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Krkic: "Voglio giocare, ho fatto la scelta giusta"

di Luca Bartolucci
Fonte: Il Romanista

Bojan Krkic sta piano piano ambientandosi nella capitale, cercando l'alchimia giusta con i compagni di quella che è una nuova avventura tanto per lui, quanto per la Roma; in un'intervista ha raccontato le sue prime sensazioni da giallorosso, dopo una vita passata in blaugrana. Cambiare città e squadra è stato possibile solo in nome della voglia di giocare e crescere, come spiega lo stesso Bojan: "Volevo giocare. Voglio giocare. Non è stato semplice tagliare il cordone ombelicale, ma dovevo farlo. Mi mancano gli amici, la mia città, il Camp Nou ma penso di aver fatto la scelta giusta". Il trasferimento è stato possibile grazie a due persone in particolare: "Sabatini" spiega Krkic "parlava spesso con mio padre per cercare di convincerlo. Io invece ho avuto il primo contatto con Luis Enrique che col suo entusiasmo mi ha fatto capire subito che Roma era la soluzione adatta a me". Tra i nuovi compagni, passa molto tempo con il connazionale José Angel, anche lui arrivato quest'anno dalla Liga. L'attaccante ha dichiarato che la Roma: "Mi era sempre piaciuta. Appena ho capito che credevano davvero in me non ho avuto dubbi nell'accettare" e ha voluto spendere una parola per il capitano: "calciatore eccezionale per cui parla la storia" e per Juan: "Sapevo che era forte, ma non immaginavo fosse così portentoso". Ad ogni modo il calciatore dovrà ambientarsi in un nuovo contesto, in una nuova città e per facilitarlo nell'ambientarsi, verrà raggiunto dai genitori, ma: "Vivremo in case separate, così ognuno avrà la propria indipendenza". Il giovane talento sta fremendo, ha voglia di cominciare a giocare: "Giocare, non importa dove. So solo che sarà in attacco", così come voleva giocare da bambino, quando era sotto la guida di Sergio Labera: "Il mio allenatore nella categoria Alevin A. Lui è stato molto importante per me" uno dei personaggi che lo hanno avviato alla sua carriera: "Quello che sono adesso lo devo agli anni trascorsi nel settore giovanile del Barça. Lì sono cresciuto, ma quando ho esordito a 16 anni ho capito che il calcio sarebbe stato la mia vita"; la sua vita poteva essere a Barcellona, ma come spiega lui stesso: "Nel calcio le cose cambiano, Non penso a quello che succederà tra due anni e mi concentro soltanto sul presente". Magari tornerà a casa tra due anni, o magari rimarrà in giallorosso, estasiato da una città che ancora non conosce bene ma di cui ha visto il simbolo più importante: "Ho visto il Colosseo ed è stata un'emozione".


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