dei tifosi della Roma?
"Ho grande rispetto. I tifosi della Roma sono una forza enorme e sono molto esigenti. Ma hanno anche una grande passione e una dedizione incondizionata per la squadra. Molti di loro vivono di calcio. Il giorno della partita, si sentono ovunque conversazion sulla partita. Donne, uomini, bambini: assolutamente tutti amano il calcio. E la cultura del tifo è assolutamente speciale qui, non ci sono i mezzi termini: o sei un vincitore e sei in paradiso, oppure un perdente… E allora può capire! Ma va bene così, è il calcio".
Come reagisce Fonseca alle sconfitte?
"Paulo non è uno di quegli allenatori che, dopo una vittoria, toccano il cielo per la felicità ma, dopo una sconfitta, cadono in depressione. Si contiene quando ha successo, sapendo che bisogna continuare a lavorare. E si contiene anche quando si tratta delle sconfitte anche se ha un approccio molto esigente. Sa che dopo ogni sconfitta, c’è un altro giorno, perciò servono soluzioni, serve il lavoro duro per sistemare ciò che non ha funzionato".
Si ricorda una partita della Roma dopo la quale era particolarmente felice, e una dopo la quale era amareggiato?
"Particolarmente felice no, non me lo ricordo. Ma sconvolto e amareggiato sì, dopo la sconfitta nel derby. Le partite con la Lazio sono sempre fondamentali, c’è una rivalità di folle intensità e c’è tanta voglia di vincere da entrambe le parti. Paulo è rimasto molto deluso e arrabbiato a causa del risultato".
Lei e Fonseca seguite ancora il calcio ucraino?
"Cerchiamo sempre di seguirlo, soprattutto le partite dello Shakhtar. Nel campionato ucraino tifiamo per loro incondizionatamente. Non riesco nemmeno a immaginare un altro vincitore del campionato in Ucraina, come non riesco a immaginare Paulo come allenatore di qualsiasi altra squadra ucraina. Solo lo Shakhtar".