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Llorente: “Avevo le idee chiare, volevo continuare alla Roma. Siamo una squadra con del potenziale”

di Marco Campanella

Diego Llorente ha parlato in esclusiva ai microfoni di Radio Radio. Ecco le sue parole: 

Come sta andando il ritiro? 
"Bene, stiamo raggiungendo i nostri obiettivi, le cose procedono ogni giorno meglio. Sappiamo che c'è molta strada da fare ma anche dove dover migliorare. Finora il bilancio è sicuramente positivo".

Hai convinto l'allenatore e la dirigenza a riprenderti. Il tuo obiettivo è essere riscattato? 
"Sì, per quanto mi riguarda avevo le idee chiare. Volevo continuare qui, non è stato raggiunto un accordo per diventare della Roma a titolo definitivo ma quello che mi interessava era essere qui e aiutare la Roma a raggiungere i suoi obiettivi".

Il tuo rapporto con Mourinho? Ha influito sul tuo ritorno? 
"Ha influito molto ma molte parti l'hanno fatto. Il club, l'allenatore, i compagni per il modo in cui mi hanno accolto: ho subito detto al mio agente che volevo tornare qui".

Mourinho, Ancelotti, Bielsa. Cosa li differenzia? 
"Sono tre allenatori unici, Mourinho lo conoscevo dal Real Madrid dove mi allenavo spesso con la prima squadra. E' una persona molto diretta che sa come trasmettere cosa a 4. Dove ti trovi più a tuo agio e che differenze ci sono? 

Nel Leeds hai quasi sempre giocato a 4. Dove ti trovi più a tuo agio e che differenze ci sono?
"Sì è vero, personalmente mi trovo a mio agio in tutte le posizioni. Le differenze riguardano di più la marcatura a uomo quando si gioca a 5 ma sono meccanismi a cui ci si abitua velocemente e credo di averli interiorizzati ora".

Anche Kristensen arriva dal Leeds. Che aiuto può dare? 
"È un giocatore molto completo che può dare tanto in fase difensiva e offensiva. Sono sicuro che ci aiuterà molto, ha carattere, un fisico prestate: credo sia un grande acquisto che tornerà utile".

La squadra ha perso soltanto Wijnaldum oltre ai giovani Volpato e Missori. Ora è più forte? 
"Sì, credo di si. I compagni che sono arrivati, io stesso, tutti contribuiamo a migliorare la rosa. Siamo una squadra con un grande potenziale e si è sopperito bene a tutte le assenze".

Pellegrini porta il peso della fascia di capitano. È un leader silenzioso?
"È un calciatore che col suo lavoro e la sua qualità è un esempio, dobbiamo emulare la sua intensità. Poi ci sono momenti in cui è necessario alzare la voce e farsi sentire ed è un compito che assolve positivamente. E' un capitano completo che aiuta".

C'è un problema tra gli arbitri e la Roma? 
"Quello degli arbitri è un lavoro molto complicato, con tanta pressione. A volte si prende la decisione giusta, a volte errata: da parte nostra dobbiamo aiutarli, dall'altra serve maggior attenzione. Dobbiamo concentrarci su noi stessi, sul nostro gioco e farsi condizionare il meno possibile".

L'obiettivo per molti tuoi compagni è tornare in Champions? 
"Personalmente ovunque sia stato non mi è mai piaciuto fissare degli obiettivi. La chiave per raggiungerli, che siano lottare per un titolo o conquistare una posizione, è pensare partita dopo partita. Se in questo momento ci mettiamo a pensare dove potremmo essere a fine stagione, secondo me commettiamo un errore. Non bisogna pensare a lungo termine ma partita per partita".

Come ti immagini il tuo primo gol alla Roma? Il tuo rapporto coi tifosi? 
"Ho visto tanti gol segnati e poi festeggiati sotto la curva, è stato bellissimo. Sono sicuro che sarà un'emozione unica quando capiterà a me. Da difensore il primo compito è di evitarli i gol ma se posso aiutare sarà un piacere".


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