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Losi: "Totti e De Rossi meritavano più rispetto. La Roma è la mia vita, non mi perdo una partita"

di Gabriele Chiocchio

Giacomo Losi, bandiera della Roma, è stato intervistato dal Corriere della Sera. Ecco le sue parole riguardo la semifinale di Coppa delle Fiere del 1961 contro l'Hibernian.

Che ricordi hai?
"Fu una gara durissima, loro erano una squadra difficile da affrontare, ma noi volevamo a tutti i costi la qualificazione. Per fortuna i gol in trasferta non valevano doppio, perché al ritorno all’Olimpico pareggiammo 3-3".

Lei rischiò di non giocare…
"Il giorno prima del ritorno ero a Bologna per Italia-Irlanda del Nord. Dopo la partita ho preso il treno e ho raggiunto la squadra in ritiro".

Poi che successe?
"Foni, il nostro allenatore, mi chiese di scendere in campo. Fu una mossa vincente perché sul 3-3 salvai un gol. Lo spareggio finì 6-0, andammo in finale e la vincemmo. Fu una gioia incredibile, la prima coppa europea della storia della Roma".

È rimasta l’unica. Come lei è rimasto nel cuore della gente…
"Mi fermano i tifosi di tutte le età, la maggior parte di loro non mi ha mai visto giocare. La cosa mi fa piacere, io sono romano d’adozione".

Cosa pensa una bandiera come lei dell’allontanamento di Totti e De Rossi?
"Meritavano maggiore rispetto. I giocatori simbolo devono rimanere nella società, ma qui non è stato mai così, per loro come per me. Credo che De Rossi sia destinato ad allenare la Roma".

La squadra di Fonseca le piace?
"Non mi perdo una partita perché questa squadra è la mia vita. Fonseca è bravo, spero che riesca a vincere".

C’è un giocatore che ammira particolarmente?
"Dzeko. È uno serio, si impegna al massimo, partecipa sempre positivamente. È un degno capitano, non è italiano ma l’attaccamento alla squadra lo dimostra e può portare la fascia".


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