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Malgioglio: "Vi racconto il mio impegno con i disabili. Alla Roma sono stato bene"

di Marco Rossi Mercanti

Astutillo Malgioglio, ex portiere di Roma e Inter, è stato intervistato da “Bar Forza Lupi”, trasmissione in onda su Centro Suono Sport:

Il tuo impegno con i disabili?
“Sono una persona normale, mi rendo utile però stai dicendo troppo, così mi vergogno. Quando avevo appuntamento da Mattarella per il riconoscimento, avevo la febbre e ho mandato mia figlia, per me è stato un peccato ma sono contento per lei”.

Sia alla Roma che all’Inter hai portato avanti queste tue attività?
“Ho iniziato quando ero al Brescia, ho iniziato in un istituto locale. Sono stato ceduto alla Pistoiese e ho continuato lì, così come quando sono passato alla Roma. Quando c’è solidarietà e condivisione, sono belle cose”.

C’è più attenzione oggi?
“Ci sono le televisioni e se ne parla di più, penso sempre che bisogna sempre fare, sono i fatti che parlano e spero che queste iniziative avvicinino le persone a questi problemi. Tanti pensano solo a sé stessi, si tralasciano quelle che sono le cose importanti. Il primo pensiero oggi è il COVID-19, il mettersi la mascherina, se ne parla da tutte le parti, però altri non hanno voce in capitolo e il silenzio è assordante. La speranza è che queste iniziative tocchino i cuori delle persone, serve sentimento ed è bello che il mondo vada avanti per quello”.

Che stagione è stata quella hai trascorso alla Roma?
“Sono stato bene, avevo una vita fuori dal calcio e sono stato bene con tutti. Non ho mai avuto problemi, siamo andati in finale di Coppa dei Campioni, abbiamo vinto la Coppa Italia, è un’annata che resterà nella storia. La gente mi ha sempre voluto bene, io sono stato un sopravvissuto nel calcio, nel tempo sono calato ed è normale che per uno che ha altri interessi venga abbandonato. Questa è la normalità ed è giusto che sia così, se parlo della Roma parlo di tutte le persone che ho conosciuto, altri erano tifosi e altri no. I risultati sono quelli che contano in una società di calcio e ci sono stati”.

L’esperienza alla Lazio?
“Era un contesto diverso, era in difficoltà a livello societario. Il contesto era diverso, eravamo in Serie B, i risultati non arrivavano. Ho amato sempre il calcio, l’ho sempre fatto per passione ma niente più, sono stato professionista ma non ho mai avuto una testa per continuare in quel mondo. Era un grande amore e facevo tutto per far bene, non ho mai saltato un allenamento, ho giocato sempre dignitosamente ma per il resto avevo difficoltà”.

Segui ancora il calcio?
“Naturalmente lo seguo quando lo fanno vedere, sono innamorato del calcio sin da bambino, appena posso lo guardo”.


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