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Mourinho: "La proprietà non vuole un successo isolato. Abbiamo bisogno di un terzino sinistro. Voglio la Roma dei romanisti". VIDEO!

di Luca d'Alessandro

Queste le parole di José Mourinho nella sua conferenza stampa di presentazione.

Mourinho: "Voglio e devo ringraziare i tifosi perché la reazione al mio ingaggio è stata eccezionale, ho avuto subito questa sensazione di non aver fatto nulla per questo e mi sono sentito subito in debito perché l'accoglienza è stata emozionante e devo ringraziare i tifosi, poi devo ringraziare la fiducia del club, però il modo in cui i tifosi mi hanno ricevuto a Roma e prima è stato fantastico. Magari arriverà una domanda che arriverà sul perché sono qui?! Perché siamo vicini alla statua di Marco Aurelio e nulla ritorna nel nulla e questo ha un significato ha un significato molto simile a quando ho parlato con Dan e Ryan. Quello che loro voglio per questo club, un progetto molto chiaro, l'eredità e il passato fantastico del club. La parola tempo nel calcio non esiste, in questo caso esiste e lo è in un modo fondamentale perché quello che la società vuole è una situazione sostenibile nel futuro e vogliono fare qualcosa con grande passione. Questa è la ragione principale per cui sono qui. Adesso è tempo di lavora insieme ai miei, però il concetto di miei è cambiato subito quando sono arrivato a Trigoria, i miei sono tutti quelli che vogliono lavorare con me. Non siamo qui per la bellezza della città, non sono qui in vacanza, il simbolo, i colori, il nome, nel mondo si confonde la città col club". 

Disse che in Italia siamo matti perché parliamo tutto il giorno di calcio. Qui ci sono almeno 5 radio che parlano della Roma. Questa pressione è stata decisiva? 
"Ho dovuto già cambiare telefono 3 volte, perché non so come lo trovate. Scherzi a parte è fantastico, incredibile per qualcuno che ha lavorato già in Italia, quando non sei qui ti manca. C'è un lavoro da fare internamente e noi dobbiamo concentrarci sul nostro lavoro. Tutti noi all'interno di Trigoria dobbiamo pensare che abbiamo un lavoro da fare". 

Come proverà a cambiare DNA del gruppo?
"La prima cosa che farò è conoscere il gruppo. Non siamo ancora consapevoli di tutto. Ci sono principi fondamentali, non negoziabili. Oggi è il primo giorno di allenamento. Il mio modo di lavorare è semplice: tutto quello che non si fa al 100% non va bene. Dal momento che sono arrivato è stata una quarantena che mi ha permesso di stare al centro di allenamento e ho visto una gioia incredibile di dare le migliori condizioni di lavoro possibile". 

Pensa che il suo carisma sia importante per attrarre giocatori sul mercato? 
"Non ho parlato con nessuno. Assolutamente nessuno. Parlo con Tiago, la proprietà, però coi giocatori non ho parlato con nessuno". 

Può essere la sfida più importante della sua carriera?
"In questo senso la sfida, la prossima è sempre la più importante. Sul calcio italiano, magari stiamo parlando dei campioni d'Europa, come minimo finalisti e se non sbaglio sono tutti giocatori che giocano o la maggioranza. Un campionato che visto dall'estero se non è quello principale, tutti noi dobbiamo fare di più. Io lavoro per la Roma e solo quella mi interessa, in modo indiretto lavoro per il calcio italiano". 

Futuro di Dzeko?
"Non ti devo dire quello che faccio all'interno del club. Se entriamo in questa dinamica, scusa però, sarò antipatico, ma la questione capitano è una di quelle che società e giocatori devono sapere prima di voi giornalisti". 

Il suo percorso è stato sempre “Veni, vidi, vici”. Il suo percorso sarà questo?
“È un contratto triennale, spetterà alla società decidere il futuro ma in principio sono tre anni. Non possiamo sfuggire al fatto che non si vince da tanto, e che è arrivata a 16 punti dal quarto posto. Sono domande che devo farmi e trovare delle risposte. Il club e la proprietà conoscono le risposte meglio di me, sanno benissimo che c’è tanto lavoro da fare. Vogliamo arrivare a dei titoli. Vincere immediatamente non dico che non succederà mai, ma normalmente non accade”.

Cristante e Spinazzola, che ruolo avranno, specie dopo l'infortunio dell'ultimo?
"Prima di tutto siamo tutti noi felici che abbiamo questi giocatori in nazionale. Una nazionale che sta facendo bene e che ha il 50% di tornare a casa da campione d'Europa. Li sento come se fossero miei giocatori anche se non ho lavorato con loro. Cristante dimostra che sia una nazionale di talento, Mancini ha un rispetto grande come giocatore perché in ogni momento di diffcoltà Cristante è pronto ad aiutare, lo aspetto a braccia aperte. Spinazzola è incredibile nella sua gioia di vivere, arriva a Trigoria e sembra che non si sia fatto nulla. Non lo avremo per molto tempo ed è dura per noi. Abbiamo un ragazzo giovane come Calafiori che deve lavorare tanto e abbiamo fiducia, però, scusi direttore abbiamo bisogno di un terzino sinistro". 

