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Luis Enrique: "Giovani non solo nel gioco, ma anche nei valori. No all'atteggiamento difensivo o speculativo. Vucinic? Decide Sabatini"

di Gabriele Chiocchio
Alessandro Carducci

Le parole del nuovo allenatore della Roma Luis Enrique:

La mentalità spagnola è esportabile anche in Italia?
“Scusate il mio brutto italiano, sarà migliore in futuro. Credo che quando la Roma mi ha scelto come allenatore abbia voluto prendere un gruppo di giovani non solo per il gioco, ma anche per i valori. Abbiamo bisogno di rinforzi, ringrazio la società per avermi scelto ed aver scelto il mio staff”.

Lei è visto come un allenatore offensivista…
"Quando la società mi ha conosciuto, lo ha fatto come un allenatore cui piace attaccare e fare impressione ai tifosi. E’ importante che i tifosi vengano allo stadio, è un modo di giocare molto attraente. Da qui a qualche tempo vedremo come attecchirà con questa squadra".

Il portiere?
"Sabatini ci sta lavorando, che sia Stekelenburg o Kameni sono opzioni importanti".

Gli attaccanti?
“Ho avuto occasione di giocare contro Totti, sono contento di allenare anche De Rossi e Perrotta. Lascio la decisione su Vucinic a Sabatini, voglio trasmettere una mentalità vincente e far giocare bene la squadra”.

Cosa le ha consigliato Guardiola?
“Sono contento dello staff, delle persone che lavorano a Trigoria. Sono depositario della scommessa del club di puntare su giovani con le idee chiare. Guardiola è uno dei migliori, allena quasi in campo”.

Come va con la squadra?
“La squadra l’ho vista poco, 3 allenamenti. Ho notato l’atteggiamento e sto cercando di iniziare un lavoro fruttuoso”.

Il paragone con Guardiola?
“Sono molto lontano dai successi di Guardiola, parlerà il lavoro per me. E’ con il lavoro che si vincono i titoli”.

Quali sono le ambizioni della Roma? Champions League o qualcosa in più?
“Non conosco benissimo la squadra per poter parlare delle ambizioni, affronteremo ogni partita con la voglia di vincere, no all’atteggiamento difensivo o speculativo”.

I tifosi dovranno avere pazienza?
“Mi piace questa tranquillità trasmessa dal presidente. E’ in atto una sorta di cambio di identità, mi piace la combinazione tra freschezza ed esperienza. Ci serve fiducia. Conosciamo il calcio, dipende tutto dai risultati. Giocheremo in modo offensivo, cercherò di guadagnarmi del credito. Se non ce la farò, ci sarà qualcuno al mio posto”.

Cosa serve a questa squadra?
“E’ circa un mese che lavoriamo con Sabatini, dovremo valutare a rosa completa. Quando tutti i giocatori ci saranno verificheremo le nostre ambizioni. Questo è il mio modo di interpretare il football”.

E’ qui per esportare il modello-Barcellona?
“Non intendo portarlo qui a Roma, voglio portare qualcosa che gli somigli, l’idea di giocare a calcio. Il sistema di gioco dipende dai giocatori in rosa, con lo staff tecnico ci riuniremo e decideremo il sistema di gioco.”

C’è qualche giocatore spagnolo che le piace?
“Un giocatore della Roma è della Roma, non conta la nazionalità”.


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