Mancini: "Alla Roma l'apice della mia carriera, spero che il calcio italiano torni in pista"
Fonte: Globoesporte
Alessandro Amantino Mancini ha rilasciato un'intervista a globoesporte nella quale ha parlato anche del suo passato alla Roma.
Cosa hai imparato nel corso degli anni in Europa?
"Le persone qui sono più concentrate e professionali. Sono stato qui per 10 anni, mi ha aiutato a essere più responsabile. Il calcio italiano è un po' più difensivo, tatticamente perfetto. Fai più lavoro tattico. Ho giocato alla Roma, all'Inter e al Milan, sono una persona soddisfatta. Ringrazio Dio per questa carriera".
Perché il calcio italiano non vive un grande momento?
"Mancano investimenti. Il mondo sta attraversando una crisi finanziaria complicata. Solo la Juventus è un passo avanti alle altre. La Roma si sta ricostruendo, prendendo giocatori importanti. Spero che il calcio italiano torni in pista".
Sui grandi momenti in carriera.
"Il mio passaggio alla Roma ha lasciato il segno. Ho segnato più di 60 gol. Se non sbaglio sono il brasiliano che ha segnato più gol per la Roma. È stato il picco della mia carriera, sono stati 7 anni indimenticabili. Li tengo nel mio cuore".
Sugli allenatori con cui ha lavorato.
"Ho lavorato con grandi allenatori. Fabio Capello, numero uno nel comando del gruppo. Mourinho, intelligente e studioso, che preparava allenamenti eccezionali. Ma chi mi ha fatto crescere come professionista è Luciano Spalletti. Mi ha dato ottimi consigli".
Sui giocatori con cui ha giocato insieme e contro.
"Ronaldo, Ronaldinho, Seedorf, Totti... potrei trascorrere tutto il giorno parlandone".
Quale tifoseria hai visto più attaccata alla squadra?
"I tifosi della Roma sono molto caldi. Quelli del Napoli e dell'Atletico Mineiro sono fantastici e passionali. Fanno tremare lo stadio".