Che Mourinho torna in Italia?
"Sono l'allenatore della Roma. C'è tanto da fare qui, il mio ruolo sarà per 24 ore al giorno e voglio semplicemente essere l'allenatore della Roma. Se possiamo dare qualcosa di più al calcio italiano, fantastico. Farò di tutto per difendere i miei. Per cercare io dei problemi, ovviamente no. Vogliamo divertirci". 

Lei è ossessionato dalla vittoria?
"Sono una vittima di quello che ho fatto, del modo in cui la gente mi guarda. Nel Manchester United ho vinto 3 titoli ed è stato un disastro, nel Tottenham ho conquistato una finale che non mi hanno fatto disputare ed è stato un disastro. Quello che per gli altri è una cosa importante, per me è un disastro. Abbiamo in mente di vincere la prima partita ufficiale, finita la prima penseremo alla seconda. La prima sarà la Conference League e vogliamo vincerla. Questa società deve migliorare ogni giorno. Posso dire che le strutture di Trigoria sono diverse dal giorno di quando sono arrivato. La gente lavora 24 ore al giorno per migliorarla. Per la struttura umana i calciatori hanno fatto tanto lavoro prima che arrivassi e continueremo a partire da oggi. Ogni giorno dobbiamo migliorare come squadre". 

Vuole rispondere alle critiche?
"Niente. Ho risposto già prima. I miei ultimi 3 club: scudetto con Chelsea, 3 coppe con Manchester United, finale col Tottenham. Quelllo che per me è un disastro, qualcuno non l'ha mai fatto nella vita. È colpa mia". 

Le piace dire che è la Roma di Mourinho?
"Voglio la Roma dei romanisti, non la Roma di Mourinho. Sono uno in più. Se vuoi parlare della Juventus di Allegri o del Napoli di Spalletti può farlo, ma la Roma di Mourinho non mi piace". 

Roma già forte per vincere lo scudetto?
"C'è una cosa da cui non possiamo scappare: abbiamo finito il campionato a 29 punti dallo scudetto. Non possiamo scappare da questa realtà, però prima di tutto vogliamo capire il perché. Siamo parlando di tempo, una parola con cui tutti noi conviviamo, è stata una parola chiave quando ci siamo incontrati la prima volta con la proprietà, però se possiamo accelerare questo processo meglio". 

Ritiene positiva una stagione senza titoli?
"Parliamo di tempo, di progetto di lavoro. I titoli non sono una parola, potrebbe essere una promessa troppo facile. Tu parli di titoli, noi parliamo di tempo, di migliorare, i titoli arriveranno. La proprietà non vuole un successo isolato, vuole arrivare lì e rimanere lì. Un successo isolato è facile se vinci e poi non hai soldi per pagare gli stipendi. Noi vogliamo essere sostenibili, lavorare e arriveranno successi". 

Posizione Zaniolo?
"Zaniolo è un ragazzo fantastico. Sappiamo quello che è successo dal punto di vista degli infortuni e poi dentro la dinamica del gioco della squadra dobbiamo trovare il suo habitat naturale, dove può esprimersi al meglio. Importante è che il calciatore sia felice di esprimersi al meglio". 

Ha già un'idea tattica di come potrà cominciare con la Roma?
"Abbiamo un'idea che deve essere lavorata ogni giorno. Dobbiamo capire come far esprimere i giocatori al massimo, metterli dove loro si sentono a proprio agio, non un modo dove a loro non piace. Questo è far esprimere la squadra al meglio. Hai ragione quando dici che il calcio si è rivoluzionato tanto. Durante la partita, oggi devi avere la potenzialità di cambiare. Tu giochi in un modo quando hai la palla e cambiare sistema tattica quando non sei in possesso. Non ho rivisto All or Nothing, le telecamere erano nascoste, ma poi eravamo naturali. Dimentichi che hai un microfono". 

Dispiaciuto di non affrontare Conte? Ronaldo?
"Ci sono allenatori che nelle storie dei club che tu non puoi paragonare. Qui non puoi paragonare Capello o Liedholm, quando parli dell'Inter non puoi paragonare me o Herrera con altri. Ronaldo non si deve preoccupare di me perché sono troppo vecchio per giocare contro lui". 

Come si immagina la Roma tra tre anni?
"Festeggiando qualcosa". 

Lo sa che se si dovesse vincere i nati nel 2022 si chiameranno tutti José?
"Si chiameranno Giuseppe". 


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