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LND, Sibilia: "Ripartendo dal calcio di base possiamo aiutare il paese a pensare a qualcosa di bello"

di Alessandro Pau

Il presidente della Lega Nazionale DilettantiCosimo Sibilia, è intervenuto su TMW Radio durante Stadio Aperto per discutere di come ripartirà il calcio dilettantistico.

Quanto è importante il movimento calcistico dalla Serie D alle serie inferiori, passando per i settori giovanili?
“Spesso le persone non sanno fino in fondo il ruolo che svolge la Lega Nazionale Dilettanti. Abbiamo dei numeri impressionanti in tutta Italia, circa 60.000 squadre e 600.000 partite organizzate ogni anno. Vorrei mettere questi in evidenza questi dati in un momento così difficile perché, ripartendo dal calcio di base, possiamo aiutare il paese a pensare a qualcosa di bello”.

Un italiano su 58 è tesserato per una squadra della Lega Dilettanti, cosa significa questo dato?
“Mi piace evidenziare che noi esistiamo perché ci sono dirigenti di società, come i piccoli imprenditori, che ci aiutano a realizzare questi numeri. Portiamo avanti le nostre attività sportive e vorrei far capire l’importanza del calcio nei piccoli comuni. Vivo in provincia di Avellino e ogni comune qui ha una squadra. Per questo è importante rimettere in sesto, alla fine di questa tragedia, il calcio di base. Possiamo dare la possibilità di rinascere al nostro paese”.

Quante squadre dilettantistiche sono a rischio sopravvivenza data l’emergenza?
“I nostri studi parlano del circa 30% di squadre che non avrebbe l’opportunità di iscriversi ai prossimi campionati: stiamo parlando di circa 18.000 su 60.000. Quindi riflettiamoci, perché siamo un grande movimento sportivo che può far rinascere il paese anche dal punto di vista sociale”.

Il valore del volontariato sportivo nel calcio di base è di circa 812 milioni, sono numeri eccezionali
“Siamo il movimento di volontari tra i più importanti d’Europa. Abbiamo collaboratori che avranno un rimborso spese, mentre i volontari lo fanno senza interesse, se non quello di portare avanti il mondo del calcio di base. Quando l’anno scorso abbiamo festeggiato i 60 anni della Lega ho visto che in ogni angolo d’Italia si ha a che fare con il nostro mondo. Siamo contenti di ciò che abbiamo fatto, e siamo tutti impegnati per poter ripartire e lasciarci alle spalle questo brutto momento”.

Sarebbe meglio concludere la stagione in corso o ripartire direttamente l’anno prossimo?
“Prima di tutto dobbiamo auspicare che si chiuda questo disastro che stiamo vivendo. La priorità è quella sanitaria. Con le condizioni adeguate, però, spero che si possa concludere la stagione, preferisco che il campo sia l’unico a parlare. Porterò avanti il concetto che il rettangolo di gioco è l’unico giudice rispetto a promozioni e retrocessioni”.

Come ha risposto il mondo del calcio a questa emergenza?
“Vi dico che la Lega Dilettanti ha bloccato i campionati il 23 febbraio solo in alcune regioni, qualche giorno dopo abbiamo bloccato tutto. Abbiamo anticipato gli eventi, anziché seguirli. Siamo una lega compatta e coesa e sono contento del lavoro che abbiamo fatto fino a ora. Ma preferisco parlare solo di calcio dilettantistico, e non di altre leghe”.

Quasi tutti i calciatori che oggi si sono affermati sono partiti dal piccolo club di paese
“Quando fummo eliminati dalla Svezia nel corso delle qualificazioni dei Mondiali, dissi che se avessimo avuto il coraggio di ripartire dai dilettanti saremmo tornati protagonisti. Mancini è un allenatore che ha valorizzato i giovani e infatti ci siamo qualificati di nuovo. Dobbiamo puntare su giovani e dilettanti”.

Ha già delle idee per il futuro della Lega Nazionale Dilettanti?
“Sono presidente da circa tre anni e abbiamo ottenuto grandi risultati. Stiamo solo pensando a metterci dietro le spalle questa brutta pagina che stiamo vivendo, dopo di che avremmo modo di parlare di ciò che vorremmo portare avanti in futuro. Sicuramente ci saranno nuovi progetti”


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