Lino Banfi: "Trigoria si è ingrandita, Dybala è stato carinissimo con me. Con Gasp avevamo preparato una scenetta"
Dopo essere stato ospite al Centro Sportivo "Fulvio Bernardini" di Trigoria, Lino Banfi ha rilasciato un'intervista in esclusiva su SoccerMagazine. Di seguito, le parole del celebre attore tifoso della Roma:
Negli ultimi giorni la Roma ha accolto la Sua richiesta di conoscere la squadra attuale: cosa L’ha colpita di più durante la visita a Trigoria?
«Beh, Trigoria me la ricordavo, ci sono stato tante volte. Prima mancavano alcune cose che hanno fatto oggi, molto belle, tipo le piscine per svolgere alcuni tipi di ginnastica e terapie. Si è ingrandita un po’, voglio dire. Poi io e mio figlio siamo rimasti a mangiare pure qualcosa, c’è un cuoco bravissimo. Io ero quasi emozionato. Mourinho aveva espresso il desiderio di conoscermi e quindi mi aveva invitato ad andare lì, ma io ero impegnato proprio in quei giorni. Poi si cambiò tutto, Mourinho non c’era più e io non andai, ma desideravo andarci. Mi hanno colpito lo stupore e la devozione di tutti i giocatori nei miei riguardi. Non solo gli italiani, anche gli stranieri. Dybala poi è stato carinissimo, perché mi aveva già mandato una maglietta sua.
D’accordo con Gasperini abbiamo preparato una scenetta. Lui mi ha detto: “Mentre io sto dicendo delle cose ai giocatori, tu vieni dietro di me all’improvviso e inc*zati pure con me, così questi ridono”. E allora mi sono messo a gridare: “Ma che c**zo state facendo, porca p**tena!”. Ci sono rimasti un attimo, poi si sono messi a ridere e hanno capito che era organizzata la cosa. Devo dire che nell’organizzazione delle pubbliche relazioni sono bravissimi tutti, capeggiati dalla nipote del presidente Viola, molto brava. Addirittura, tra i regali che mi hanno fatto c’è un cappelletto piccolo per la mia pronipote appena nata, ovviamente con lo stemma della Roma. E già gliel’ho messo in testa a quella creatura, che ha un anno!».
Sabato si è giocata una sfida cruciale con la Juventus, che però sta attraversando delle annate poco brillanti. In passato ha detto che Spalletti ricorda Oronzo Canà per i suoi voli pindarici. È l’uomo che teme di più tra i bianconeri?
«Ho scherzato molte volte con Aurelio De Laurentiis, che mi faceva capire che al Napoli voleva me al posto suo, mentre io rispondevo che ero impegnato. Però a me lui non piaceva per il comportamento di quando c’era Totti, perché non lo faceva giocare e tutte quelle storie là… Devo dire che è un grande allenatore, è uno che sa fare il suo lavoro, ma forse non ha il titolo di presentarsi con le simpatie che deve avere invece un allenatore della Roma. Ognuno ha un carattere diverso, però io preferisco quelli che hanno il sorriso subito, che fanno molto spogliatoio».
Da tifoso d’annata, cosa pensa delle proprietà straniere nel calcio di oggi?
«Io avevo detto in molte occasioni che i presidenti stranieri non mi piacevano perché non sono né romanisti né romani. Invece mi devo ricredere su questi americani, che in genere sono dei produttori cinematografici che se ne fottono del calcio, però questi della Roma lo fanno con professionismo e professionalità. Sanno fare bene il loro lavoro. Però adesso devono accontentare il nostro mister e me, che sono un affilieto, sono un ex mister anch’io di Covercieno, e trovare due attaccanti con i controche*zi, come si dice!».
Nella corsa per lo Scudetto, invece, quale squadra La preoccupa maggiormente?
«A me ha sempre preoccupato l’Inter. La Juve sta attraversando un brutto periodo come dicevamo prima, ma non di alti e bassi come la Roma che comunque ha vinto molte partite di seguito. Alla fine sono tutte lì vicino, distanziate di pochi punti in classifica. Per ora però è il Napoli ad essere sempre più organizzato e ad avere tutte le cose al posto giusto e al momento giusto».
Qual è il rapporto di Lino Banfi con la Lazio?
«A parte tutte le stupidaggini della gente di Roma, con i laziali e i romanisti che arrivano addirittura all’odio… Io vedo molti laziali sfegatati che mi chiedono gli autografi, che vogliono fare una foto. Per quello non ho mai avuto problemi. Nella mia famiglia tifiamo Roma come tanti altri e quindi conosciamo le varie vicissitudini solo perché le leggiamo, ecco. Ma l’odio no, per carità!».
Il 29 dicembre la Roma si ritroverà per la prima volta come avversario Daniele De Rossi, che oggi allena il Genoa. Possiamo affermare che nemmeno nei Suoi film si sarebbe pensato di proporre uno scenario simile?
«Sì, è vero. Forse a quella partita andremo anche io e mio figlio, perché è così curiosa questa cosa! Poi De Rossi è amato molto dai tifosi della Roma, quindi fa felici anche noi se sta facendo carriera come mister».
Per concludere: una volta ci ha detto che ormai il calcio è cambiato e che ciò che si avverte è soprattutto la mancanza di vicinanza con i tifosi. Le lancio una provocazione: oggi sarebbe meglio avere degli Oronzo Canà come allenatori o qualche Nonno Libero tra i presidenti di Serie A?
«Eh, qualche Nonno Libero tra i presidenti di Serie A ci vorrebbe. Adesso che è diventato bisnonno, poi, ha più esperienza. Quindi mi propongo io subito!».