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Mkhitaryan: "Ho mosso i primi passi nel mondo del calcio per mio padre. Per diventare un calciatore ho dovuto lavorare duramente"

di Danilo Budite

Henrikh Mkhitaryan è stato protagonista di una diretta Instagram con l'organizzazione Children of Armenia Fund. 

Come si diventa calciatore?
"Ogni persona riceve delle opportunità, Do le distribuisce egualmente, la questione è chi le userà. È sbagliato parlare di sfortuna, per raggiungere il proprio obiettivo non basta il talento, bisogna determinare l'obiettivo da raggiungere. Ho sempre detto che il mio obiettivo era diventare un buon giocatore di calcio. Ci sono state molte difficoltà, ma le ho considerate solo per pochi minuti, massimo qualche giorno. Mi sono sempre impegnato per raggiungere i miei obiettivi. Per diventare un buon calciatore bisogna lavorare duro, non basta il talento. Ogni sfida va superata. Ogni sport non è per persone debole. Da bambino ho giocato a tennis, ma solo un giorno, è stato il primo e l'ultimo. Non mi andava granché. Mia sorella ci giocava, ho deciso di provare, ma dopo un giorno ho capito che non faceva per me".

Come hai iniziato?
"Ho mosso i primi passi nel mondo del calcio per mio padre. Lui ancora è la mia motivazione, do il massimo per renderlo felce. Nonostante non è stato con me per gli ultimi 24 anni, credo che vede tutto ed è felice".

La lingua?
"È sempre importante conoscere le lingue in modo da comunicare più facilmente con le persone, i compagni, lo staff e i tifosi. Quando sono andato in Germania ho patito molto la barriera linguistica. Il tedesco era molto difficile, non mi piaceva, ma da quando ho cominciato a vivere e giocare lì l'ho imparato. Circa sei mesi dopo l'ho appreso con l'aiuto di libri, TV e radio. È stato molto importante perché ho potuto comunicare con i ragazzi dentro e fuori dal campo. La stessa situazione si è verificata in Italia, anche se l'italiano mi è risultato più semplice del tedesco. Dopo 3 mesi ho migliorato il mio italiano e mi sono sentito molto meglio. Mi fa piacere poter parlare la mia lingua con i compagni. penso che la conoscenza è una buona cosa. Nella vit, prima o poi la conoscenza tornaa utile. Da bambino volevo imparare spagnolo e italiano. Poi, quando ne ho avuto la possibilità, ne ho approfittato".

Il lockdown?
"Questi ultimi due mesi sono stati difficili per tutti. È stata una dura prova non poter uscire di casa. L'unico modo per farcela era rimanere sereni".


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