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Mancini: "Mi entusiasma l'idea di gioco di Fonseca, preferisco marcare giocatori grossi fisicamente". VIDEO!

di Redazione Vocegiallorossa

Gianluca Mancini ha parlato ai microfoni di DAZN.

Hai qualche scaramanzia prima di entrare in campo?
"Niente di particolare, metto solo prima il parastinco destro dove è scritto il nome della mia compagna e poi il sinistro".

Fonseca vuole recuperare subito il pallone così come accadeva nell'Atalanta
"L'intensità negli allenamenti è simile, poi cambiano il modulo e le scalate però l'idea di Fonseca mi entusiasma. L'intensità fa da padrone nel calcio di oggi".

Hai contro Lukaku, come ti comporti, gli dai corpo?
"No, vive di quello, è forte fisicamente, cerchi di rubargli il tempo il prima possibile, senza farlo girare".

Il più difficile da marcatore è il calciatore più piccolino come Mertens o Insigne?
"Sì, bisogna concentrarsi tutta la settimana, pensare durante gli allenamenti che un tuo compagno di squadra sia uno di loro e rimanere concentrati per tutta la partita. Bisogna cercare l'anticipo solo quando sei sicuro, preferisco affrontare gli attaccanti più grossi, sull'aspetto fisico me la posso giocare così come di testa. Gli attaccanti più piccoli danno più fastidio".

Quanto tempo passate in camera?
"Molto tempo. Se giochiamo in casa, ci alleniamo, pranziamo, abbiamo qualche ora libera, torniamo per cena e restiamo tutta la cena fino alla partita in camera. La viviamo bene, abbiamo tv, playstation, leggiamo libri".

Cosa leggi?
"Come comportarsi con le persone, a volte sono istintivo".

Leggi i giornali?
"No, pochi, non leggo i social. Posto qualcosa dopo la partita ma sono timido, anche se non sembra. Non amo fare interviste di solito".

Roma?
"L'unico posto in cui ti perdi perché scopri cose nuove. Vivere qui è unico per la città, la gente che è molto calorosa".

La Roma?
"I colori, la storia, i vari Totti e De Rossi, per uno come me che ha sempre visto tanto calcio è qualcosa di unico".

Senti una responsabilità in più vestendo questa maglia? Esiste un senso di appartenenza per questa maglia?
"Certo che esiste e dobbiamo dimostrarlo. Dobbiamo fare il massimo e fare risultato sempre. La pressione ci deve essere ma deve essere positiva, una pressione per migliorare. Il salto è stato grande. Bergamo è più piccola di Roma, avverto questa differenza".

Tornando alle giovanili con la Fiorentina, la preparazione della gara è sempre la stessa?
"No, è cambiato tutto. A quel tempo la vivevo in maniera tranquilla, andavo a scuola, vedevo gli amici e giocavo. Nei primi mesi in serie A a Bergamo ho capito che per stare in Serie A e rimanerci devi cambiare totalmente. Vivo per il calcio oggi: dormire bene, mangiare bene, fare lavori preventivi, se serve qualche massaggio e dedicarmi tutto per il calcio".

Com'è andata la prima convocazione in Nazionale?
"Molto bella, mi sembrava di essere passato dalla Primavera della Fiorentina alla prima squadra. Ero in Under 21 e Di Biagio mi disse che Mancini mi aveva convocato. Andai fuori di me, chiamai i miei genitori, la mia compagna, ero contentissimo".

Sei molto legato al 23, sai chi l'ha indossato qui?
"Sì, ho pensato subito ad Astori. L'ho conosciuto a Moena, ripensarci oggi è un colpo al cuore".

La mia compagna?
"Do tutto alle persone cui voglio bene. Lei la conosco da tantissimo tempo, stiamo insieme da 5 anni e vivevamo da 10 minuti dai nostri paesini. Ci siamo presi che eravamo bambini, abbiamo fatto tante esperienze da soli e poi creciuti insiem".

Ti dà qualche consiglio?
"Mi critica sempre, dopo Bolgona l'avevo chiamata ed ero arrabbiato. Mi disse che non dovevo essere arrabbiato e che dovevo stare zitto e tornare a casa, è molto critica nei miei confronti. È forte anche in questo".


Mancini sulla prima convocazione in Nazionale
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